Caterina Caselli - Una vita, cento vite

Film 2021 | Documentario, +13 96 min.

Anno2021
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata96 minuti
Regia diRenato De Maria
AttoriCaterina Caselli .
Uscitalunedì 13 dicembre 2021
TagDa vedere 2021
DistribuzioneNexo Digital
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Regia di Renato De Maria. Un film Da vedere 2021 con Caterina Caselli. Genere Documentario, - Italia, 2021, durata 96 minuti. Uscita cinema lunedì 13 dicembre 2021 distribuito da Nexo Digital. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

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Ultimo aggiornamento martedì 23 novembre 2021

Il racconto unico e senza tempo di una grande figura della cultura italiana, icona di avanguardia musicale e di costume. In Italia al Box Office Caterina Caselli - Una vita, cento vite ha incassato 27,4 mila euro .

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
La cantante e discografica della Sugar si racconta: radici, successi, intuizioni e molto materiale d'epoca.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 20 ottobre 2021
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 20 ottobre 2021

Fine anni Cinquanta, provincia di Modena. Una ragazzina coraggiosa e intraprendente vuole a tutti i costi cantare. Prende lezioni da un maestro di musica, fa gavetta prima nei "teatri vicini alle canoniche" e nelle balere, partecipa ai concorsi per voci nuove. Col gruppo "Gli amici di Caterina Caselli" si fa notare dagli Equipe '84 da cui è scortata a Roma, a tentare il salto. Basterebbe un incontro fortunato, che infatti avviene: il presidente della Compagnia Generale del Disco (CGD) le offre un contratto. È un editore musicale di origini ungheresi, poliglotta di grande cultura e senso degli affari: Ladislao Sugar (vero nome: Lázló Sugár, in un'intervista tv ne sentiamo pronunciare correttamente il cognome, che non è la parola inglese per "zucchero"). Una manciata di intensissimi anni di Cantagiro, Sanremo, musicarelli, trasmissioni tv con Gaber e Boncompagni, rocamboleschi viaggi in auto per un'Italia che ha voglia di sognare, ballare e avere un vinile da comprare in ogni stagione. E infatti i dischi si vendono a palate.

Dietro la popolarità travolgente, un insieme di fattori. Lo spirito di cambiamento nell'aria di fine Sessanta, la voce rock e melodiosa, sorriso killer, caschetto biondo distintivo, movenze beat, e, tra i molti singoli d'impatto, un po' di fortuna nel volere due canzoni rifiutate da altri: Nessuno mi può giudicare, che da tango proposto a Celentano si trasforma in inno generazionale protofemminista e shake, e - più tenacemente - Insieme a te non ci sto più, pensato per la band di Maurizio Vandelli e trascritto per lei da Paolo Conte in Si naturale appena prima dell'incisione.

Dopo il matrimonio con Piero, figlio di Ladislao, nel 1970, e la maternità, Caselli si reinventa talent scout. Nel '77 è a capo della Ascolto, laboratorio d'avanguardia interno alla CGD che produce tra gli altri il primo album da solista di Mauro Pagani e !1978 Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano! degli Area. E poi Sugarmusic, fino alle scoperte di Andrea Bocelli, Elisa, Negramaro e molti altri.

Scritto da Renato De Maria e Pasquale Plastino, più che "su", un film "di" Caterina Caselli: figura unica, potente e autorevole dello show business finora poco esposta e visibile.

Complice il desiderio di rendere merito al solido talento di una storica impresa familiare (tra i produttori, la Sugar Play di Filippo Sugar e Elisabetta Biganzoli) si decide a ricordare, a tornare alle radici e raccontarle all'obiettivo dell'autore di Paz!, La prima linea, Amatemi, Lo spietato. Lo fa con la ieraticità di un'imperatrice bizantina e la stessa appassionata, energica determinazione della ragazza libera ed emancipata che nella prima scena passa in prova da "Nessuno mi può giudicare" a "Sono qui con voi" ("Baby Please Don't Go", pezzo anni '30 ripreso dai Them di Van Morrison a metà anni '60).

