La seconda patria

Film 2019 | Documentario, +13 80 min.

Titolo internazionaleAnother Homeland
Anno2019
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia, Canada
Durata80 minuti
Regia diPaolo Quaregna
AttoriJohnny Stea, Florent Vollant, Carlo Polacco, Guido Antongiovanni, Paul Tana Pierre Curzi, Tony Nardi.
Uscitalunedì 8 luglio 2019
TagDa vedere 2019
DistribuzioneCinecittà Luce
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Paolo Quaregna. Un film Da vedere 2019 con Johnny Stea, Florent Vollant, Carlo Polacco, Guido Antongiovanni, Paul Tana. Cast completo Titolo internazionale: Another Homeland. Genere Documentario, - Italia, Canada, 2019, durata 80 minuti. Uscita cinema lunedì 8 luglio 2019 distribuito da Cinecittà Luce. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 luglio 2019

La vicenda dei migranti italiani in Canada, nel Quebec, una delle mete più 'invase' da nostri concittadini dalla seconda metà del secolo scorso. In Italia al Box Office La seconda patria ha incassato 3,6 mila euro .

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un prezioso documento sui migranti italiani in Quebec, per ricordarci che le barriere non sono mai una soluzione.
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 5 luglio 2019
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 5 luglio 2019

Il film, seguendo il cammino della famiglia Stea, da Sannicandro di Bari, prima minatori in Belgio nell'immediato dopoguerra, poi lavoratori occasionali a Toronto e a Montreal, infine lavoratori nelle miniere di ferro di Schefferville, nel Grande Nord canadese, offre i ritratti di nove "migranti economici" e dei loro figli che hanno saputo adattarsi a una nuova vita, attivando nuove radici, senza perdere il legame con la loro "italianità".

In tempi in cui il solo pronunciare il sostantivo 'migranti' fa scattare reazioni che spesso hanno molto poco di razionale e che spingono verso polarizzazioni che non si confrontano con la realtà quotidiana non sarà mai sufficientemente ringraziato chi ci invita a ricordare che noi, quegli italiani che per una facile propaganda vengono 'prima', siamo venuti 'prima' nel tempo anche per quanto riguarda proprio quel termine.

Siamo stati migranti a milioni ed erano i nostri nonni o bisnonni a leggere quei cartelli in cui era scritto "Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani" (nel film se ne vede uno dell'epoca). Oggi ce lo vogliamo dimenticare ma i dati che vengono presentati alla fine del film stanno lì per ricordarcelo con chirurgica ed incontestabile precisione.

Quaregna incontra persone che sono emigrate in Canada, più precisamente nel Quebec, che spesso hanno iniziato lavorando nelle miniere e che ora sentono l'Italia come una madre che non ha sofferto molto per il loro allontanamento e quella in cui vivono come una seconda patria effettiva. Ci parlano di sofferenze ma anche di gioie, di abbandoni, di distacchi anche tra genitori e figli ma anche del piacere dell'integrazione. Non è un caso che si faccia riferimento al rapporto che all'epoca si era venuto a creare con gli Innu, la minoranza autoctona del Quebec.

Tra emarginati ci si intende e ci si comprende ma ciò che Quaregna (con l'ausilio anche di sequenze di altri documentari girati nei decenni scorsi) tiene a sottolineare è la necessità dello scambio tra le culture. Come in tutte le relazioni il sistema può funzionare se entrambe le parti sono disposte a cedere qualcosa per poter al contempo ricevere. Questo processo si chiama integrazione, può essere non privo di ostacoli e difficoltà ma può dare esiti che soddisfino entrambe le parti.

Le chiusure reciproche (che apparentemente sembrano essere risolutive) di fatto producono solo danni. Essere consapevoli delle proprie caratteristiche identitarie è un pregio. Barricarcisi dentro è un grosso sbaglio. Quaregna ce lo ricorda con pacatezza ma anche con fermezza.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 3 agosto 2019
PAOLO

Non ho il piacere di conoscerla ma, da autore di questo film, mi sento in dovere di informarla che la lettura di questa sua recensione mi ha toccato fino alla commozione. Lei ha saputo dire, in poche sintetiche parole, esattamente quello che avevo nel cuore nei tre anni di lavorazione del film, nelle ore ed ore di riprese, nelle settimane di montaggio.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 16 luglio 2019
Caterina Bogno
Film TV

Tempi di magra, per la nobile arte del debunking: nessuna invasione è in corso dal Mediterraneo, eppure nell'«ecosistema della disinformazione» numeri & dati non sono più sufficienti a persuadere una parte consistente della popolazione. Non è allora un caso che il documentarista-antropologo prediliga la via, dai più disertata, dell'empatia, riservando ai migranti italiani di metà Novecento lo spazio [...] Vai alla recensione »

NEWS
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mercoledì 3 luglio 2019
 

La vicenda dei migranti italiani in Canada, nel Quebec, una delle mete più 'invase' da nostri concittadini dalla seconda metà del secolo scorso. Vai all'articolo »

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