Dance With Me

Film 2019 | Commedia 103 min.

Titolo originaleDansu Uizu Mi
Anno2019
GenereCommedia
ProduzioneGiappone
Durata103 minuti
Regia diShinobu Yaguchi
AttoriChay, Takahiro Miura, Ayaka Miyoshi, Tsuyoshi Muro, Akira Takarada Yû Yashiro.
MYmonetro Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Regia di Shinobu Yaguchi. Un film con Chay, Takahiro Miura, Ayaka Miyoshi, Tsuyoshi Muro, Akira Takarada. Cast completo Titolo originale: Dansu Uizu Mi. Genere Commedia - Giappone, 2019, durata 103 minuti. Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

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Ultimo aggiornamento giovedì 18 giugno 2020

Una donna cade nella trappola di un incantesimo e non riesce più a smettere di ballare e cantare.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
Un musical che rompe gli schemi della vita dei personaggi e, forse, quelli del cinema giapponese.
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 29 giugno 2020
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 29 giugno 2020

Shizuka Suzuki, ambiziosa dipendente di un'azienda, annega la sua infelicità nella routine lavorativa e nell'infatuazione, condivisa con le colleghe, per un brillante manager. Shizuka odia i musical e la loro insensatezza, in seguito - scopriremo - a un trauma infantile. Un giorno trova un biglietto per un parco dei divertimenti e si reca lì con la nipotina, affidatale dalla sorella per un giorno. Tra le varie attrazioni scelgono di sottoporsi alla prova del mago ipnotista, che comporta che ogni volta che sentiranno una musica, saranno costrette a danzare e cantare come in un film musical. Sulla nipote la magia non ha nessun effetto, ma Shizuka diverrà prigioniera dell'incantesimo, trasformando tutte le sue occasioni di lavoro in altrettanti disastri sul piano sociale ed economico.

Abile nell'individuare elementi di sicuro appeal presso il pubblico giapponese, Shinobu Yaguchi (Survival Family), recupera il genere cinematografico più antitetico rispetto alla presunta seriosità della società nipponica e gioca su questo contrasto fino in fondo.

L'espediente di partenza appartiene a La maledizione dello scorpione di giada o a una commedia con Jim Carrey degli anni 90, ma la direzione a cui mira Yaguchi ricorda un lavoro precedente del regista come Swing Girls: calare i personaggi in situazioni eccessive e di disagio, per spingerli a uscire dal guscio e rompere gli schemi. La posta in palio è la ricerca del proprio io più profondo.

Per Shizuka Suzuki questo significa fare i conti con la propria infanzia e con un desiderio frustrato e mai più espresso, annegato dalla routine corporativa che normalizza l'uomo e i suoi desideri. Il musical come recupero del proprio fanciullino interiore, quindi, in un arco narrativo che prevede pochissime innovazioni rispetto al canone. Shizuka scopre la patologia, intraprende un viaggio picaresco attraverso il Giappone e trova la cura, con conseguente reazione a catena. Una ripartizione assai tradizionale del racconto, che rischia in breve tempo di incappare nella ripetitività.

Ma a Yaguchi non sembra interessare lo stupore dello spettatore, così come non intende farlo ridere a crepapelle. L'idea è di intrattenere e far pensare, senza pretendere l'interpretazione di simboli che non siano elementari - le location visitate, come supermercati, strade e sale riunioni, che rappresentano altrettanti emblemi della prigionia metropolitana - ma giocando solo sulla più ovvia delle immedesimazioni. In passato ha funzionato, resta da capire se Yaguchi riuscirà a vincere l'atavica ritrosia del pubblico giapponese verso il più americano dei generi cinematografici. Straordinaria Ayaka Miyoshi nei panni di Shizuka: i suoi numeri di canto e ballo, forse ispirati da Emma Stone di La La Land, confermano la versatilità e professionalità di un'attrice sottovalutata nello star system giapponese.

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