Trieste, oggi. Un vecchio palazzo, un vecchio appartamento. Pietro vive là, stancamente, finché la sua quotidianità regolare e solitaria non viene devastata da un’ordinanza di sfratto. L’anziano non vuole andarsene e mette a punto una strategia per continuare a vivere segretamente dentro casa: costruisce un muro in fondo al lungo corridoio dell’appartamento, un vero e proprio nascondiglio verticale dietro cui sparire. Una grata per respirare, una fessura per simulare un lucernaio, qualche buco per studiare le mosse del nemico (il proprietario, i potenziali nuovi inquilini). Il timore di venire scoperto diventa un’ossessione e ogni cosa lo fa sentire minacciato: il sibilo del vento, un’ombra, uno scricchiolio. Poi, un giorno, “il nemico” arriva davvero: è una madre disperata che vuole garantire un tetto alla figlia. Come reagirà Pietro? Che forma prenderà la sua guerra?
 

Il piano sequenza iniziale ci trasporta lentamente nell'essenza del film. Siamo partiti da una ferita, da una crepa sul muro del decadente appartamento di Pietro, un luogo che diventa metafora del suo stato emotivo.

Presentato in anteprima mondiale al Torino Film Festival, il film L'angelo dei muri - di cui vediamo una clip in esclusiva su MYmovies in cui il regista commenta con numerosi dettagli il piano sequenza iniziale - è stato scritto dallo stesso Bianchini, da Michela Bianchini e da Fabrizio Bozzetti. E segna il passaggio del regista udinese di Custodes bestiae e Oltre il guado dalla scena horror indipendente al circuito mainstream, portando con sé il respiro dell’Europa.

L'angelo dei muri sarà al cinema da giovedì 9 giugno.