Titolo internazionale | Semina il vento |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Grecia |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Danilo Caputo |
Attori | Yle Vianello, Caterina Valente (II), Espedito Chionna, Feliciana Sibilano . |
Uscita | giovedì 3 settembre 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,69 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 16 marzo 2021
Nica, 21 anni, abbandona gli studi d'agronomia e torna a casa. Lì trova un padre sommerso dai debiti e una terra inquinata. Tutto sembra perduto, ma Nica è una donna forte, e non si arrende facilmente. In Italia al Box Office Semina il vento ha incassato 29,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo 3 anni di assenza, Nica, studentessa di agronomia, torna nel suo paese in Puglia. Qui trova una situazione complessa: gli uliveti di proprietà della famiglia sono stati invasi da un parassita, il padre è pronto a qualsiasi compromesso pur di portare a casa soldi, la madre versa in una sorta di depressione a causa della mancata apertura di un negozio che avrebbe voluto gestire. Nica però non ha dimenticato i valori che la nonna le ha trasmesso e si impegna, contro tutto e tutti, per trovare una soluzione.
Dopo La mezza stagione, e dopo aver trovato lavoro come postino a Parigi, Danilo Caputo, come la sua Nica, non si arrende e torna a fare cinema nella sua terra.
Ci sono pseudoregisti che potrebbero essere ottimi postini ma che si ostinano a dirigere pseudofilm. C'è, fortunatamente, un postino (che sarà sicuramente bravo) che non rinuncia a fare il regista e si fa valere ricordandoci indirettamente il monito di una canzone di Bruce Springsteen: "No retreat no surrender". Caputo non si vuole arrendere al 'vivi e lascia vivere' che mette in bocca alla madre di Nica quando questa intende ribellarsi a un sopruso apparentemente banale (un compaesano che si toglie l'immondizia da casa depositandola davanti all'abitazione dei genitori della ragazza) rispetto al più grave tema che il film affronta.
Siamo davanti a un film che senza falsi pudori ma anche senza gridare slogan, evidenzia come talvolta basterebbe un po' più di ricerca e di impegno per superare ostacoli solo apparentemente insormontabili.
Nica ama la terra che ha lasciato e a cui torna per mettere in pratica ciò che ha appreso nei laboratori universitari. Si trova però davanti un mondo al contempo troppo 'moderno' (nel senso deteriore del termine) e troppo 'antico' (con una religiosità più da festa patronale che da fede vissuta e praticata). Resta qualche rito atavico che chi è anziano continua a ritenere valido ma che rischia di essere travolto dagli sversamenti industriali. "Chi semina il vento raccoglie tempesta" recita un proverbio popolare ma quello di Caputo non è un film pessimista. Si assume il compito, con l'ottimismo della volontà, di ricordare che non tutto è perduto e che nelle giovani generazioni si può ancora trovare un antagonismo positivo attrezzato per combattere parassiti naturali, ideologici e sociali.
SEMINA IL VENTO disponibile in DVD o BluRay |
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Voce, emozioni, parole... gli ulivi, prezioso tesoro della Terra di Puglia, sono protagonisti. Hanno parlato, comunicando la loro anima. La centralità delle immagini, accompagnate dalla musica che ne dà la chiave interpretativa, in una sobrietà di dialoghi, è propria dei film d'autore. Questo è un film d'Autore.Fortemente espressiva, la scena del falò di San Giuseppe, dove il contrasto stridente tra [...] Vai alla recensione »
Voce, emozioni, parole... gli ulivi, prezioso tesoro della Terra di Puglia, sono protagonisti. Hanno parlato, comunicando la loro anima. La centralità delle immagini, accompagnate dalla musica che ne dà la chiave interpretativa, in una sobrietà di dialoghi, è propria dei film d'autore. Questo è un film d'Autore.Fortemente espressiva, la scena del falò di San Giuseppe, dove il contrasto stridente tra [...] Vai alla recensione »
Durante la visione del film ho provato diverse emozioni: ho vissuto lo stupore nel vedere la bellezza delle immagini, la nitidezza dei colori, la verità meticolosa dei dettagli. Sono luoghi a me noti, immagini familiari... eppure le chiome di quegli ulivi ripresi nella loro maestosità faceva dire a me stessa: - che belli che sono! - .
