Il regista svedese ripropone la formula che lo ha portato già a vincere il Leone d'Oro. A Venezia 76.
di Giancarlo Zappoli
Una sovrapposizione poetica di quadri che catturano momenti di vita. Alcuni dei personaggi ritratti sono Adolf Hitler, una direttrice marketing, una donna che ama lo champagne e un prete. La narrazione è guidata dalla voce calda di una donna, una sorta di Scheherazade (delle Mille e una notte) che racconta la storia dell'umanità e invita gli spettatori a riflettere sulla preziosità e la bellezza della nostra esistenza.
Recensire questa nuova prova di Roy Andersson richiede un doppio parametro di valutazione.