2018. Un team di veterani dell'alpinismo si sta apprestando a scalare il K2, vetta mai raggiunta in inverno dall'uomo, quando viene lanciato un allarme per il soccorso di due alpinisti in grave difficoltà. Riescono a salvare Elisabeth Revol. Dal 25 al 27 ottobre al cinema.
di Giancarlo Zappoli
Il regista Zaluski non è soltanto un uomo di cinema ma anche uno scalatore che ha raggiunto per sette volte gli ottomila metri di altezza (tra cui una volta il K2 e due l'Everest).
Conosce quindi molto bene quello che qui documenta. Ciò fa sì che quanto accade sotto i suoi occhi si traduca in immagini che non vengono filtrate da autocensure. Non c'è la retorica della montagna in loro. Non siamo di fronte ad eroi ma ad esseri umani con differenti personalità a volte contrastanti ma vi si respira la stessa passione per le imprese in quota che si trova nelle graphic novels di Jiro Taniguchi.
Gli effetti qui sono speciali non per la loro elaborazione ma per la loro forza talora devastante (valanghe e tempeste di vento in primis). Le ferite (con tanto di sequenza con punti di sutura) reali. Ma soprattutto ci sono gli esseri umani, i rapporti tra di loro e con i media. Perché questi ultimi (o almeno alcuni di essi) sono a caccia di sensazionalismi e quindi intervengono raccontando in modo sbagliato l'operazione di salvataggio che non comprende un intervento a favore del compagno di scalata di Revol perché comporterebbe dei rischi che non modificherebbero la sua situazione ormai definitivamente compromessa.