La pazza gioia

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Un film di Paolo Virzì. Con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini.
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Commedia drammatica, Ratings: Kids+13, durata 118 min. - Italia 2016. - 01 Distribution uscita martedì 17 maggio 2016. MYMONETRO La pazza gioia * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
writer58 domenica 29 maggio 2016
pazzi on the road... Valutazione 3 stelle su cinque
79%
No
21%

Il film di Virzì, "La pazza gioia", mi ha lasciato un retrogusto agrodolce. E' un'opera divertente, che mescola in modo equilibrato dramma e commedia, con un buon ritmo ed eccellenti caratterizzazioni. Ambientato in Toscana, narra la vicenda di due donne approdate in una comunità terapeutica per pazienti psichiatrici su ordinanza del tribunale: Beatrice, di ascendenze alto borghesi, mitomane che millanta frequentazioni con i Clinton e con Clooney e Donatella, giovane madre a cui hanno sottratto il figlio per incapacità genitoriale e depressione "maggiore". Le due sono agli antipodi per personalità e caratteristiche -vulcanica, debordante e logorroica Beatrice; schiva, introversa e ripiegata su se stessa Donatella-, ma, in omaggio al principio della "strana coppia" si avvicinano e diventano amiche,dopo un tentativo riuscito di fuga dalla comunità. [+]

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vanessa zarastro mercoledì 18 maggio 2016
follia, fantasia e amicizia Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

“La pazza gioia” è un bel film. È raro vedere un film italiano che non sia uno neo-neorealista il cui maggiore scopo è disvelare la realtà e denunciare una situazione. Più in linea con la commedia che Scola e Monicelli ci hanno fatto amare, il film di Virzì vuole essere un inno alla vita, alla voglia di esserci nonostante tutto. Una storia di affetto e di amicizia a metà tra la realtà e l’invenzione così come i suoi due personaggi femminili. In particolare la bravissima Valeria Bruni Tedeschi ha il ruolo di Beatrice, una ricca nobile un po’ âgée con una mentalità reazionaria e snob, che confonde la fantasia dalla realtà continuando a impartire ordini anche a Villa Biondi - la comunità terapeutica nella quale è relegata - come se le altre pazienti fossero tutte sue domestiche, giardiniere e cameriere. [+]

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evak. lunedì 9 ottobre 2017
una gioia pazza Valutazione 5 stelle su cinque
68%
No
32%

Paolo Virzì è sempre in grado di sorprendere. 
Il film emoziona, rende tangibile l'odore della vita. Quella di tutti: degli strambi, degli straziati, dei cinici, di coloro che amano la vita, dei beati. Tutti sembrano folli, tranne le due protagoniste. Che non lo sono. Amano talmente tanto la vita da non riconoscerla nelle persone che hanno incontrato. E per loro - che sembrano le "pizzicate" de "la pizzica" - l'etichetta sociale delle disturbate.
Virzì ci restituisce uno sguardo raffinato non tanto sulle fragilità umane - perchè queste due donne sono forti, fortissime, sanno lottare, hanno lottato e ora hanno solo bisogno di riposare - quanto sull'inadeguatezza del sociale che non è abituato a riconoscere il desiderio e la libertà. [+]

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riccardo tavani sabato 26 novembre 2016
la gioia è pazza ma anche tranquillizzante Valutazione 2 stelle su cinque
89%
No
11%

l’autore mostra una grande, superiore maestria rispetto ai suoi precedenti lavori, ma questo non significa che non segni anche dei limiti. Limiti, però, che non sono solo individuali, ma riguardano tutta l’attuale situazione artistica e produttiva del cinema italiano.
 
La prima domanda che dobbiamo porci è se l’opera ci dica qualcosa di nuovo. La seconda è se lo dice in maniera nuova. Appare evidente che qui due sono i celebri precedenti che si prendono a riferimento: Qualcuno volò sul nido del cuculo di Miloš Forman, del 1975, e Thelma & Louise di Ridley Scott, del 1991. Due donne in fuga non dalla violenza e dall’oppressione matrimoniale ma da una comunità di cura mentale nella campagna toscana. [+]

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sergio dal maso domenica 28 agosto 2016
la pazza gioia Valutazione 5 stelle su cinque
53%
No
47%

“Sono stata una bambina triste”.
“Anch’io sono nata triste”.
 
