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Days, il cinema riflessivo di Tsai Ming-liang si arricchisce di un nuovo elegante capitolo

A 6 anni da Stray Dogs, il regista torna al cinema di finzione. In Concorso alla Berlinale 2020.
di Tommaso Tocci

giovedì 27 febbraio 2020 - Berlinale

Lo scorrere dei giorni accomuna due personaggi molto diversi tra loro e lontani l'uno dall'altro. A Taiwan, Kang vive in una casa immersa nella natura, con grandi vetrate attraverso le quali fissare lo sguardo, e trascorre giornate di contemplazione tra una seduta di fisioterapia, un massaggio, e altri tentativi di curare il male che lo affligge. A Bangkok risiede invece Non, un immigrato di Laos che cucina nel suo angusto appartamento. I due si incontrano in una camera d'albergo prima di tornare alle rispettive vite.

Negli ultimi anni, il cinema di Tsai Ming-liang si è evoluto verso l'essenzialità in una delle più eleganti ricerche di minimalismo del panorama contemporaneo. Pur rientrando pienamente in questa poetica, l'elegiaco e raffinato Days rappresenta una tappa significativa in quanto primo lungometraggio di finzione dall'epoca di Stray Dogs, che vinse il Gran Premio della giuria a Venezia nel 2013.

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