onufrio
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lunedì 23 gennaio 2017
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ma siete pazze? così risulta
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Virzì racconta con delicatezza, ironia e un pizzico di malinconia la storia di due donne, l'irrefrenabile e isterica Beatrice e la depressa Donatella, entrambe a Villa Biondi, un istituto terapeutico di recupero. Fra le due donne si instaura subito un legame, e appena compare l'occasione di abbandonare la clinica viene colta al volo dando vita ad un'avventura piena di sorprese dove fra una risata e qualche pianto si scaverà a fondo della vita di queste due donne. Le protagoniste regalano una splendida interpretazione confermando la loro indiscutibile bravura, su Virzì c'è poco da dire, dopo il "Capitale Umano" conferma il proprio stato di grazia artistica consegnando al pubblico nuove emozioni e positive sensazioni.
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Virzì racconta con delicatezza, ironia e un pizzico di malinconia la storia di due donne, l'irrefrenabile e isterica Beatrice e la depressa Donatella, entrambe a Villa Biondi, un istituto terapeutico di recupero. Fra le due donne si instaura subito un legame, e appena compare l'occasione di abbandonare la clinica viene colta al volo dando vita ad un'avventura piena di sorprese dove fra una risata e qualche pianto si scaverà a fondo della vita di queste due donne. Le protagoniste regalano una splendida interpretazione confermando la loro indiscutibile bravura, su Virzì c'è poco da dire, dopo il "Capitale Umano" conferma il proprio stato di grazia artistica consegnando al pubblico nuove emozioni e positive sensazioni.
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genny63
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venerdì 31 marzo 2017
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dove alberga la follia?
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Film straordinario, sia per la bravura incredibile delle due protagoniste, scelte con maestria nelle loro diametralmente opposte esperienze di vita e origini, sia per i temi infiniti su cui riflettere e chiedersi.
La "follia", qui è relegata tale, rivelando lo stridio assordante con il "cittadino tipo" ben inserito nella "follia sociale" che viviamo ogni giorno, in cui l'eccessiva sensibilità e la depressione causata dai veri "folli", viene marchiata a fuoco come malattia psichiatrica, controllata e gestita con farmaci sedanti per coprire le gravi inefficienze del nostro sistema dei servizi sociali, impreparato a gestire le difficoltà relazionali e a ricostruire una trama affettiva risolutrice nelle esistenze di queste fragili donne.
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Film straordinario, sia per la bravura incredibile delle due protagoniste, scelte con maestria nelle loro diametralmente opposte esperienze di vita e origini, sia per i temi infiniti su cui riflettere e chiedersi.
La "follia", qui è relegata tale, rivelando lo stridio assordante con il "cittadino tipo" ben inserito nella "follia sociale" che viviamo ogni giorno, in cui l'eccessiva sensibilità e la depressione causata dai veri "folli", viene marchiata a fuoco come malattia psichiatrica, controllata e gestita con farmaci sedanti per coprire le gravi inefficienze del nostro sistema dei servizi sociali, impreparato a gestire le difficoltà relazionali e a ricostruire una trama affettiva risolutrice nelle esistenze di queste fragili donne.
La solitudine profonda di chi è particolarmente sensibile e disorientato affettivamente dalle circostanze della vita viene qui enfatizzata con particolare chiarezza, mescolando ironia e tragicità con estro notevole, senza mai oltrepassare i limiti, dosando sapientamente i due elementi....e poi, ciliegina finale, arriva il significato e il senso più profondo di questo splendido film........l'amore si rinnova, si trasforma, prende altre facce, altri luoghi, ma non muore mai...è la splendida nota di speranza che Virzì ci lascia attraverso il sorriso sempre più solare di Donatella nell'ultima scena. Grazie, ricevuto.
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laugix
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venerdì 28 aprile 2017
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quando il cinema riesce a toccare alcune corde..
