Applaudito al 35° Torino Film Festival, il film di Francesca Comencini è ora al cinema.
di Marco Castelli, vincitore del Premio Scrivere di Cinema
All'esame di una studentessa-ballerina si parla di Lancillotto e Galeotto, ma più che al ciclo bretone questo film pare ispirato alle vicende ariostesche: "furiosa" è infatti la protagonista, Claudia, che insegue il suo ex-fidanzato mentre questi, Flavio, vuole ricostruirsi una nuova vita stanco della relazione precedente. «Armi e amori» sono d'altronde due termini che ritornano spesso in questa vicenda, tra donne che non sembrano saper lasciare le armi e cavalieri che non sembrano saper impegnarsi ad amare.
In questa trama costruita su un presente che non riesce a staccarsi dal trascorso, che riappare come un fiume carsico, il passato prossimo si confonde con il passato remoto tramite l'innesto di scene in bianco e nero che paiono recuperate dagli archivi.
Sembra che allora si fosse più felici, ma giunge presto anche l'avvertimento: «Non è mai esistita quell'epoca, neanche l'età dell'oro, ma questo non ci impedisce di rimpiangerla». Sta in questo rimpianto la difficoltà dello "stare al mondo", che è essenzialmente l'incapacità di uno "stare nel presente" segnando i termini della fantasia e del ricordo. In aderenza al tema, la struttura narrativa si sviluppa quasi come un flusso di coscienza, frammentato però su vari piani temporali in dialogo tra loro. Se non tutto è lineare nei comportamenti dei personaggi è facile darne la colpa all'irrazionalità nei comportamenti caratteristici dell'umano, più che a difetti della trama.