Un esordio che si concede le giuste libertà espressive per sfuggire alle classificazioni. Una (tragi)commedia fuori dagli schemi
. Recensione di Paola Casella, legge Gaia Petronio.
di A cura della redazione
Milla, 15enne, sta pensando di buttarsi sotto la metropolitana quando incontra Moses, ventenne senza fissa dimora. È un incontro fatale in molti sensi, perché entrambi hanno una certa familiarità con la morte, lei perché gravemente malata, lui perché tossicodipendente.
Per il suo debutto alla regia l'australiana Shannon Murphy sceglie il genere "sick lit", che racconta storie d'amore con un protagonista malato. La regia, scardinando il genere dal di dentro, si muove irrequieta seguendo lo smarrimento dei personaggi, spiazzandoci con prospettive non convenzionali, alternando momenti esilaranti a pause strazianti.
Ma né la malattia né la storia d'amore sono l'argomento centrale di Babyteeth, bensì il desiderio di crescere oltre la fase infantile dei "denti da latte" del titolo, per affrontare la vita senza darcela a gambe.
Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Babyteeth ha vinto il Premio Marcello Mastroianni al miglior attore esordiente Toby Wallace.
Gaia Petronio interpreta la recensione di Paola Casella.