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Quando il cinema riesce ancora a toccare alcune corde, a ricordare quanti siamo, quante storie ci siano da raccontare. E sopratutto quando il cinema riesce a farlo bene come in questo film. Di cosa parla il film? Di una storia che gira attorno a persone che potrebbero essere chiamate semplicemente mentalmente disturbate o border-line. Ma per chi ha toccato il fondo o per chi l'ha visto toccare, questo film è un piccolo capolavoro. Da dove nascono i sentimenti? Come si fa a stabilire se siamo capaci di essere in grado di provarli responsabilmente e chi è in grado di stabilirlo al posto nostro? Domande amletiche e difficili a cui rispondere. Ciò che forse importa, senza divagare troppo dalla storia narrata nel film, è che qui si sono sfiorati tutti gli aspetti di quello che viene chiamato ''il sociale'', ed in ognuno di questi, il film ha lasciato il segno nello spettatore.
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Quando il cinema riesce ancora a toccare alcune corde, a ricordare quanti siamo, quante storie ci siano da raccontare. E sopratutto quando il cinema riesce a farlo bene come in questo film. Di cosa parla il film? Di una storia che gira attorno a persone che potrebbero essere chiamate semplicemente mentalmente disturbate o border-line. Ma per chi ha toccato il fondo o per chi l'ha visto toccare, questo film è un piccolo capolavoro. Da dove nascono i sentimenti? Come si fa a stabilire se siamo capaci di essere in grado di provarli responsabilmente e chi è in grado di stabilirlo al posto nostro? Domande amletiche e difficili a cui rispondere. Ciò che forse importa, senza divagare troppo dalla storia narrata nel film, è che qui si sono sfiorati tutti gli aspetti di quello che viene chiamato ''il sociale'', ed in ognuno di questi, il film ha lasciato il segno nello spettatore. La storia di per se sembra all'inizio una trama già vista, che si potrebbe trasformare in una sorta di Thelma e Luise. Ma il film a questo punto fa un passo indietro e 2 avanti, rinunciando alla spettacolarizzazione per mettere in scena gli errori, che uno nella vita paga per colpa propria, o della propria sorte o per causa di qualcuno. Già gli errori, ma fino a quando bisogna andare avanti a pagarli? Mentre li si paga esiste anche una sorta di riavvicinamento alla normalità, alla redenzione, oppure tutto va pagato in una volta sola? Un film che identifica da vicino le persone, come tante, tantissime, e forse come alcuni di noi, che fanno fatica a fare da subito la cosa giusta. Esiste il perdono come deve esistere un prezzo da pagare. Ma quando spesso si dice che l'amore da coraggio ( e purtroppo anche follia), in questo film si è riusciti a toccare tutti i suoi aspetti, senza dare un taglio cinematografico troppo duro, smelenso o bigotto. Il tutto grazie alla maestria di tutto la staff del film, che ha raccontato una storia semplice ma di straordinaria grandezza morale e sociale. E che a tratti a spezzato il cuore così come ha saputo ricucirlo con gioia, speranza, e sorriso.
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shingo tamai
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venerdì 9 dicembre 2016
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questo matto mondo
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Prima di tutto vorrei complimentarmi con le due protagoniste ed in parte scusarmi con loro,pensavo fossero brave ma non a questi straordinari livelli.
Gli eventi narrati sono decisamente tragici e le storie raccontate durissime e a tratti poco digeribili,non per cattiva sensibilità, piuttosto per estrema partecipazione.
Dialoghi mai banali,ritmo incessante, eventi in continua evoluzione.
Ho trovato quasi tutto perfetto ma ,ripeto, ho avvertito ad un certo punto un forte senso di pesantezza, nonostante i dialoghi facessero talvolta sorridere.
Oltre al dolore viene raccontata una meravigliosa amicizia,paragonabile all'amore.
Il finale è meritevole e ci racconta che se abbiamo voglia di evolverci,trovereremo sempre una seconda occasione per noi stessi e per quelli a cui vogliamo davvero bene.
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Prima di tutto vorrei complimentarmi con le due protagoniste ed in parte scusarmi con loro,pensavo fossero brave ma non a questi straordinari livelli.
Gli eventi narrati sono decisamente tragici e le storie raccontate durissime e a tratti poco digeribili,non per cattiva sensibilità, piuttosto per estrema partecipazione.
