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Ultimo aggiornamento venerdì 18 maggio 2018
Quando arriva Jeanne in casa, per Antoine si prospetta un periodo felice. Finchè scopre che la donna porta con sé i suoi due bambini piccoli. In Italia al Box Office Famiglia allargata ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 204 mila euro e 102 mila euro nel primo weekend.
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Antoine, scapolo impenitente, vive in un magnifico appartamento di Parigi con Thomas, coinquilino che si trasferirà presto a Los Angeles e che ha promesso di trovargli un sostituto all'altezza. Il successore in questione si chiama Jeanne, è alta un metro e settanta e ha grandi occhi blu, in cui Antoine si tuffa senza indugio con una bottiglia di Champagne in mano. Ma Jeanne ha poco o nulla da festeggiare, separata di recente da un marito infedele, si trasferisce a casa di Antoine coi suoi bambini, Théo 8 anni e Lou 5 anni. Terrorizzato e privo di qualsiasi vocazione paterna, Antoine soccombe presto a mamma e figli tra un colpo di pennarello e una manciata di Smarties.
La commedia della coabitazione sta diventando un vero sottogenere in Francia dopo Libre et assoupi, Adopte un veuf, Sous le même toit (sempre con Louise Bourgoin), Daddy Cool, inediti in Italia ma allineati nel descrivere una realtà sociale (la condivisione di un appartamento) in costante crescita tra gli over 35/40 anche nel nostro Paese.
Insomma sono lontani i tempi in cui la convivenza domiciliare era una soluzione 'per universitari'. Il cinema francese, sensibile al soggetto, ne rivendica la modernità e mette in schermo tutto quello che ha di più spendibile. Nasce così una commedia di intrattenimento che, a questo giro di inquilini, vorrebbe fare implodere con insolenza il modello familiare.
Opera prima di Emmanuel Gillibert, Famiglia allargata è la storia di un tipo che non pensa che a lui, un seduttore incallito, maestro di immaturità che finisce suo malgrado per convivere con dei bambini e diventare grande con loro, da cui apprende più di quanto avrebbe potuto immaginare. Nella medesima circostanza ovviamente conquista una donna, sempre più adulta e responsabile di lui, in altre parole più noiosa. Tutto questo vi rammenta qualcosa? È normale, è la sintesi di tante commedie che scorrono regolarmente sui nostri schermi. Sceneggiatura greve, grammatica televisiva, dialoghi sconfortanti non sono nuovi a questo genere popolare che, lo si ami o no, può contare sovente sul carisma dei suoi attori principali.
Ma ahimè, nel salotto affollato di Famiglia allargata, Arnaud Ducret gira a vuoto e fatica a rendere interessante il suo personaggio di ragazzaccio egocentrico, maschilista e incosciente. Nella stagione dello scandalo sessuale che ha travolto Hollywood e aggiornato la riflessione sull'identità e le differenze di genere, è allarmante vedere commedie che ripropongono lo stesso discorso, consumato e anacronistico, sulla relazione uomo-donna. Da una parte la rompiscatole castratrice e dall'altra l'edonista seduttore, da una parte la bambina in vestaglia rosa e bambola, dall'altra il bambino in vestaglia azzurra e macchinina. Voilà, la dittatura del genere è servita.
Il debutto, innaffiato di champagne, introduce in piano sequenza i partecipanti ed è il solo momento di cinema in un film che incatena una serie di scene incresciose che toccano il punto più basso durante l'improbabile veglione di Natale. Che dire poi dei comportamenti irresponsabili del protagonista? Se la scena dell'ecstasy fosse stata divertente chissà ma Arnaud Ducret non è Will Ferrell e Emmanuel Gillibert non è evidentemente Adam McKay.
L'episodio del bonbon stupefacente suona allora come una semplice evocazione spiritosa (?) dell'irresponsabilità totale dell'eroe che non si preoccupa certo per la salute dei ragazzi ma soltanto di non venire beccato. La sua maniera di occuparsi dei bambini è francamente scandalosa ma la licenza comica consente di riderci sopra o di provarci almeno. Ispirato da un'esperienza personale, Emmanuel Gillibert si vuole osservatore dell'evoluzione dei rapporti nelle famiglie allargate ma finisce per girare un 'happy meal movie' di primi piani e ralenti (da pubblicità), di rappresentazione e stereotipo di genere, di uomini che si comportano da ragazzini scriteriati prima di essere riabilitati con una corsa in aeroporto e un abbraccio. L'abbraccio di una donna naturalmente bellissima.
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Antoine è un giovane single in carriera che vive in un bellissimo appartamento a Parigi, condividendolo con un amico; e quando questo parte trova lui il sostituto, anzi la sostituta: Jeanne, una bellissima ragazza con un'unica pecca per Antoine, i due figli di 8 e 5 anni. Inizia una guerra sotterranea tra Antonie e i due bambini che terminerà nell’unico modo in cui può [...] Vai alla recensione »
Antoine, scapolo incallito, condivide l'appartamento con Thomas. Quest'ultimo parte, ma gli promette di trovare un sostituto, ovvero la bella Jeanne. Il marpione già pregusta la coabitazione, ma, sorpresa, la donna si presenta con i suoi due figli di 8 e 5 anni. Riuscirà Antoine, privo di vocazione paterna, a sopravvivere ai tre estranei? Ennesima commedia sul tema «convivenza forzata», sciapa, stravista [...] Vai alla recensione »
Vecchio plafond di commedia la convivenza in appartamento tra single o famiglie diverse e bisticcione, dal celebre classico "Buddy Buddy" di Wilder al recente attualismo del parigino "Benvenuti a casa mia". Qui va nei guai il solito scapolone che si ritrova per una quindicina di giorni nella stanza dell'amico in viaggio una magnifica ragazza con un problemino che volta in coabitazione catastrofica [...] Vai alla recensione »