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Avevo particolarmente apprezzato Virzì nell'ultima sua fatica, Il Capitale Umano, ma questo nuovo film non mi convince, pur constatando che lui è uno dei pochi registi italiani che ha un minimo di profondità. Spiego perché sono rimasto deluso. Intanto, di primo acchito, c'è un senso di deja-vue: situazioni già viste, storia già chiara fin dall'inizio nel suo sviluppo (forse la conclusione, che non finisce con un tuffo in mare, è la cosa meno scontata). L'idea dei "pazzi" che non sono poi tanto pazzi, persone deboli che soccombono alla crudezza della vita e all'anomalia delle loro risposte psicologiche mentre i "normali" non sono meglio di loro (e talvolta anche peggio) è un'idea già costruita, già nota, già vissuta, anche nel cinema e non soltanto nella letteratura.
Rimane l'intreccio, che ha qualcosa di meno scontato con l'interazione fra i due personaggi femminili. Però su tutto, ancora una volta, domina il senso di vedere qualcosa che è già contenuto in nuce fin nella prima inquadratura.
Sull'interpretazione, purtroppo, la Ramazzotti è al di sotto di qualsiasi standard decente: non mi sembra un'attrice, è soltanto una bella donna, come prima è stata una bella ragazza. Sicuramente più brava e più versatile (ma lo ha già dimostrato in innumerevoli situazioni) Valeria Bruni Tedeschi.
Il problema della maggior parte dei film italiani è la debolezza della sceneggiatura, e questo film non cambia le carte in tavola. Archibugi e Virzì non hanno la necessaria profondità, non sono neppure lontanamente imparentati con i grandi sceneggiatori e registi del passato. Ma purtroppo dobbiamo accontentarci di quel che passa il convento. Non gridiamo però, per favore, al capolavoro, non usiamo troppi superlativi per un film che non ha né originalità né profondità.
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luckyluc
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venerdì 27 maggio 2016
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film non sempre convincente
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Sarà per la scelta del doppiaggio invece che la presa diretta dei dialoghi, sarà per un affollamento di personaggi e comparse che disperdono il film per strade che non portano a niente e affaticano nella ricerca del senso ultimo del film, sarà per la recitazione troppo stentata della Ramazzotti, pur brava in altri film, il film fisulta in molti momenti macchiettistico e poco coinvolgente, quello che rimane in piedi è grazie alla prova maiuscola della Tedeschi, che purtroppo non riesce da sola a raddrizzare un'opera che risulta alla fine poco credibile o peggio ancora un po' noiosa. Virzi ci aveva abituato assai meglio e lo aspettiamo al prossimo lavoro.
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d'accordo? |
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