Gap Year

Poche attività comunitarie tirano fuori le tensioni e innescano dinamiche relazionali disfunzionali come il viaggiare insieme: è quanto accade in Gap Year, serie dramedy britannica incentrata su un gruppetto di giovani (e più anzianotti) impegnati nel tour dell'Asia. Da agosto su TimVision, Gap Year, è composta di otto episodi destinati a scandire le tappe del viaggio di Dylan e dei suoi compagni. Cina, Vietnam, Thailandia, Malesia, Nepal: zaino in spalla, pochi spiccioli in tasca e ancor meno propensione per l'avventura sono gli ingredienti di un vagare sconsiderato nato sotto l'auspicio di un ricongiungimento amoroso, il pretesto della serie per una disamina tragicomica dell'instabilità sentimentale odierna.

Gap Year inizia con la traversata aerea di Dylan, studentello superficiale e autocompiaciuto, e del suo amico d'infanzia Sean verso la Cina.

Ufficialmente, le ragioni del viaggio si rifanno a divertimento, spensieratezza e al desiderio dei due giovani di rinsaldare l'amicizia dopo che le loro strade si sono separate: Sean, che ha i piedi molto meglio piantati per terra, ha infatti deciso di non andare l'università per lavorare nel settore idraulico col padre. Scoprirà, con disappunto e la consapevolezza di essersi fatto abbindolare da un giovanotto egoista, che Dylan è volato in Oriente per salvare la sua relazione con Lauren, studentessa di medicina viziata e saputella. Il viaggio è destinato a trasformarsi, però, in un'enorme e caotica avventura, romanzo di formazione puntellato di scelte sbagliate, ripensamenti, sesso, droghe & rock'n'roll.

Sulla propria strada, prestissimo, i due britannici si imbatteranno nelle ventenni americane May e Ashley e nell'ultraquarantenne Greg: la prima ha convinto la madre - donna d'affari di ascendenze cinesi - a pagarle il viaggio per "riscoprire le proprie radici". La seconda - Ashley, uno spirito libero perennemente in bolletta e con una sessualità disinibita - è stata arruolata dalla protettiva e maniaca del controllo genitrice, perfettamente consapevole dei limiti della figlia bambocciona, per farle compagnia; L'appiccicoso Greg, infine, dopo una carriera e un matrimonio fallito alle spalle, cerca di rimettere indietro le lancette dell'orologio tentando di replicare il suo glorioso "gap year" - il suo anno sabbatico di vent'anni prima. Finiranno per girare l'Asia insieme, ognuno con la propria storia, le proprie debolezze, il proprio bisogno di redenzione.

Parabola del viaggio come ricerca di se stessi, Gap Year, sceglie l'approccio tipicamente inglese dell'assoluta mancanza di indulgenza verso i propri personaggi, protagonisti compresi. Non esiste alcun tipo di filtro nel mostrare - e mettere alla berlina - i protagonisti e i lati del loro carattere meno nobili: Dylan è egocentrico, vanesio e immaturo; Sean è pratico e assennato quanto invidioso; May è viziata, inibita e lamentosa; Ashley è profittatrice e soffre di sensi di inferiorità mentre Greg è petulante, impiccione e un po' viscido. Seppelliti da tanti difetti, emergeranno pian piano i pregi dei membri di una compagnia malassortita ed eterogenea con cui è inevitabile identificarsi. Il loro è un percorso positivo, in grado di condurre ciascun personaggio verso il miglioramento di se stesso, una catarsi maldestra che passa tra sesso e infedeltà, tradimenti e devozione, bugie e omissioni.

Protagonista e spettatrice è la civiltà circostante: prepotentemente vitale e affollata, vibrante e menefreghista, partecipa passivamente alle (dis)avventure del gruppetto, il quale - a sua volta - fatica soprattutto all'inizio a lasciarsi contaminare dalla cultura locale. In Cina i ragazzi diserteranno il fascino imponente della muraglia cinese per un rave alcolico; in Vietnam si rifugeranno in un hotel di lusso all'occidentale per sfuggire alle scomodità dell'orfanotrofio dove si illudevano di venire pagati per fare volontariato; in Malesia riusciranno a trasformare un'escursione in uno psicodramma sentimentale. Incapaci di mettere da parte il proprio retaggio culturale - quello dei party, della dipendenza da social e dallo sballo psichedelico - i protagonisti di Gap Year maturano sotto un sole cocente che illumina luoghi dalla bellezza emozionante.

Prodotta dal documentarista britannico Jamie Campbell, lo show affida a volti noti americani il compito di fare da improbabili mentori: da Janine Garofalo (Giovani, carini e disoccupati), qui nella veste della cinica consulente di viaggio Sam, a Scott Adsit (30 Rock), che interpreta l'esasperato e disincantato responsabile dell'orfanotrofio Todd, fino a Kelly Hu (Il re Scorpione), a cui tocca la parte di Vanessa, la ricchissima madre di May che ha bisogno di imparare a lasciarsi andare. Da un estremo all'altro, Gap Year, insegna a tutti che un anno sabbatico alla ricerca di se stessi è il metodo migliore per recuperare l'equilibrio.