Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Alice Filippi |
Uscita | martedì 28 dicembre 2021 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 24 dicembre 2021
A dieci anni dalla scomparsa di Marco Simoncelli, attraverso interviste e ricordi inediti, il documentario propone un ritratto intenso del campione.
CONSIGLIATO NÌ
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"Voglio correre con le moto", dice Marco, un bambino folgorato dal fascino delle due ruote. Il padre ne asseconda la passione mettendolo in sella a una minimoto fin da piccolissimo e sostenendolo in ogni passo quando diventerà professionista. L'idolo assoluto di Marco è Valentino Rossi, che corre già molto forte e di cui diventa amico, facendogli anche da "avversario" in selvagge, private gare di motocross dentro una cava di pietra. Marco è alto, il suo team non crede abbastanza in lui, la moto non è quella migliore della casa, la tensione lo fa cadere spesso. Eppure Marco ha grinta e carattere da vendere, e soprattutto crede in se stesso. Così come crede in lui il suo entourage, che qui appare al completo: dal padre Paolo agli amici Mattia, Gianma e Orlando, da Valentino Rossi ad Aldo Drudi, autore delle sue grafiche, dal meccanico Sanzio "Malabrocca" Raffaelli al capotecnico Aligi Deganello, fino ai seniores Carlo Pernat, Giampiero Sacchi e Claudio Costa e infine a Kate "la morosa". Una cerchia di fedelissimi che ha sostenuto con affetto quel ragazzo di provincia semplice e un po' matto, con un'iconica testa di ricci che solo il casco poteva temporaneamente nascondere.
Il mondo delle piste, l'esaltazione che sta dietro alla preparazione di un atleta delle corse non sono fenomeni completamente leggibili per chi già non ne fa parte o non ha confidenza con il ruggito dei motori fin dalla più tenera età.
Alice Filippi (78 - Vai piano ma vinci, Sul più bello) ha avuto un motivo in più per sintonizzarsi su questa storia di limiti e sfide da affrontare a tutto gas: il fratello è il pilota automobilistico Luca Filippi. E la fascinazione per quell'ambiente si avverte dalla prima sequenza, di atmosfere e tensioni quasi alla TRON: ogni scelta di regia esalta il sogno, la dimensione epica della gara, i suoi feticci e riti, dalla tuta alle personalizzazioni grafiche, e ovviamente il brivido esaltante della velocità. Nella finzione adulta inquadrato sempre di spalle, spesso al ralenti, con obiettivi che ne esaltano la proiezione in avanti, Simoncelli è trasformato in eroe, mai tragico.
Scritto dalla regista insieme a Vanessa Picciarelli e Francesco Scarrone, e
ispirato al libro Il nostro SIC di Rossella e Paolo Simoncelli (Rizzoli, 2012), prodotto da Sky Original con Freemantle Italy e Mowe, SIC (soprannome di Simoncelli, con la "c" dolce, ma anche acronimo, come spiega lui stesso, di "sbattiamocene i coglioni") è un ricordo corale ben confezionato dello sportivo dalla parabola bruciante.
In parte ricreazione di finzione (con due attori che interpretano Simoncelli bambino e adulto), in parte riuso di archivi tv sportivi e privati e infine raccolta di interviste realizzate ad hoc di recente, SIC concentra la sua attenzione sul 2008, quale anno cruciale per trovare la chiave con cui aggredire i vari GP in giro per il mondo: Qatar, Portogallo, Shanghai, Mugello, Catalogna, Olanda, Sachsenring, San Marino, Misano Adriatico.
Ma è lo spirito goliardico e "da patacca" della Motor Valley emiliano-romagnola l'attrazione e il filo rosso della narrazione: dagli accenti dialettali di tecnici, amici e cari, ai dettagli condivisi, nei box e in contesti più intimi, il film torna continuamente a una cerchia inevitabilmente autoreferenziale; quella che sfila in questo tributo celebrativo, convintamente ottimistico, improntato a un'estetica enfatica e una retorica dell'autenticità e della tenacia ricompensate.
Con una scelta di campo netta, si tiene fuori dal racconto tutto ciò che venne dopo il trionfo di Sepang del 2008 e soprattutto l'incidente in pista in cui Simoncelli perse la vita. Fermandosi sulle immagini di quel podio in Malesia con "Siamo solo noi" di Vasco, si festeggia la vita stessa.
Meritorio concepire un film su Marco Simoncelli, promessa del motociclismo scomparsa a soli 24 anni sull'asfalto di Sepang, senza imperniare il discorso proprio sull'incidente tragico del 2011: il doc di Alice Filippi (Sul più bello, sempre a proposito di gioventù e sogni stroncati) sceglie di lasciar solo intravvedere l'epilogo, che balena nelle mezze frasi e nei verbi impiegati all'imperfetto, e [...] Vai alla recensione »
La tuta di Marco Simoncelli, il cerotto sul naso, l'eco del rombo dei motori. Il pilota motociclistico riemerge dai filmati d'archivio. La voce arriva prima delle immagini con la sua battuta pronta, la sua schiettezza, la capactà di sdrammatizzare o, al contrario di non nascondersi, come nel momento in cui si è messo a piangere davanti le telecamere dopo una sconfitta.