L'esordio alla regia di Christoph Waltz mette allo specchio l'America, i suoi falsi miti e la sua spocchia xenofoba. Disponibile dal 19 maggio esclusivamente in digitale.
di Paola Casella
Ulrich Mott è un tedesco che ha fatto fortuna negli Stati Uniti, prima sposando Elsa Brecht, celebre giornalista sua connazionale (che ha l'età per essere sua madre), poi facendosi un nome all'interno della comunità diplomatica di Washington D.C. Ulrich e Elsa abitano in una bella brownstone nel cuore del quartiere chic Georgetown, con grande disappunto della figlia della donna, Amanda, docente di Diritto costituzionale all'Università di Harvard in rotta con il "patrigno" suo coetaneo. Ma al ritorno da una passeggiata notturna, dopo una cena di quelle che hanno fatto di Ulrich il re dei salotti della capitale americana, Elsa viene trovata morta nella villetta coniugale. E Ulrich è il primo sospettato di omicidio.
Georgetown segna il debutto alla regia cinematografica di Christoph Waltz, l'attore austriaco diventato uno dei beniamini di Quentin Tarantino, che si firma qui pudicamente C. Waltz, ma appare anche come protagonista e cosceneggiatore di questa bizzarra storia di inganni e sotterfugi basata su una storia vera.