Tutti pazzi a Tel Aviv

Film 2018 | Commedia, +13 97 min.

Regia di Sameh Zoabi. Un film Da vedere 2018 con Kais Nashif, Lubna Azabal, Yaniv Biton, Nadim Sawalha, Maisa Abd Elhadi. Cast completo Titolo originale: Tel Aviv on Fire. Genere Commedia, - Lussemburgo, Francia, Belgio, Israele, 2018, durata 97 minuti. Uscita cinema giovedì 9 maggio 2019 distribuito da Academy Two. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,18 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 31 maggio 2019

La vita di un giovane sceneggiatore palestinese. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards, In Italia al Box Office Tutti pazzi a Tel Aviv ha incassato 372 mila euro .

Consigliato sì!
3,18/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,17
PUBBLICO 3,37
CONSIGLIATO SÌ
Il regista palestinese sceglie la strada della commedia per raccontare le difficoltà di dialogo tra i due popoli. Non una leggerezza ma un segnale di consapevolezza.
Recensione di Marianna Cappi
venerdì 7 settembre 2018
Recensione di Marianna Cappi
venerdì 7 settembre 2018

Salam è un trentenne che vive a Gerusalemme e lavora a Ramallah. È stato assunto da poco da uno zio come stagista sul set di una famosa soap opera palestinese, Tel Aviv on Fire. Ogni giorno, per raggiungere lo studio televisivo, deve passare dal rigido checkpoint israeliano, sorvegliato dalla squadra di militari del comandante Assi. Poiché la moglie di Assi è una grande fan della serie televisiva, e Salam si è spacciato per sceneggiatore, Assi esige di farsi coinvolgere personalmente nella stesura della storia. In un primo tempo, la carriera di Salam ne beneficia, al punto che viene realmente assunto per scrivere il seguito, peccato, però, che l'ufficiale israeliano e i finanziatori arabi non intendano il finale nello stesso modo.

Il fatto che il regista e sceneggiatore Sameh Zoabi abbia optato per la commedia per raccontare la vita al tempo di uno dei più dolorosi e insolubili conflitti della storia contemporanea non deve essere letto come una dichiarazione di leggerezza, ma come segnale di una consapevolezza.

Ridere di noi stessi aiuta a sopprimere la rabbia e pone nella giusta prospettiva per trovare una soluzione alla frustrazione. Tel Aviv on fire affronta l'occupazione, l'abuso di potere, persino (o più che mai) l'irrazionalità di alcuni noti comportamenti dei due fronti, su un piano traslato, quello della messa in scena fittizia (e piuttosto becera) della soap, e lo fa per dire che un dialogo è possibile, un finale è possibile, persino una nuova stagione, forse: a patto di ascoltarsi, per quanto pessime e incondivisibili possano sembrare all'inizio le idee dell'altro.

Dentro gli ingranaggi di un film che scorre fluido, senza grandi pretese, sfruttando gli spunti offerti dello strumento comico dell'iperbole ma senza farsi tentare da attacchi di bassa lega, Zoabi, attraverso il personaggio dell'inesperto Salam, scrive un piccolo romanzo di formazione, nel quale viene premiato il pensiero che nasce dal cuore, per quanto melenso possa apparire ("i fichi come frutto dell'amore"), anziché la frase fatta, la domanda retorica, il botta e risposta senza speranza di cui è scritta la storia dell'opposizione israelo-palestinese.

Il regista si diverte, cioè, a mettere il suo dinoccolato protagonista in una situazione complicata e potenzialmente "esplosiva" (per usare un termine volontariamente ambiguo, che innesca una miccia anche all'interno del film), per vedere come se la caverà alle prese con prospettive così comicamente divergenti, che potrebbero però avere drammatiche conseguenze reali. Anche il mondo apparentemente più lontano dalla politica che si possa immaginare, infatti, come quello dell'intrattenimento televisivo per signore, in un clima sociale perennemente sul punto d'infiammarsi non è immune da responsabilità. Salam, insomma, dovrà farsi venire una buona idea. Sameh Zoabi, nel piccolo del suo film, ce l'ha avuta.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 6 settembre 2018
Peer Gynt

Intelligente e divertente commedia di un regista palestinese giunto al suo terzo lungometraggio, il film sa divertire ma anche far riflettere sul difficile rapporto fra palestinesi e israeliani. Con toni woodyalleniani (difficile non pensare a "Pallottole su Broadway"), si racconta la storia di Salam, giovane palestinese che fa l'assistente ai dialoghi per una notissima e seguitissima [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 maggio 2019
vanessa zarastro

