Extrapolations - Oltre il limite

Nell'anno 2037 i segni del cambiamento climatico sono ormai tangibili ovunque: siccità, temperatura in costante aumento, aria inquinata e irrespirabile. Sebbene la crisi sia profonda, le nazioni non riescono a trovare un accordo e il divario sociale si fa abissale, con le corporation pronte ad approfittare di ogni opportunità per speculare. In particolare Alpha, l'onnipresente multinazionale tecnologica che rifornisce dispositivi e intelligenza artificiale per tutto il pianeta: a guidarla è l'avido Nick Bilton, burattinaio di affaristi senza scrupoli.

Un progetto guidato dalla necessità di veicolare il messaggio, innanzitutto, quello concepito da Scott Z. Burns (Contagion), a cui Apple Tv+ ha messo a disposizione un budget ingente.

Grande cura formale, effetti Cgi a profusione e un cast ricco di stelle, che può vantare nomi come Meryl Streep, Sienna Miller, Marion Cotillard, Tobey Maguire, Forest Whitaker.

Un concept dalle enormi ambizioni, che si snoda su un arco narrativo pluridecennale - la storia termina nel 2070 - e su personaggi appartenenti a più generazioni, cercando da un lato di rappresentare la crescita silenziosa dell'allarme ambientale e dall'altro di raccontare come questa influisca sui rapporti umani. Attraverso il progredire della serie, Extrapolations fotografa il progressivo sfaldamento del fattore umano: famiglie dilaniate, tecnologie invasive e soprattutto i confini di un codice etico rimessi costantemente in discussione. C'è chi è costretto a scegliere se mantenere o cancellare i propri ricordi per questioni di "spazio virtuale" su Cloud; chi fa il contrabbandiere pur di far crescere nuove piante; chi arriva all'attentato terroristico pur di provare ad abbassare la temperatura del pianeta.

Situazioni assurde e dolorose di un'umanità afflitta da danni ormai irrimediabili, che vive di rimpianti, in un gigantesco incubo di malinconia, in cui le memorie più intime sono vendute come spot pubblicitari a coloro che le hanno vissute e non sono più in grado di ricordarle. Uomini e donne come involucri vuoti e cuori infranti, con un passato fatto solo di impressioni fugaci. Nel frattempo i pragmatici ricchi si arricchiscono sempre più, concentrano i capitali all'interno di un'élite perversa, speculando fino all'ultimo centesimo, anche di fronte all'armageddon.

Ogni storia presenta un protagonista differente, più o meno correlato agli altri personaggi della serie, con un'assenza di baricentro ostentata con orgoglio, che tuttavia rischia di disorientare lo spettatore meno smaliziato. Nella zona grigia tra le ambizioni di Burns e l'esito si trovano sia i pro che i contro di Extrapolations, che ha il merito di essere una serie innovativa e ricca di stimoli intellettuali provocatori e suggestivi, ma paga il prezzo del proprio gigantismo concettuale con l'impossibilità di tratteggiare in maniera dettagliata protagonisti che assomigliano a figurine intercambiabili in un panorama molto più grande di loro. Il gigolò emozionale di Tahar Rahim o il veglione di Capodanno al veleno con una fatale Cotillard sono lì a testimoniare la ricchezza inesplorata del materiale di Extrapolations, ma non è un caso che questi episodi siano tra gli ultimi in ordine cronologico.

Per arrivare fino all'epilogo serve una dose di pazienza e attenzione al dettaglio che non tutti gli spettatori sono disposti a mettere in campo nell'era del tutto-e-subito, specie quando il coinvolgimento narrativo latita per lunghi tratti. L'idea di dedicare ogni episodio a un differente genere o sottogenere dell'audiovisivo - noir, mélo, dramma famigliare - convince solo in parte, come se i messaggi da veicolare fossero sempre in esubero rispetto allo spazio per contenerli. Un giorno forse Extrapolations sarà ricordata come una serie di culto, al pari di classici apocalittici come Survivors, ma la fragilità del legame di transfert tra pubblico e serie la rende una prospettiva poco probabile. 