Titolo originale | My Policeman |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, Sentimentale |
Produzione | USA |
Regia di | Michael Grandage |
Attori | Harry Styles, Emma Corrin, Linus Roache, Gina McKee, Rupert Everett David Dawson, Andrew Tiernan, Jack Bandeira, Tristan Sturrock. |
MYmonetro | 2,64 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 6 novembre 2022
Tom e Marion accolgono in casa l'anziano Patrick. Il suo arrivo fa riaffiorare vecchi ricordi degli Anni Cinquanta: in quegli anni Marion si innamorò di Tom mentre il ragazzo stava vivendo una relazione con Patrick.
CONSIGLIATO NÌ
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A Brighton, alla fine degli anni '90, l'ex maestra Marion e l'ex poliziotto Tom, entrambi in pensione, ospitano l'amico comune Patrick, che si sta riprendendo da un colpo apoplettico. La scoperta dei diari di Patrick riporta Marion ai tempi della loro giovinezza, quando si era fidanzata con Tom e i due avevano poi conosciuto Patrick, curatore del locale museo. Tempo dopo Patrick e Tom avevano cominciato una relazione, ma la paura di essere scoperti aveva spinto il giovane poliziotto a sposare Marion e a tenere in piedi una doppia vita. La scoperta da parte di Marion del vero amore del marito non aveva posto fine alla storia, ma proprio una decisione sventurata della donna aveva causato l'arresto di Patrick. Anni dopo Marion è forse pronta a riconoscere le proprie colpe e finalmente lasciare liberi i due uomini della sua vita...
Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Bethan Roberts, ispirato alla storia vera dello scrittore inglese E.M. Forster e alla sua lunga relazione con il poliziotto sposato Bob Buckingham.
Un tempo un film come My Policeman avrebbe potuto girarlo James Ivory, e non solo perché da Forster il regista americano ha tratto i suoi film migliori: Camera con vista, Maurice e Casa Howard. Del cinema di Ivory, a volte polveroso ma sempre affascinante nella sua cupa eleganza ottocentesca, il film di Michael Grandage possiede idealmente "il calore e la polvere", la potenza del sentimento contro le regole sociali e la meschinità degli individui.
Purtroppo, però, anche un autore liquidato frettolosamente come Ivory oggi è da rimpiangere, tanto il cinema che potremmo definire classico, pensato per un pubblico adulto e riflessivo, per colpa del digitale e delle produzioni da piattaforma (qui siamo su Amazon) è diventato fiacco e schematico. La forma non è mai all'altezza delle estetizzazioni di un tempo e la scrittura si preoccuppa fin troppo di definire conflitti e contraddizioni, scivolando immancabilmente nello schematico.
Il triste triangolo amoroso fra Marion, Tom e Patrick è raccontato con una narrazione a incastro che passa continuamente dal presente al passato e indaga un po' alla volta i singoli personaggi, il loro risentimento, la loro delusione, le loro reciproche meschinità. Al centro c'è la figura della povera moglie tradita (Emma Corrin da giovane e Gina McKee da anziana), coinvolta in una storia d'amore di cui è l'inatteso terzo incomodo e della quale è inizialmente vittima, poi complice, infine carnefice.
La sceneggiatura di Ron Nyswaner (anni fa autore di Philadelphia) è però ben attenta a lasciare a Marion lo spazio della redenzione, comportandosi con lei come con il resto dei personaggi: osservandoli, cioè, con una grazia e una compassione che bada soprattutto a non raffigurare le emozioni come distruttive e caotiche.
La forza dell'amore tra Tom e Patrick sta nella sua anomalia rispetto ai tempi in cui nasce, ma nel film - girato nei tipici ambienti della costa inglese, con i toni caldi del passato opposti a quelli grigi del presente - nulla di tutto questo si coglie (basterebbe vedere il segmento da cartolina girato a Venezia): dietro le scene d'amore patinato, dietro le verità sbirciate e rivelate, dietro l'insensibilità di un mondo ossessionato dalla rispettabilità, non cova nulla, non un'idea di regia, non un dialogo inatteso, non uno slancio dei tre interpreti principali (e tutto l'interesse è ovviamente per Harry Styles, che è Tom da giovane), per quanto professionali e corretti.
Il problema di My Policeman è proprio la sua piatta correttezza, la sua proverbiale professionalità: lo stesso Grandage, che ha alle spalle ha una lunga carriera teatrale, aveva già dato prova di saper trattare l'amicizia virile in Genius (dedicato al legame tra l'editor Maxwell Perkins e lo scrittore Thomas Wolfe), e qui non fa altro che compilare pagine di cinema fiaccamente letterario. La fotografia è pure di Ben Davis, fidatissimo collaboratore di Martin McDonagh così come di Burton ed Eastwood: eppure nulla nel film fa pensare a qualcosa di necessario, consapevole, oltre al racconto di un amore illecito che troverà forse il modo di liberarsi.
Resta nella memoria l'abbraccio pudico tra i bravi Linus Roache e Rupert Everett, cioè Tom e Patrick da anziani, anche se arriva troppo tardi tanto per i personaggi quanto per lo spettatore.
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