47 Metri - Uncaged

Yucatan, Messico. Mia e Sasha, sorellastre, non vanno molto d'accordo. Mia è introversa, timida e viene bullizzata a scuola. Sasha è sicura e disinvolta e anche un po' infastidita dall'atteggiamento passivo di Mia. Il fatto che la famiglia si sia dovuta trasferire in Messico a causa del lavoro del padre, che si occupa di ricerche archeologiche sottomarine, non aiuta Mia, che si sente fuori posto. Per favorire l'intesa tra le sorellastre, il padre compra loro i biglietti per un'escursione su una barca dal fondo vetrato per vedere gli squali. Ma Sasha ha un'altra idea e, con le amiche Alexa e Nicole, trascina Mia sino a un laghetto nascosto da dove si può accedere alla città sommersa dei Maya, sede, da un altro accesso, delle ricerche del padre. Adeguatamente attrezzate, le ragazze si immergono nelle caverne sottomarine, ma gli squali le attendono.

La situazione presenta delle forti similitudini con quella che caratterizzava il fortunato 47 metri, nel senso che ci sono due sorelle sott'acqua e ci sono gli squali. Però le differenze nello sviluppo degli avvenimenti e anche nelle caratterizzazioni psicologiche delle sorelle sono consistenti e diverso è anche l'approccio alla materia, un approccio più movimentato e vivace, meno situazionale.

Anche la presenza di un maggior numero di personaggi - le amiche di Sasha, ma non solo - movimenta la vicenda e fornisce il supporto per un maggior numero di colpi di scena. In questo modo, il film perde in parte la peculiarità strutturale del primo film - un abile esercizio di stile in un ambiente claustrofobico, drammatico e ansiogeno - per privilegiare un andamento più avventuroso, spettacolare e ricco di colpi di scena, pur mantenendo, tra passaggi stretti e cunicoli ciechi, un alto tasso di claustrofobia.

In sostanza, un approccio forse più ordinario, ma che nell'insieme conduce a esiti riusciti sotto il profilo dell'intrattenimento e della tensione suscitata. Johannes Roberts si dimostra capace di variazioni sul tema ed è sempre molto a suo agio nello sfruttare abilmente l'ambientazione sottomarina dove si svolge la gran parte del film.

L'introduzione della città sommersa dei Maya fornisce una scenografia suggestiva, ma, come nell'altro film, è la presenza degli squali, ben sfruttata ai fini della creazione di una suspense dinamica, a caratterizzare il film: in questo caso - ed è una variante interessante - si tratta di squali ciechi, a causa della permanenza nei fondali.

Certo, il comportamento delle ragazze è fin troppo irresponsabile, ma, preso come necessaria premessa all'azione, accettabile. I colpi di scena sono in numero sufficiente da tenere desta l'attenzione degli spettatori. Il finale concitato e pieno di rivolgimenti richiede molto alla sospensione dell'incredulità, ma è indubbiamente divertente nei suoi eccessi.

Gli effetti speciali sono di buona fattura, non solo quelli riguardanti gli squali. La recitazione è nel complesso non più che accettabile. Da segnalare, nel quartetto delle protagoniste, la presenza di Sistine Stallone, figlia di Sylvester. 

47 metri - Uncaged è il seguito ufficiale del primo 47 metri, thriller con sfumature horror uscito al cinema nel 2017. In questo nuovo capitolo di quella che si propone di essere una saga, le due adolescenti, che sono anche sorelle adottive, Mia e Sasha, arrivano in una nuova scuola: qui le due ragazze iniziano ad avere dei contrasti in pubblico sicché il padre di Mia decide di portarle in gita per far sì che possano superare i contrasti e legare un po'. Il piano è di noleggiare una barca e fare un giro in mare per vedere gli squali bianchi, creando un'occasione per cui le due (neo)sorelle possano riavvicinarsi. A sorpresa, partecipano alla gita anche alcune delle nuove compagne di classe delle due ragazze e quello che doveva essere solo un passatempo di mezza giornata in mare prende una piega del tutto inattesa...

«Quando abbiamo girato il film, nella Repubblica Dominicana, era tutto abbastanza spaventoso perché facevamo finta di dover fuggire dagli squali ma eravamo terrorizzati dall'idea che ci potesse davvero essere uno squalo da qualche parte».
Corinne Foxx

Dopo il grande successo di pubblico del primo film (costato poco più di cinque milioni di dollari e capace di incassarne oltre sessanta in tutto il mondo), ecco arrivare puntualmente il sequel che, però, è tale solo per via dell'ambientazione marina: i personaggi del primo capitolo non tornano in questa nuova produzione che, invece, vanta un cast completamente rinnovato.

Anche dal punto di vista della sceneggiatura non ci sono quasi punti in comune tra le due trame, che si sviluppano a partire da spunti narrativi piuttosto differenti. Il trait d'union principale tra i due film, tolta l'ambientazione marina, è la regia di Johannes Roberts, che dirige anche questo seguito rimanendo nel solco del genere thriller-horror-drammatico.

Tecnicamente 47 metri - Uncaged è un survival, cioè appartiene quel filone dell'orrore in cui i protagonisti sono minacciati da una qualche minaccia mortale e intraprendono una corsa contro il tempo per salvarsi la vita. Per fare un esempio, Alien è forse il survival più noto ma si tratta di un topos molto ricorrente nell'horror.

Per quanto riguarda il cast, non ci sono attori particolarmente noti: le due protagoniste sono interpretate da Sophie Nélisse e Corinne Foxx, che sono accompagnate quasi solo da altre attrici donne tra cui Brianne Tju, Brec Bassinger, Nia Long, a cui si accosta anche John Corbett, unica presenza maschile di rilievo. Curiosamente, la Foxx e Sistine Stallone, anche lei presente nel film, sono entrambe figlie d'arte: sono infatti rispettivamente la primogenita di Jamie Foxx e la quinta figlia di Sylvester Stallone.