Film piuttosto esile come composizione registica e drammaturgica. Non raggiunge la sufficienza. A renderlo insostenibile è il ritratto che ne esce di una terra sincera e contraddittoria, certamente non così sfacciatamente retorica. Soldi spesi per ricevere uno schiaffo.
Va da sé che un film del genere possa dividere il pubblico, però fa male che la limpidezza artistica e umana di un simile lavoro non sia da tutti riconosciuta e accolta con un "grazie", al di là di ogni giudizio sulla sua efficacia narrativa o sulla sua capacità di catturare lo spettatore. "Semina il vento" dice in ogni gesto, in ogni battuta, in [...] Vai alla recensione »
Oltre il regista che si scrive le recensioni da solo cosa dire: film banalissimo. Di Ermanno Olmi ce n'è solo uno. Le imitazioni lasciamole fuori dai cinema per favore.
Un piccolo,grande film che senza alzare la voce,urla tutto il disagio dei tempi moderni,senza mai arretrare di un centimetro.Quando il vero parassita si insinua nella mente umana,c'è bisogno del coraggio della consapevolezza
Ho potuto vedere in anteprima questo film a Bari presso il teatro Piccinni. Sono più di vent'anni che come Docente della Scuola di Medicina mi rico a Taranto per la Formazione di Infermieri, Fisioterapisti e ora anche di studenti di Medicina e conosco quindi molto bene la realtà della provincia tarantina. In questo film viene descritta una realtà della provincia tarantina che [...] Vai alla recensione »
Film che si allinea alla corrente Fasulo/Bispuri del naturalismo spicciolo, senza molto da dire ne da mostrare.
SEMINA IL VENTO ruota intorno a Nica che non si arrende davanti allo scontro con la generazione dei genitori e alla vastità del disastro ecologico che sta devastando la sua terra: è una sorprendente fotografia dello spirito di una generazione fuori dal coro e mai passiva, che attraverso questo film sarà capace di parlare al paese in un modo nuovo.
È stata un'esperienza viscerale, sensoriale: alla fine mi sono accorta di respirare all'unisono con Nica! Ci ho messo un po' a riprendere il mio respiro! La storia è forte: scava affondo nel particolare ma si apre all'universale, all'ancestrale. C'è un presente che con rabbia grida le contraddizioni tessute nel passato, che [...] Vai alla recensione »
Il regista scrive una poesia urbana che ha da sfondo tutto ciò che di negativo può fare l'uomo verso la propria terra e le proprie radici. La speranza arriva dalle nuove generazioni, che possano svegliare le menti addormentate da anni di false promesse di benessere da parte dell'industria pesante. Notevole la fotografia e la traccia sonora. Nel cast Feliciana Sibilano spicca per bravura e naturalezza. [...] Vai alla recensione »
Uno degli aspetti che mi hanno colpito nel film è il rapporto tra le immagini eloquenti e i dialoghi, presenti ma essenziali come essenziale è la musica della sua colonna sonora, timbricamente ambientata nel contesto naturalistico del film. La luce (molto bella la fotografia) e il vento, con il suo "suono", che accarezzano, quasi avvolgono gli ulivi, rendono lo sguardo poetico con cui il giovane regista [...] Vai alla recensione »
Il film è un'appassionata denuncia di una relazionalità distruttiva che si esplica nei riguardi della natura, accentuando patologie ambientali-ecologiche, e delle relazioni interpersonali e sociali, accentuando patologie e prevaricazioni all’interno di contesti familiari e socio-culturali-economici, fino a giustificare forme di sopruso perpetrate da poteri forti troppe [...] Vai alla recensione »
Visto ieri, sono uscito dalla sala entusiasta, e non ero il solo. Il film riesce a raccontare una bella storia, a trattare temi concreti, ma lo fa con uno stile molto interessante e con molta poesia. L'ho già consigliato a tutti i miei amici.
Semina il vento è un film che finalmente toglie alla puglia la patina edulcorata fatta da muretti a secco, fichi d'india e tamburelli. Racconta in maniera saggia tutta la problematica del sud di aver svenduto la propria terra e i propri sogni e allo stesso tempo gli stessi sogni di rivalsa e di attaccamento alle proprie radici di chi non ci sta a rassegnarsi e spera di poter ripartire dal [...] Vai alla recensione »
Alcuni hanno definito il film Semina il Vento ambientalista, ma sembra riduttivo. Trasuda di certa cultura del sud. Una generazione di "vinti", per cui l'unico modo per affrontare i problemi è solo cambiare padrone da cui essere schiacciati. Dall'industrializzazione selvaggia, cha tanto aveva promesso e nulla ha dato, al malaffare.
