L'attore interpreta il boss criminale Doc in Baby Driver di Edgar Wright. Dal 7 settembre al cinema.
di Paola Casella
"L'unica cosa che temo è la stupidità. Per il resto, non ho paura di niente". Non poteva che dirlo Kevin Spacey, uno degli attori più impavidi e più disposti ad interpretare ruoli di cattivo.
Spacey è a Roma sia perché ha appena finito di interpretare il ruolo del miliardario Jean Paul Getty nel film di Ridley Scott All The Money In The World sia per promuovere l'uscita italiana di Baby Driver, in cui ha il ruolo di Doc, il boss criminale che costringe il protagonista a guidare l'auto della fuga di una serie di rapine in banca.
Un altro cattivissimo.
Questo lo dite voi. Io non giudico mai i personaggi che interpreto, non fa parte del mio lavoro, io sono chiamato solo a raccontarli in quanto persone. Il Male, del resto, non è recitabile: tutto quello che si può fare, da attore, è riprodurre ciò che un singolo essere umano fa, pensa e dice.
Però al pubblico sembra che piacciano soprattutto i cattivi.
È vero, il pubblico è attratto dai personaggi machiavellici, dagli antieroi con una personalità complessa. È così al cinema ed è così anche in televisione, almeno da quando sono comparsi i Soprano.
In questo momento i cattivi, nella realtà, sono i terroristi islamici.
I terroristi islamici sono solo dei perdenti, tristi e isolati. Persone che scelgono i modi più semplici e vili per uccidere.
Per lei è più interessante un rapinatore, un politico o un eroe shakespeariano?
È come paragonare mele e pere. Diciamo che se le mele o le pere me le offrono a teatro, mi ritengo soddisfatto.
Infatti lei è anche direttore dell'Old Vic, il celebre teatro londinese.
Il che mi consente di fare ciò che preferisco, ovvero il facilitatore: posso assemblare un gruppo di lavoro - regista, sceneggiatore, attori - cui affidare una storia, e poi lasciare loro briglia sciolta. Mi piace vedere le cose prendere forma, dopo aver dato alla squadra l'input giusto.
Perché ha accettato il ruolo di Doc in Baby Driver?
Perché è un ruolo alla Michael Caine, di quelli che ho sempre sognato di interpretare.
È vero che Edgar Wright vi ha chiesto di recitare a tempo di musica?
Edgar ha scelto prima le musiche e poi ci ha sottoposto la sceneggiatura accompagnandola con la sua playlist. È stata una lettura molto sexy, piena di ritmo: quel ritmo nel quale siamo poi stati invitati ad entrare fisicamente mentre recitavamo.
Nel film la sua voce viene mixata su un'audiocassetta. Le è piaciuto il risultato?
(Spacey fa il suo tipico sguardo ironico, poi, nel suo tipico tono laconico) Ho sempre sognato di incidere un mix tape. Ne abbiamo fatto un cd, correte a comprarlo.