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Ultimo aggiornamento venerdì 27 settembre 2019
Il racconto della vita di Chiara Ferragni, la più famosa fashion blogger italiana. In Italia al Box Office Chiara Ferragni - Unposted ha incassato 1,6 milioni di euro .
CONSIGLIATO NÌ
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La storia di Chiara Ferragni, imprenditrice digitale italiana, dalla nascita del suo primo blog alla costruzione di un impero nel mondo della comunicazione digitale.
Ci sono due momenti, nel documentario di Elisa Amoruso, che riescono a bucare - con la forza che solo il cinema ha - le pareti di marzapane di quella casetta mediaticamente cool che l'influencer/imprenditrice Chiara Ferragni ha costruito per sé e la sua famiglia. Il primo non è esattamente un momento, ma una sequenza di filmini girati dalla madre di Ferragni, la ex modella e scrittrice Marina Di Guardo, durante le vacanze negli anni Ottanta con la famiglia. Video in cui Di Guardo è sempre l'unica dietro alla camera: lo fa, dice, per "tenere traccia" del passato, ma l'impressione è piuttosto un'altra. E cioè che la donna usi l'obiettivo come un filtro, o meglio una barriera, per tenere a distanza il resto del mondo (quella bella famiglia, scopriremo più avanti, è destinata di lì a poco a sfasciarsi.
Chiara nei primi anni dell'adolescenza sembra essere il soggetto preferito dei filmini della madre. Si sbraccia, fa le facce buffe, la chiama, attira l'inquadratura provando in tutti i modi a conquistarne l'attenzione. Sono le immagini seminali dell'universo Ferragni: una bambina che cerca il consenso della madre attraverso l'obiettivo di una videocamera.
Il secondo momento ha invece a che fare con un'altra Chiara. Ormai adulta, la ragazza incontra un'ammiratrice che le chiede una foto. L'influencer impugna il cellulare. Scatta. Ri-scatta. E scatta ancora. In quegli impercettibili movimenti del collo, in quei microaggiustamenti di luce e inquadratura, in quel cliccare rapido del pollice e nella mostruosa concentrazione che richiede la messa in scena, c'è tutto quello che - nel frattempo - è diventata la bambina di prima: una donna capace di controllare l'immagine che passa attraverso l'obiettivo, un'immagine fatta per conquistare il consenso del (web)mondo.
Sarebbe stato un bel documentario, Chiara Ferragni - Unposted, se Amoruso avesse scelto di proseguire l'indagine del "fenomeno" sui binari scomodi di una storia personale più intima di quella che rimbalza ottusamente, da anni, sulle pareti della bolla social. E invece tutto, a eccezione di quei momenti, finisce per affogare nel mare di un racconto che obbedisce a un solo apologetico imperativo: l'aurea gentilezza di Chiara e l'assenza di conflitto nella sua comunicazione. Chiara è gentile, Chiara ama la vita, Chiara non aggredisce nemmeno gli haters, ci viene ripetuto in continuazione.
Non c'è conflitto nell'entrata di Ferragni nel mondo esclusivo della moda: Chiara dice di aver fatto fatica a emergere, ma Amoruso non ci mostra come sia stato possibile che la figlia di un dentista di Cremona finisse a far défilé con Anna Wintour. Non c'è conflitto nella storia patrimoniale di Ferragni, perché la separazione da Riccardo Pozzuoli, suo ex socio e cofondatore del blog 'The Blond Salad', viene liquidata come "tradimento" e archiviata in un battito di tacchi. E soprattutto, nonostante Ferragni esponga il proprio corpo - reale e digitale - in un ambiente conformista come quello della moda, non c'è nessun accenno alla lotta necessaria per mantenere di fronte a tutti quell'esteriore perfezione.
Nel racconto per immagini, però, il cammino dell'eroe non può essere privo di ostacoli. La mancanza di conflitto, perfettamente funzionale alla socialcomunicazione, in Chiara Ferragni - Unposted finisce per uccidere la narrazione. E così un film nato per essere un documentario finisce per diventare qualcos'altro: un lungo, ridondante spot pronto per la televisione.
Chiara Ferragni Unposted è un documentario che sembra avere principalmente un obiettivo: demolire elegantemente il mito che Chiara Ferragni debba tutto all’ex fidanzato Riccardo Pozzoli. Cancellare l’idea che lei fosse solo immagine, mentre il giovane imprenditore laureato in Bocconi creava The Blonde Salad sulla base di un autentico business-plan e un cospicuo investimento iniziale. [...] Vai alla recensione »
Ho retto meno di 10 minuti , piu che un documentario è una parodia inconsapevole di questa "celebrity" nostrana . Non ignoro il fenomeno mediatico ma farne un film ma sopratutto farlo vedere in giro è pensare di essere qualcosa di interessante cosa che non è (almeno per me) meglio i film di Yoko Ono con la mosca su una chiappa .
Orribile... tutto così perfetto, non sbaglia mai nemmeno di una virgola, quel film sembra tutto così dettato.