Incuriosito dal trailer sono andato a vederlo e devo dire che il film ha anche superato le mie aspettative. Emozionante!
Semina il vento è un capolavoro. Punto. Non vedevo un film così bello, maestoso, poetico, edificante, interessante, curato, godibile da anni. Ho apprezzato l'essenzialità dei dialoghi così da lasciar spazio alle immagini. Perfette. La storia sviluppa con sapienti pennellate, tutte al posto giusto, tutte incastrate a dovere, come in un quadro di un pittore impressioni [...] Vai alla recensione »
Mi è piaciuto molto, sia per la storia, sia per il sapiente uso delle immagini e dei suoni. E' stato molto coinvolgente
Mi aspettavo il classico film italiano, invece Semina il Vento è proprio un bel film. Bella storia, bella fotografia, l'ho visto al cinema e i suoni erano davvero belli, direi immersivi. Da vedere.
Sarà un'impressione, che insorge da subito, nella prima scena di Semina il vento, ma l'atmosfera è quella di un horror. Con tanto di ulivi in luce in piena notte seguiti dalla macchina da presa che li scova a uno a uno. Del resto ne avrebbe tutte le ragioni Danilo Caputo, alla sua opera seconda, nel considerare un plot con al centro il virus killer che ha sterminato quantità irrecuperabili di olivi [...] Vai alla recensione »
Aspirante agronoma torna nel secolare uliveto di famiglia per guarirlo dal pidocchio blu ma scopre che il padre vuole trasformare il podere in una discarica. Chi vincerà... Natura contro inquinamento e corruzione ad armi ovviamente impari. Non sarà una trama originalissima, ma non basta mai ripetere quanto sia fondamentale schierarsi con la prima, in una partita che vale vita e futuro.
Dopo essere stata via diversi anni, la prima immagine che Nica ha di casa, restituitaci dal riflesso dell'auto in corsa su cui sta viaggiando, è quella dei camini e degli altiforni del polo siderurgico. Vive in un paesino vicino Taranto. A chi l'ha accompagnata dice: «La gente preferisce morire di tumore che di fame». Chi abita lì, compresi i suoi genitori, si è ripensato, snaturando la propria vocazione, [...] Vai alla recensione »
Il mondo dei rom, e il degrado in cui spesso vivono, non sono molto conosciuti dagli occidentali, che preferiscono voltarsi dall'altra parte, salvo quando si verificano episodi di criminalità. E così anche il cinema - se si escludono le immaginifiche e grottesche trasfigurazioni di Emir Kusturica alla fine degli anni Novanta - non ha mai raccontato la loro condizione di marginalità con crudo realismo. [...] Vai alla recensione »
Danilo Caputo è un talento del cinema immersivo, un visionario che dialoga con gli stati d'animo e li traduce in condizioni esistenziali quasi tangibili, forti come una stretta di mano che comunica complicità e incute vigore. Lo aveva già dimostrato con la sua opera prima, La mezza stagione, lo afferma ancora meglio con Semina il vento (in "Panorama" alla Berlinale 70 e presto in sala con I Wonder), [...] Vai alla recensione »
Dopo tre anni Nica, studentessa poco più che ventenne di agronomia, torna a casa, in Puglia, sfuocate s'intravedono più e più volte le ciminiere e i fumi dell'ILVA, dunque siamo in provincia di Taranto. Si capisce che è un ritorno sofferto, dopo che per anni aveva tagliato i ponti con la famiglia e con il paesello, in sovrappiù proprio di recente ha appena concluso, a quanto pare, in malo modo una [...] Vai alla recensione »
Nica torna a Taranto, dove il padre è in difficoltà economiche e gli uliveti di proprietà sono minacciati dall'inquinamento e dai parassiti. La ragazza lotta contro il disastro ecologico, mentre il padre è più disponibile a scendere a compromessi. Caputo firma un dolente canto ecologico, tra lo scontro generazionale e lo stupore che la natura riesce comunque ancora a creare.