Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Regia di | Paolo Santolini |
Uscita | lunedì 18 ottobre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Nexo Digital |
MYmonetro | 4,25 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 ottobre 2021
Per la prima volta un viaggio inedito nella vita del grande ciclista, tra materiali d'archivio pubblici e privati, conversazioni intime con familiari e gli amici più cari, sullo sfondo della sua amata Cesenatico In Italia al Box Office Il Migliore. Marco Pantani ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 142 mila euro e 140 mila euro nel primo weekend.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Cesenatico, oggi. Familiari, amici e collaboratori ricordano con affetto e rabbia il mai dimenticato campione di ciclismo Marco Pantani, l'ultimo, tra i soli sette, nella storia della disciplina, a vincere Giro d'Italia e Tour de France nello stesso anno. Affetto per la sua dedizione e per il lustro che ha conferito a uno sport tra i più duri; rabbia per il verdetto sommario e la conclusione violenta della sua carriera: quel 5 giugno del 1999 quando piomba su di lui l'eclatante estromissione dal Giro d'Italia per un valore anomalo nel sangue, ma nessuna traccia di dopanti. Spartiacque clamoroso che incrina la parabola dello scalatore, nonostante la straordinaria capacità di recupero, già dimostrata in diversi precedenti sfortunati. Un'umiliazione che lo cambierà definitivamente, fino al 14 febbraio 2004, quando verrà ritrovato morto per intossicazione da cocaina.
Il film di Paolo Santolini (Domani torno a casa, Io non sono io - Romeo, Giulietta e gli altri, Uomini soli, Così in terra) ha dalla sua parte uno sguardo sensibile, a tratti lirico, sui luoghi d'origine del "Pirata", introdotti da una struggente versione di "Romagna mia" di John De Leo.
Soprattutto, può attingere agli archivi realizzati con videocamere private: immagini semplici, goliardiche, di momenti di condivisione, testimonianze di un fuoriclasse che lontano dai riflettori viveva di passioni semplici: la piadineria di famiglia, la selvaggina cacciata con gli amici, la pesca, i giri in moto, cantare in compagnia. Quella Romagna fatta di etica sorridente del lavoro, del sacrificio, per cui non esistono orari né scorciatoie, si rifletteva in Pantani, professionista dalla tenacia innata, orgoglioso e determinatissimo, cuore e acciaio.
È proprio la conoscenza diretta della comunità a lui prossima e l'ammirazione della cerchia di sostenitori a rendere inconcepibile l'ipotesi del suicidio. Semmai, i testimoni indicano la pista della ricerca di un capro espiatorio, identificano il suo maggior accusatore in Candido Cannavò, allora direttore della "Gazzetta dello Sport", protagonista di un repentino voltafaccia, mentre il suo avvocato parla di "accanimento giudiziario incredibile".
Al di là della tesi del film, che chiede a più riprese una verità mai stabilita definitivamente, Il migliore sa cogliere con misurata precisione, senza strabordare in esaltazioni eroiche, il sentimento alla base della passione agonistica, il punto di vista di tutti quelli che nello sport cercano la giustizia inaccessibile nella vita. Il calore e la genuinità con cui i supporter di Pantani gridarono alla mafia delle scommesse, la folla ammassata sulle salite, ad attorniarlo e sostenerlo ne sono alcune, evidenti prove.
L'utilizzo fine dell'archivio si conferma anche nel confronto tra i primi piani televisivi del Pantani prima di quello stop forzato e quello di un'intervista successiva: pochi secondi silenti, interminabili, quasi insostenibili, di un uomo avvilito, tormentato, irriconoscibile rispetto al ragazzo con la luce del campione negli occhi. A quell'uomo il film rende una calorosa, sincera commemorazione.
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C'è una data dove cambia tutto. 5 giugno 1999. A Madonna di Campiglio, dopo le analisi del sangue, i valori di ematocrito di Marco Pantani erano superiori a quelli consentiti. La "Gazzetta dello Sport" esce, per due giorni di seguito in prima pagina, con due titoli opposti. Prima "Inebriati da Pantani" e poi "Sconquasso Pantani". Candido Cannavò, alora direttore del quotidiano sportvo, si è trasformato [...] Vai alla recensione »
Nel 1998 Pantani vinse consecutivamente Giro d'Italia e Tour de France: è stata l'ultima volta che un ciclista ha ottenuto questa straordinaria doppietta, riuscita solo a sette ciclisti nella storia di questo sport. Il migliore è un documentario che meglio di altre simili operazioni cerca di sondare più l'uomo dell'atleta, anche se l'aspetto più intimo, familiare e amicale finisce comunque per essere [...] Vai alla recensione »