“Tutti pazzi per Tel Aviv” è una commedia satirica divertente che ha il merito di parlare di cose drammatiche in maniera allegra, e csì persino nel trattare il Medioriente si può trovare il modo di far sorridere. Salam (interpretato dal bravo Kais Nashif) è un ragazzo poco attendibile e con poca voglia di lavorare.

lunedì 20 maggio 2019
francesca meneghetti

Siamo abituati ad apprezzare l’umorismo ebraico, un retaggio che si deve in parte alla raffinata educazione europea, in parte alla formazione religiosa che educa al rovesciamento delle prospettive (e l’ironia ha appunto a che fare con il suo opposto, ma si veda l’indovinello dei due spazzacamini raccontato da Primo Levi in “Se non ora quando”, e riassunto qui: http://moked.

lunedì 13 maggio 2019
Siebenzwerg

Non è il primo caso in cui una storia si sviluppa tra finzione-fiction e realtà (ricordo "La zia Julia e la telenovela, da Vargas Llosa), ma se si riesce a padroneggiare il tutto (come è in questo caso), i rimandi dall'immaginazione alla realtà, dal sogno al desiderio, possono produrre effetti simpatici e un divertimento intelligente.

domenica 21 gennaio 2024
Sko

Interessante amche per capire la parte antropologica Consigliato

giovedì 23 gennaio 2020
Paola D. G. 81

Un film simpatico e originale per riflettere sul conflitto israelo-palestinese. Fantastico il protagonista maschile.

giovedì 13 giugno 2019
Emanuele 1968

Regista astuto, questa pellicola mi pareva un film politico in chiave di commedia, non e un capolavoro però ha il suo perchè.

venerdì 17 maggio 2019
luca cusani

Bene l'idea di affrontare l'eterno conflitto israelo palestinese in una chiave più leggera, però alla fine è un'occasione sprecata. Il film è monocorde e senza ritmo, in ogni istante si aprirebbero infinite possibilità per far decollare la trama e soprattutto di inserire elementi di riflessione sul conflitto e invece non accade praticamente mai (sono solo [...] Vai alla recensione »

Frasi
Se io dico a una donna sei una bomba... è un complimento o un'offesa?
Una frase di Salam (Kais Nashif)
dal film Tutti pazzi a Tel Aviv - a cura di MYmovies.it
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
lunedì 13 maggio 2019
Veronica Garbagna
Duels.it

Salam è un trentenne palestinese. Bei modi e bei capelli. Ha un che di mediorientale che buca lo schermo. Di lavoro, fa l'assistente di produzione e controlla i dialoghi della soap opera più amata e seguita in Palestina e in Israele.Tel Aviv brucia (il titolo della soap), racconta di una affascinante spia palestinese che nel 1967 deve sedurre ed eliminare un potentissimo generale israeliano.

sabato 11 maggio 2019
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Uno spasso vero, dalla prima all'ultima scena. Detto tra noi che abbiamo un debole per la commedia, una risposta intelligente a film come "Sarah & Saleem - Là dove nulla è possibile" di Muayad Alayan: è possibile parlare di confini e di conflitti senza punire lo spettatore con un film didattico. Da uguali blocchi di partenza: Sameh Zoabi è palestinese, ha fatto l'università a Tel Aviv e un master alla [...] Vai alla recensione »

sabato 11 maggio 2019
Valerio Caprara
Il Mattino

Onore al regista palestinese Zoabi che ha il coraggio di guardare al più tragico conflitto della storia recente con uno sguardo non ottenebrato dall'odio: in "Tutti pazzi a Tel Aviv", infatti, un pugno di personaggi arabi e israeliani si trovano invischiati nello sviluppo della soap ultra kitsch "Tel Aviv brucia" che furoreggia in tv al di qua e al di là dei check-point.

sabato 11 maggio 2019
Paola Piacenza
Io Donna

Lo diceva Woody Allen: «La vita non imita l'arte, imita la cattiva televisione». Ed è proprio quello che fa Salam, tuttofare sul set di una soap prodotta dallo zio, dal titolo inequivocabile Tel Aviv on Fire (Tel Aviv in fiamme). Uomo senza qualità, precario, innamorato di una donna che non lo vede - Salam fa il pendolare tra Gerusalemme e gli "Studios" di Ramallah, capitale amministrativa dell'Autorità [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 maggio 2019
Bruno Deruisseau
Les Inrockuptibles