È una narrazione in linea cronologica, di cui lei è motore indiscusso e indiscutibile. Una celebrazione a cui sono invitati pochi, selezionati amici: in particolare Paolo Conte e Francesco Guccini, del cui lancio è particolarmente orgogliosa, mentre il ricordo di Morricone e dei cari che non ci sono più entrano in campo in forma di lampi di commozione.

Parlano anche le mani, sempre in nervoso movimento, che tradiscono una tensione in contrasto con un sorriso di seducente sicurezza. Sono dita da bassista, e sarebbe stato bello sapere di più di quel Fender a sei corde che campeggia nel manifesto del film e sullo sfondo di alcune inquadrature.

Meravigliosi gli archivi che corrono paralleli al ricordo, montati ad arte da Clelio Benevento, principalmente di Teche RAI, Istituto Luce e AAMOD, tra i tanti (si segnalano Volonté nella lettura di una traduzione di "Blowing In the Wind" e Guccini sbarbato che strimpella dal vivo "Auschwitz"). Un ricco patrimonio di interviste, numeri musicali e contesti storici che ha la meglio su alcune omissioni (per esempio il ritorno sul palco a Sanremo nel '90), una trattazione rapida del periodo più pop anni '80 e la conclusione affrettata relativa ad artisti scoperti e prodotti in anni ancora più recenti.

L'ospite speciale e forse unico reale interlocutore è Paolo Conte, a cui si deve il più bel complimento sul repertorio e la voce dell'amica, che ha sempre associato al canto delle lavandaie. "Quelle di una volta, sulla riva di un ruscello, che cantavano in libertà, con una naturalezza del popolo, tutta nostra. Non c'era niente di artefatto". Il titolo del film viene da "Cento giorni", altra irresistibile hit reiterata sui titoli di coda. Finale con tocco sexy soul affidato a "Com'è buia la città", versione italiana di "Ain't No Sunshine" di Bill Withers.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 12 febbraio 2022
samanta

Una bella storia semplice ma ricca nello stesso tempo di esperienze gratificanti ma anche terribili (il suicidio del padre),  persone ed eventi raccontati con naturalezza di una storia personale che s'intreccia con la storia della musica degli ultimi 60 anni, Caterina Caselli si dimosta non solo una brava cantante e manager ma anche maestra di vita.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 7 dicembre 2021
Adriano De Grandis
Film TV

A vent'anni, sul palco di Sanremo, Caterina Caselli sfiora la vittoria con un manifesto d'intenti generazionale: Nessuno mi può giudicare è la vincitrice morale di un festival che premia Modugno e la Cinquetti (Dio, come ti amo), che della Caselli è quasi l'esatto contrario, avendo esordito due anni prima con Non ho l'età. Una carriera folgorante, un soprannome (Casco d'oro) prestato dal cinema, un [...] Vai alla recensione »

giovedì 21 ottobre 2021
Simone Emiliani
Sentieri Selvaggi

Caterina Caselli è seduta in una poltrona. Apparentemente ripercorre le tappe della sua vita come in un doc classico ricostruendo attraverso le sue parole nel presente le proprie immagini del passato. Tutto è nitido, non c'è il tempo passato. L'abilità del bel documentario firmato da Renato De Maria è proprio quello di aver lasciato il volante della guida alla protagonista.

NEWS
TRAILER
mercoledì 20 ottobre 2021
 

Il racconto in prima persona di Caterina Caselli che si svela in un dialogo intenso e serrato. Dal 13 al 15 dicembre al cinema. Guarda il trailer »

FESTA DI ROMA
mercoledì 20 ottobre 2021
Raffaella Giancristofaro

Presentato alla Festa del Cinema di Roma e dal 13 al 15 dicembre al cinema. Vai all'articolo »

TRAILER
giovedì 7 ottobre 2021
 

Il racconto unico e senza tempo di una grande figura della cultura italiana, icona di avanguardia musicale e di costume. Dal 13 al 15 dicembre al cinema. Guarda il trailer »

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