A dieci anni dalla tragica comparsa, un intenso ritratto del pilota romagnolo. Solo il 28 e 29 dicembre al cinema.
di Raffaella Giancristofaro
"Voglio correre con le moto", dice Marco, un bambino folgorato dal fascino delle due ruote. Il padre ne asseconda la passione mettendolo in sella a una minimoto fin da piccolissimo e sostenendolo in ogni passo quando diventerà professionista. L'idolo assoluto di Marco è Valentino Rossi, che corre già molto forte e di cui diventa amico, facendogli anche da "avversario" in selvagge, private gare di motocross dentro una cava di pietra. Marco è alto, il suo team non crede abbastanza in lui, la moto non è quella migliore della casa, la tensione lo fa cadere spesso. Eppure Marco ha grinta e carattere da vendere, e soprattutto crede in se stesso.
Così come crede in lui il suo entourage, che qui appare al completo: dal padre Paolo agli amici Mattia, Gianma e Orlando, da Valentino Rossi ad Aldo Drudi, autore delle sue grafiche, dal meccanico Sanzio "Malabrocca" Raffaelli al capotecnico Aligi Deganello, fino ai seniores Carlo Pernat, Giampiero Sacchi e Claudio Costa e infine a Kate "la morosa". Una cerchia di fedelissimi che ha sostenuto con affetto quel ragazzo di provincia semplice e un po' matto, con un'iconica testa di ricci che solo il casco poteva temporaneamente nascondere.
Scritto dalla regista insieme a Vanessa Picciarelli e Francesco Scarrone, e ispirato al libro Il nostro SIC di Rossella e Paolo Simoncelli (Rizzoli, 2012), prodotto da Sky Original con Freemantle Italy e Mowe, SIC (soprannome di Simoncelli, con la “c” dolce, ma anche acronimo, come spiega lui stesso, di “sbattiamocene i coglioni”) è un ricordo corale ben confezionato dello sportivo dalla parabola bruciante.