Il secondo lungometraggio di Sameh Zoabi rischia una doppia scommessa. La prima per il regista palestinese è accettare la sfida di realizzare una commedia sul conflitto israelo-palestinese a partire dall'incrocio di culture diverse. La produzione è israeliana, il cast mescola attori di entrambe le parti, i dialoghi sono in arabo, ebraico, inglese e francese.

venerdì 10 maggio 2019
Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

"Dire a una donna sei una bomba è un'offesa o un complimento?". Se dalle nostre parti non ci sono dubbi, questi si palesano in certi territori sensibili, fra cui la tormentata Cisgiordania il cui muro separa la quotidianità di chi vi abita. Tra loro è l'aspirante sceneggiatore palestinese Salam, arruolato da dialoghista in ebraico dallo zio produttore per la sit com superpopolare sia fra arabi che [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 maggio 2019
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Finale grottesco, ma pacifico e d'integrazione, questo possiamo dirlo. Finirà così, prima o poi, la questione palestinese? Va bene anche il grottesco se necessario, purché una soluzione viva. Non migliorano le cose in Israele purtroppo, ma fino a qualche tempo fa un resoconto della situazione in chiave di commedia degli equivoci, segno di coscienza dell'assurdo, sarebbe stato impossibile.

giovedì 9 maggio 2019
Giovanna Branca
Il Manifesto

«La grande illusione che non cambia niente, come gli accordi di Oslo»: così il produttore di una soap opera girata a Ramallah e ambientata nel 1967 della Guerra dei sei giorni, molto seguita anche in Israele - definisce l'ipotetico finale «conciliatorio» in cui l'ufficiale israeliano sposa la spia palestinese. Il titolo della fiction è Tel Aviv on Fire, una specie di Gli occhi del cuore in tempo di [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 maggio 2019
Emiliano Morreale
La Repubblica

L'arabo Salam vive a Gerusalemme e lavora per una soap palestinese prodotta a Ramallah. Ogni giorno attraversa un posto di blocco israeliano e l'ufficiale di stanza, incuriosito, gli chiede notizie sulla produzione. Sua moglie, infatti, è una fan della trasmissione, che pure ha un violento sottotesto antisionista. A ogni passaggio, il militare comincia a intervenire sempre più, utilizzando il proprio [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 maggio 2019
Maurizio Acerbi
Il Giornale

Salam, un palestinese che vive a Gerusalemme, scrive dialoghi per la nota soap Tel Aviv brucia, girata a Ramallah. Per andare al lavoro, deve superare il posto di blocco israeliano dove Assi, comandante del checkpoint, gli impone di modificare la trama, per impressionare la moglie, fedele spettatrice. Una commedia satirica, davvero divertente, per raccontare la questione arabo-israeliana, mettendo [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 maggio 2019
Chiara Parma
Cult Week

Sameh Zoabi, regista palestinese classe '75, ha esordito nel lungometraggio con Men without a cellphone, nel 2011: il suo terzo film, Tutti pazzi a Tel Aviv, presentato alla Mostra di Venezia lo scorso anno nella sezione Orizzonti, esce ora in Italia. Il regista porta sullo schermo una commedia che, con un senso di grande ironia, non vuole banalizzare un argomento drammatico e forte come la situazione [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 maggio 2019
Marco Minniti
Quinlan

Salam, trentenne palestinese che lavora per una popolare soap opera, deve attraversare ogni giorno un posto di blocco israeliano per arrivare a Ramallah, dove ci sono gli uffici della produzione. Un giorno, una battuta di troppo provoca il fermo dell'uomo, e il suo interrogatorio da parte del militare Assi; con grande sorpresa di Salam, questi gli rivela che sua moglie è una fedele spettatrice della [...] Vai alla recensione »

martedì 7 maggio 2019
Roberto Manassero
Film TV

Tel Aviv è la città di cartone, lo sfondo dell'immaginaria serie tv palestinese le cui riprese funzionano da centro narrativo del terzo film di Sameh Zoabi. Ramallah e Gerusalemme, invece, sono le città vere del racconto, una la sede del set della serie, l'altra il luogo dove abita il protagonista Salam, un assistente di produzione palestinese che ogni giorno per recarsi al lavoro deve attraversare [...] Vai alla recensione »

