La bellezza delle immagini contro le brutture del mondo: impossibile non restare ammirati. Recensione di Marianna Cappi, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
Negli anni Settanta, ad Harlem, la diciannovenne Tish aspetta un bambino dall'amore della sua vita, Fonny. Ma dovrà dirglielo attraverso un vetro, perché Fonny è stato incarcerato per un crimine non commesso. C'è un poliziotto bianco di mezzo e far vincere la verità appare un'impresa sempre più difficile.
Dopo aver vinto l'Oscar con Moonlight, Barry Jenkins porta sullo schermo un romanzo scritto dopo gli assassinii di Malcolm X e Martin Luther King e dunque intriso di tutta la disillusione e la rabbia di quel momento, eppure un romanzo pieno di amore. Il film ricorre spesso al primissimo piano: l'estrema prossimità racconta la sincerità dei personaggi e la trasparenza delle loro anime.
Che conquisti o meno, quello di Jenkins è uno statuto: la bellezza delle immagini contro le brutture del mondo.
In occasione dell'uscita al cinema di Se la strada potesse parlare, in sala dal 24 gennaio, Veronica Bitto interpreta la recensione di Marianna Cappi.