Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Svizzera, Libano |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Manu Gerosa |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,09 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 25 ottobre 2019
Due atleti di Gaza devono combattere per la loro libertà.
CONSIGLIATO SÌ
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Striscia di Gaza. Jehad è un atleta di parkour che quotidianamente si allena e prepara dei ragazzi perché migliorino le loro prestazioni in una disciplina per cui la loro formazione sportiva è internazionalmente nota. Firenze. Abdallah, che ne è stato l’esponente di punta, ha deciso di venire in Europa e ora vive in una situazione precaria a Firenze nella speranza di potersi far conoscere e sfondare su un piano professionistico.
Il film di Manu Gerosa non è il classico documentario su due atleti che hanno le stesse origini ma hanno inizialmente compiuto scelte diverse. È qualcosa di più.
È la sintesi della vita di un popolo che vive quello che un presidente degli Stati Uniti sicuramente non fazioso ed estremista, qual è stato Jimmy Carter, definì in un suo saggio ‘apartheid’. Perché i salti e le acrobazie spericolate di questi ragazzi e giovani uomini avvengono in una condizione in cui (e qui viene esplicitamente detto) non sono solo gli israeliani a comprimere le libertà ma anche gli arabi.
Quindi la sensazione di incertezza è dominante e viene veicolata da questi due protagonisti che hanno avuto lo stesso sogno: andarsene per ricominciare. Il primo lo ha fatto e ha lasciato dietro di sé una scia di rimpianto e anche un po’ di senso di essere stati abbandonati da parte dei suoi allievi. Il secondo sente la responsabilità dell’insegnamento ma, al contempo, anche il bisogno di realizzarsi altrove.
Li seguiamo in due luoghi differenti che ci offrono anche la misura (e ce n’è sempre bisogno) di come lasciare il proprio contesto socio-familiare non sia una scelta facile. La stragrande maggioranza di coloro che migrano non è composta da avventurieri o da turisti dell’ignoto. Come alcuni pretendono che sia. Sono persone come Abdallah e Jehad che la vita obbliga ad evoluzioni in cui, come nel parkour, il rischio di cadere e farsi male è sempre presente e in cui i lividi possono anche penetrare nell’anima.
Il documentario è dedicato a Tiziana Soudani, una produttrice il cui apporto professionale è sempre stato rivolto alla promozione dei diritti umani.
One More Jump. Ancora un salto, per poter oltrepassare quel muro, quella barriera spinata invalicabile. É quello che cercano di fare i protagonisti del documentario scritto e diretto da Emanuele Gerosa. La storia parallela di due amici, fondatori del gruppo "Gaza Parkour & Free Running Team" e appassionati praticanti di questo sport, si sviluppa tra Gaza, l'Italia e la Svezia: Abdallah parte, straniero [...] Vai alla recensione »
Jehad e Abdallah sono tra i fondatori della squadra di parkour presente nella Striscia di Gaza. Tuttavia, se il primo è rimasto in patria, Abdallah si è trasferito in Italia, nei pressi di Firenze, nel tentativo di diventare un atleta professionista. La speranza di un riscatto si staglia all'orizzonte per entrambi, infine, quando una competizione di parkour in Svezia attrae l'attenzione di Abdallah [...] Vai alla recensione »
Jehad e Abdallah sono tra i fondatori della squadra di parkour presente nella Striscia di Gaza. Tuttavia, se il primo è rimasto in patria, Abdallah si è trasferito in Italia, nei pressi di Firenze, nel tentativo di diventare un atleta professionista. La speranza di un riscatto si staglia all'orizzonte per entrambi, infine, quando una competizione di parkour in Svezia attrae l'attenzione di Abdallah [...] Vai alla recensione »