martedì 7 maggio 2019
Antonio D'Onofrio
Sentieri Selvaggi

Salam, un palestinese che vive a Gerusalemme, lavora come assistente di produzione sul set di Tel Aviv on fire, ed ogni giorno attraversa il checkpoint per recarsi a Ramallah, il luogo in cui si effettuano le riprese. Tel Aviv on fire è una popolare soap opera ambientata nel fatidico anno 1967, noto alle cronache internazionali per la Guerra dei sei giorni, un conflitto destinato a cambiare l'assetto [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 maggio 2019
Emanuela Genovese
La Rivista del Cinematografo

In Italia arriva con il titolo Tutti pazzi a Tel Aviv, ma il titolo originale Tel Aviv on Fire rende ancora di più la sottile ironica promessa che il film rivolge allo spettatore: siamo a Tel Aviv e si parlerà di un fuoco, di una "pazzia", di una passione incontrollabile per una soap opera, che si intitola proprio Tel Aviv on Fire, il cui set è dentro Ramallah, la città situata a 18 chilometri da Gerusalemm [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 maggio 2019
Alessandra De Luca
Ciak

Salam, un affascinante trentenne palestinese che vive a Gerusalemme, fa l'assistente ai dialoghi per una notissima e seguitissima soap-opera, intitolata Tel Aviv brucia, prodotta a Ramallah. Ogni giorno, per raggiungere gli studi televisivi, Salam deve passare attraverso un posto di blocco israeliano. Qui incontra il comandante incaricato del posto di blocco, Assi, la cui moglie è una fedelissima fan [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 maggio 2019
Sara Del Corona
Marie Claire

Una commedia che prova a seppellire l'ascia di guerra tra palestinesi e israeliani là dove le bombe non servono a nulla. Un comandante israeliano che presidia il checkpoint per entrare a Ramallah, inizia a suggerire a uno stagista di una popolare soap palestinese, che si spaccia per lo sceneggiatore, dei pezzi della storia. All'inizio va tutto bene e Salam, lo stagista, fa un figurone sul set.

giovedì 9 maggio 2019
Alessandra Levantesi
La Stampa

Una Mata Hari araba dall'accento francese, un romantico generale israeliano e un agguerrito resistente palestinese: sono i popolarissimi protagonisti di Tel Aviv in fiamme, incandescente soap-opera ambientata sullo sfondo della Guerra dei sei giorni che, pur girata in ottica palestinese, tiene ogni settimana inchiodato davanti alla tv il pubblico di entrambi i fronti.

NEWS
TRAILER
martedì 30 aprile 2019
 

Salam è un trentenne che vive a Gerusalemme e lavora a Ramallah. È stato assunto da poco da uno zio come stagista sul set di una famosa soap opera palestinese, Tel Aviv on Fire. Ogni giorno, per raggiungere lo studio televisivo, deve passare dal rigido [...]

VIDEO RECENSIONE
martedì 30 aprile 2019
A cura della redazione

Salam è stagista sul set di una famosissima soap opera palestinese. Vive a Gerusalemme e ogni giorno passa dal checkpoint israeliano, sorvegliato dai militari del comandante Assi, che esige di farsi coinvolgere nella stesura della storia.

GUARDA L'INIZIO
venerdì 3 maggio 2019
 

Salam, un affascinante trentenne palestinese che vive a Gerusalemme, fa l'assistente ai dialoghi per una notissima e seguitissima soap-opera, intitolata Tel Aviv brucia prodotta a Ramallah. Ogni giorno, per raggiugere gli studi televisivi, Salam deve [...]

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mercoledì 17 aprile 2019
 

Salam è un trentenne che vive a Gerusalemme e lavora a Ramallah. È stato assunto da poco da uno zio come stagista sul set di una famosa soap opera palestinese, Tel Aviv on Fire. Ogni giorno, per raggiungere lo studio televisivo, deve passare dal rigido [...]

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martedì 16 aprile 2019
 

Salam è un trentenne che vive a Gerusalemme e lavora a Ramallah. È stato assunto da poco da uno zio come stagista sul set di una famosa soap opera palestinese, Tel Aviv on Fire. Ogni giorno, per raggiungere lo studio televisivo, deve passare dal rigido [...]

winner
premio orizzonti miglior attore
Festival di Venezia
2018
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