Parla come un libro stampato, Chiara Ferragni: più che per frasi fatte, per una precisa strategia di comunicazione sulla quale lavora da sempre, e se qualche volta parla di sé in terza persona "è perché ho un'idea della Chiara che vorrei essere". Imprenditrice digitale, influencer da 17 milioni di follower in tutto il mondo, caso aziendale studiato all'Università di Harvard, moglie di una star della musica come Fedez, madre di Leone, l'infante più seguito del web (con buona pace della Corona britannica), Chiara risponde a quasi tutte le domande, ma il suo produttore interviene immediatamente per fermare quelle su Riccardo, il suo ex fidanzato e business partner, con sui si è interrotto ogni rapporto. E nel suo modo di esprimersi è tutto super, tutto luminoso e splendente.
A Venezia per presentare il documentario Chiara Ferragni - Unposted diretto da Elisa Amoruso, ha già attirato al Lido centinaia di follower che fanno la fila per la proiezione pubblica di questa sera e la aspettano ad ogni angolo in cerca di un selfie o di un autografo.
Che effetto le ha fatto vedersi attraverso uno sguardo diverso dal suo? È stato difficile lasciare il potere di raccontare la mia storia a qualcun altro, perché da quando avevo 16 anni mi sono sempre raccontata da sola attraverso i social. Ma con Elisa ho sentito subito un'intesa, una sensibilità particolare nel toccare temi anche profondi e nello scavare all'interno di me, riuscendo a scoprire parti che io stessa non conoscevo. Dove ha imparato a raccontarsi? Mia madre mi ha insegnato questo modo di esprimermi davanti alla telecamera fin da piccola, nei filmini di famiglia che lei girava continuamente. Ha sempre avuto una grande fiducia in me e mi ha sempre fatto sentire speciale. Fin da piccola ho messo parte della mia vita a favore degli utenti, per condividerla con il mondo e vedere cosa il mondo pensasse di me, e per trovare una corrispondenza di me stessa nel mondo. Da adolescente non ho avuto un gruppo di amici forte e ho preferito cercare la mia identità nel mondo esterno. È andata bene da subito? No, all'inizio molti scrivevano: "A chi interessa questa condivisione ossessiva di quello che fai?" Con l'arrivo di Instagram però è cambiato il modo di comunicare e le distanze si sono accorciate, anche con i brand. Tutti possono ambire a comunicare qualcosa, sollevare una questione o creare un dibattito. Tutti possono mostrarsi per come vogliono essere, o per come sono: sta a loro la scelta. Che effetto le fa ritrovarsi alla Mostra del cinema di Venezia? È un grandissimo onore. Fin dall'inizio delle riprese abbiamo sognato di poter avere la premiere del documentario al Lido e presentarlo al mondo, ma ci sembrava un sogno troppo grande. Non voglio certo paragonarmi ai divi che sono qui, ma mi fa piacere che ci sia curiosità verso il film e verso la mia persona.
Chiara Ferragni non esiste. Chiara Ferragni è sempre altrove, un'altra più in là: una Chiara aspirazionale, "la Chiara che vorrei". Unposted, il documentario per la regia di Elisa Amoruso agli Sconfini di Venezia 76, è un oggetto misterioso: Netflix avrebbe voluto un resoconto intimo, il backstage personale - non se n'è fatto nulla; questo è un ibrido, ovvero la Chiara "privata" spiega e "rivela" quella [...] Vai alla recensione »
È un film sul linguaggio ossia, godardianamente, sulla comunicazione attraverso simboli comuni a individui di uno stesso ambiente. E dunque per criticare Chiara Ferragni - Unposted questo ambiente - cioè Instagram, con il suo miliardo di "account attivi" - bisognerebbe averlo frequentato. In questo senso il film si pone come un'extension perfetta del profilo di Ferragni, forte di 17,3 milioni di follower. [...] Vai alla recensione »
C'era una volta una bambina molto bella che veniva bene in foto. Aveva già dimestichezza con la rappresentazione di sé, la piccola Chiara. Dopo sarebbe diventata la Ferragni. Una pioniera dei blog, poi social, dove esplode come influencer, bravissima a comunicare la propria passione per la moda con uno stile grafico e linguistico moderno e accattivante (il suo blog del 2009 The Blonde Salad meriterebbe [...] Vai alla recensione »
E' vero, come spiega una delle voci letterate intervistate da Amoruso sul "fenomeno Ferragni", che l'influencer e imprenditrice digitale ha reinventato lo storytelling facendo a meno, per la propria narrazione infinita, del "conflitto" come motore di ogni storia (o story...). Un paletto considerato irremovibile dai costruttori di meccanismi narrativi dall'alba dei tempi, superato dalla pratica quotidiana [...] Vai alla recensione »
C'è qualcosa che ancora non sappiamo su Chiara Ferragni? Questo film è un'immersione a 360° nella sua sfera pubblica e interiore: per osservare la posizione che ha conquistato nei mercati della moda e del lusso attraverso i social media, per decodificare ciò che rimane incomprensibile per il pubblico dei social e per indagare come le strategie di marketing e i metodi di intrattenimento siano cambiati [...] Vai alla recensione »
Cosa c'è di mai visto e sentito nella vita di Chiara Ferragni da mettere in un documentario? Praticamente un bel nulla. Chiara Ferragni - Unposted è il vero pacco rigorosamente laccato e social di Venezia 76. Va bene che la collocazione è nella sezione Sconfini, ma almeno il limite della spudorata agiografia poteva essere rispettato. Megaspot gratuito sull'impero Ferragni con grafici dei fatturati [...] Vai alla recensione »