Paolo Virzì intuisce ed insegna, vero maestro del cinema italiano, che per essere felici non occorre inseguire patrimonio, soldi e gioielli, ma che occorre semplicemente cercare di curare e di avere buone relazioni umane.
"La pazza gioia" è l'esaltazione della figura di Beatrice che nella vita cerca sempre, con tutto il suo impegno, di avere "buoni contatti" con tutti i personaggi del film che incontra.
La storia del film è quella di due donne diverse, Beatrice e Donatella, e delle loro relazioni di famiglia e sociali.
Si incontrano a Villa Biondi, comunità residenziale per malati psichici, che è fuori dalla nostra realtà assistenziale di oggi e che rappresenta la nostra società con un Direttore silenzioso che osserva e giudica quello che vede.
Sfilano nel lungo e bellissimo film i vari personaggi che si incontano con le due donne durante la fuga dalla Comunità verso la pazza gioia:
- il bigliettaio dell'Autobus n. 63: non chiede i soldi dei biglietti, anche se le due donne in fuga i soldi li avrebbero;
- il corteggiatore "americano": dà uno strappo in auto alle donne in fuga con la sua Jeep;
- la Maga di Uzzano: dà speranza sia a Donatella di rivedere il figlio che a Beatrice di tornare con il suo amato Renato;
- il Direttore di Banca e il Direttore dell'Hotel: non danno credito alle due donne in fuga, restate senza soldi;
- la mamma di Donatella: non ha voluto evitare l'adozione del nipote Elia;
- Maurizio, il padre di Elia: ha abbandonato sola Donatella e chiama dal suo locale notturno i Carabinieri per allontanarla;
- il Babbo di Donatella: artista ed autore della musica della Canzone "Senza fine" di Gino Paoli non ha voluto e non vuole prendersi cura della figlia e del nipote Elia;
- l'ex marito di Beatrice, l'avvocato Pierluigi: è innamorato della moglie malata e ammette che forse avrebbe bisogno anche lui di essere ricoverato in una comunità terapeutica;
- il dottore dell'Ospedale psichiatrico, la dott.ssa della Comunità Fiamma e l'assistente sociale Torrigiani: si impegnano in modo diverso nel loro lavoro;
- il taxista: accompagna Beatrice dal suo ex compagno Renato;
- la mamma e il papà di Beatrice: non aiutano e non capiscono la loro figlia.
Beatrice è bellissima e bravissima. Meglio di una psicologa parla per mezzora con i genitori adottivi di Elia e li convince che Donatella non è una madre pazza, che ha tentato un omicidio ed un suicidio, ma che è una donna buona, umile, leale, generosa, romantica e fragilissima.
Una famiglia adottiva "bellissima" che commossa regalerà a Donatella un momento di incontro con il figlio Elia sulla spiaggia di Viareggio.
Per fortuna che ci sei te! E' quello che dice Donatella a Beatrice ed è quello che tutti dobbiamo dire alle persone che ci amano.
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