Dialoghi mai banali,ritmo incessante, eventi in continua evoluzione.
Ho trovato quasi tutto perfetto ma ,ripeto, ho avvertito ad un certo punto un forte senso di pesantezza, nonostante i dialoghi facessero talvolta sorridere.
Oltre al dolore viene raccontata una meravigliosa amicizia,paragonabile all'amore.
Il finale è meritevole e ci racconta che se abbiamo voglia di evolverci,trovereremo sempre una seconda occasione per noi stessi e per quelli a cui vogliamo davvero bene.
Un Virzì decisamente maturo,se Sorrentino ha vinto l'Oscar con poco o nulla, questa pellicola ne meriterebbe almeno due.
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andrea1974
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martedì 3 gennaio 2017
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un film dal capitale umano
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Paolo Virzì col capitale umano ci sa fare. Con due protagoniste in stato di grazia per intensità interpretativa, una Micaela Ramazzotti e una Valeria Bruni Tedeschi che non vorresti più lasciare, così vicine e così lontane da Thelma e Louise, si entra in un crinale di emozioni che fanno ridere, piangere, soffrire e ritrovarsi al contempo. Dove inizia la pazzia e finisce la normalità? Nessuno ne esce normale, nessuno ne esce invitto, visto da vicino. Gran bel film, un grande film italiano che emoziona senza cadere nel patetico, che restituisce dignità a tutti noi, spettatori coinvolti in questo viaggio verso il recupero del passato e la riconciliazione della memoria: solo così potremo far crescere e lasciare alle spalle incubi e storie irrisolte, o perlomeno riuscire a raccontarle per quelle che sono, storie irrisolte.
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Paolo Virzì col capitale umano ci sa fare. Con due protagoniste in stato di grazia per intensità interpretativa, una Micaela Ramazzotti e una Valeria Bruni Tedeschi che non vorresti più lasciare, così vicine e così lontane da Thelma e Louise, si entra in un crinale di emozioni che fanno ridere, piangere, soffrire e ritrovarsi al contempo. Dove inizia la pazzia e finisce la normalità? Nessuno ne esce normale, nessuno ne esce invitto, visto da vicino. Gran bel film, un grande film italiano che emoziona senza cadere nel patetico, che restituisce dignità a tutti noi, spettatori coinvolti in questo viaggio verso il recupero del passato e la riconciliazione della memoria: solo così potremo far crescere e lasciare alle spalle incubi e storie irrisolte, o perlomeno riuscire a raccontarle per quelle che sono, storie irrisolte.
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javispagnolo
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domenica 7 gennaio 2018
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film divertente e ben recitato.
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Mi ha fatto molto piacere vedere che si può fare un film di 118 minuti senza annoiare il pubblico. Credo che la grande forza del film stia nel senso dell'umore che emana dall'inizio alla fine. Mediante l'umorismo (e grazie in grande parte a Valeria Bruni Tedeschi), Virzì riesce a rendere più vicino al grande pubblico una storia di personaggi tragici. Lo spettatore può sorridere e perfino ridere mentre contempla come si trattano argomenti così delicati come i disturbi mentali, i tentativi di suicidio oppure, oserei dire, il parricidio.
Due malate di mente, Beatrice e Donatella, confinate in una clinica psichiatrica dopo esser state condannate dai giudici.
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Mi ha fatto molto piacere vedere che si può fare un film di 118 minuti senza annoiare il pubblico. Credo che la grande forza del film stia nel senso dell'umore che emana dall'inizio alla fine. Mediante l'umorismo (e grazie in grande parte a Valeria Bruni Tedeschi), Virzì riesce a rendere più vicino al grande pubblico una storia di personaggi tragici. Lo spettatore può sorridere e perfino ridere mentre contempla come si trattano argomenti così delicati come i disturbi mentali, i tentativi di suicidio oppure, oserei dire, il parricidio.
