Intervista dal taglio storico a un leader dalle origini umili ma dalla straordinaria intelligenza, tra i più decisivi ed empatici del '900. Recensione di Raffaella Giancristofaro, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Nell'arco di sei mesi Herzog incontra tre volte Gorbaciov. Sono occasioni preziose per ricostruire, oltre alla sua ascesa politica e il crollo dell'URSS, il suo impegno verso il disarmo e l'uscita dall'era della Guerra fredda. La modalità è quella dell'intervista priva di filtri o costruzione scenografica, con campi stretti.
Firmato a quattro mani col documentarista e antropologo André Singer, il film lascia molto spazio all'archivio per restituire a pieno le atmosfere ai tempi dell'URSS.
L'accento è sulla visione moderna di un uomo dalle origini umili ma dalla straordinaria intelligenza, anche comunicativa.
Se lo spirito è più didattico che critico, il film rivela l'isolamento attuale di un leader politico determinante del '900.
Un premio Nobel per la pace che sulla sua tomba vorrebbe fosse scritto: "ci abbiamo provato".