Beatrice e Donatella sono due donne in crisi, sole, ferite dalla vita che le ha private dell’affetto di cui hanno disperatamente bisogno. Ingannate e umiliate da maschi incapaci di comprenderle e amarle veramente.
Accumunate dalla depressione e dalla malattia mentale, si incontrano a Villa Biondi, una moderna comunità terapeutica per il recupero e la cura di disturbi psichici situata nella campagna pistoiese.  
Se non fosse per il ricovero a Villa Biondi non si sarebbero mai conosciute, perché, a parte i problemi psichiatrici, non potrebbero essere più diverse. [+]

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nanni giovedì 26 maggio 2016
la pazza gioia Valutazione 3 stelle su cinque
78%
No
22%

La malattia mentale non fa prigionieri. Distribuisce dolore e sofferenza democraticamente a destra e sinistra a ricchi e poveri. La sommarietà dell'approccio alla malattia, la parzialità e l'incosistenza della cura sono direttamente proporzionali alla quantità industruale di disturbo mentale che produciamo. Beatrice e Donatella, straordinarie protagoniste de "la pazza gioia" (ossimoro più che appropriato), "ospiti" di un centro di igiene mentale, in un disperato tentativo di fuga da quel mondo ed alla ricerca di un po' di sollievo, inizieranno un viaggio che le porterà, invece, via via e fatalmente al centro del dolore.........quello profondo e desolato dove non c'è che attesa.......dove è difficile trovare risposte o dove forse proprio non ce ne sono. [+]

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accettoilcaos venerdì 14 aprile 2017
inno alla gioia (e alla liberta') Valutazione 4 stelle su cinque
87%
No
13%

 
Beatrice Morandini Valdirana, magistralmente interpretata da Valeria Bruno Tedeschi, è un personaggio che parossisticamente somiglia a Woody Allen, con la sua dialettica concitata, assimilabile per lo più ad un monologo interiore. Paziente della Villa Biondi, è un'attrice lei stessa, presa nella recita della sua vita, che tenta in ogni modo di scrivere il copione che più la faccia sentire al sicuro. E' egosintonica, perfettamente a suo agio con i suoi sintomi, crede di essere vittima di un sistema che trama contro di lei. La sua vita è un triste teatro ma pur sempre più accettabile della realtà. [+]

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stefano capasso lunedì 5 dicembre 2016
le origini del disagio Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
12%

Beatrice e Donatella si incontrano a Villa Biondi, istituto terapeutico di recupero per donne che hanno ricevuto una condanna dal tribunale. Sono pazienti difficili che riescono a sviluppare un’amicizia nonostante siano molto diverse tra loro. Tra litigi e riavvicinamenti arrivano ad organizzare una vera e proprio fuga dall’istituto, che diventerà occasione per conoscersi meglio.
Paolo Virzì firma questo film, che con tratti di commedia commuove raccontando il disagio sociale e psichico. L’analisi di Virzì porta alle origini di questo disagio, e lascia intendere che in un mondo dove tutti potrebbero essere considerati folli, spesso quello che è riconosciuto ufficialmente come tale è una persona che non ha smesso di cercare un riparo alle ferite che ancora sente vive su di sé. [+]

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yarince lunedì 8 maggio 2017
tu avresti voglia di parlare se nessuno ascolta? Valutazione 4 stelle su cinque
77%
No
23%

Mi piacciono tutti i suoi film; ovosodo, baci e abbracci, la prima cosa bella, il capitale umano, tutti i santi giorni (in particolare quest'ultimo che mi ha fatto conoscere Thony). Ma questo è veramente il più intenso, il più bello. Muove tutte le corde, forse a volte si fa fatica a reggere il coinvolgimento emotivo, si ride, si piange, si pensa e resta...se fosse un vino direi che è di "lunga persistenza" dove per persistenza non si intende la durata del gusto del vino in bocca, ma le sensazioni retrogustative una volta deglutito. Una storia di amicizia al femminile fra due "borderline" , una un pò mitomane, logorroica, snob e l'altra, introversa, depressa, anoressica e fragile. [+]

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alberto sabato 20 maggio 2017
la speranza di trovare la felicità Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

 Due pazze fuggono da un manicomio per finirne in un altro, il mondo cosiddetto "normale", ma ricolmo di gente egoista, meschina, approfittatrice, sadica e malvagia. Beatrice e Donatella rappresentano gli opposti che si attragono: la prima è altolocata, snob, e considera spesso la seconda come una cafona, mentre questa è più raccolta in sè stessa e ha alle spalle un passato oscuro, con cui si apre in modo molto misterioso la pellicola: una madre col passeggino del proprio piccino, una triste verità che verrà progressivamente a galla una volta che tra le due si consoliderà un rapporto di confidenza e di immedesimazione, grazie ad un viaggio on the road che dimostrerà di non essere le benvenute nei confronti delle loro vecchie conoscenze. [+]

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