Due malate di mente, Beatrice e Donatella, confinate in una clinica psichiatrica dopo esser state condannate dai giudici. Cos'hanno fatto? Una sceneggiatura semplice ma pulita svela gradualmente al pubblico perché Beatrice e Donatella hanno fatto questa fine, (le loro mamme probabilmente hanno avuto molto a che fare con questo).
Il film brilla per l'ottimo lavoro delle attrici. Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi), una signora di buona famiglia, vanitosa, chiacchierona e iperattiva è il contrappunto perfetto a Donatella (Micaela Ramazzotti) , una giovane donna scontrosa, triste e scoraggiata.
Beatrice a volte diventa veramente pazzesca e divertente: quando si arrabbia può essere così "politicamente scorretta", predicando le virtù del governo Berlusconi o facendo dei commenti "classisti". Poi però, si trasforma in una donna fragile e innocente, come quando va a trovare il suo ex.
Questa innocenza, quasi infantile, che la Bruni Tedeschi da al personaggio di Beatrice è il vero punto di forza che tocca lo spettatore.
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(di piasci)
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lucky italian movies
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martedì 2 giugno 2020
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un giorno di ordinaria follia
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Una fuga, quasi casuale, dal vivaio in cui lavorano rappresenta per due donne, ristrette da una misura custodiale presso una casa di cura, l'occasione per un brusco ritorno alla vita reale. Tra molti disagi e situazioni buffe delle protagoniste, Virzì riesce a raccontare le gioie, le fragilità, l'ingenuità e i sentimenti di queste due donne che vogliono provare a riprendersi la loro vita nonostante gli errori commessi.
E le emozioni, dunque, non mancano, dal ritorno ai fasti di un tempo per la contessa, al commovente incontro col figlio per Donatella.
Due donne descritte perfettamente ed in grado di catturare da subito la simpatia del pubblico. Film importante, per sorridere e riflettere sulla vita.
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rob8
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martedì 17 luglio 2018
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quando la commedia emoziona
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Prima del suo ultimo film “americano”, Virzì rende l’ennesimo omaggio al cinema italiano. Lo fa ricorrendo sia a riferimenti più o meno espliciti (la veggente, derivata direttamente da “Ladri di biciclette”; il set cinematografico; la spider anni sessanta, con cui le protagoniste si danno alla fuga), sia adoperando con maestria gli stilemi della cosiddetta Commedia all’Italiana.
Di cui egli, accreditato erede, ne ri-vivifica qui più che lo sguardo critico (in tutta la pellicola prevale infatti un partecipato sentimento), l’attitudine a mescolare dramma e farsa, riso e pianto.
Lo sorreggono nell’impresa le prime attrici, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, le quali infondono ai rispettivi personaggi variazioni di tono e profondità espressive di tutto rilievo.
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Prima del suo ultimo film “americano”, Virzì rende l’ennesimo omaggio al cinema italiano. Lo fa ricorrendo sia a riferimenti più o meno espliciti (la veggente, derivata direttamente da “Ladri di biciclette”; il set cinematografico; la spider anni sessanta, con cui le protagoniste si danno alla fuga), sia adoperando con maestria gli stilemi della cosiddetta Commedia all’Italiana.
Di cui egli, accreditato erede, ne ri-vivifica qui più che lo sguardo critico (in tutta la pellicola prevale infatti un partecipato sentimento), l’attitudine a mescolare dramma e farsa, riso e pianto.
Lo sorreggono nell’impresa le prime attrici, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, le quali infondono ai rispettivi personaggi variazioni di tono e profondità espressive di tutto rilievo.
Il finale di speranza non può non muovere alla commozione.
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fabio
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giovedì 16 agosto 2018
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la bellezza dell'essere umano
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Da sempre apprezzo ogni suo film e anche stavolta non rimango deluso. Virzì è davvero sinceramente interessato all'essere umano. Lo osserva e lo racconta in tutti i suoi difetti: falliti, avventurieri, perdenti di ogni genere ma dalla immensa carica di umanità.
Consigliatissimo a chi sente il bisogno di libertà e a chi ancora, nonostante gli anni, riesce a trovare qualcosa di cui stupirsi in questo mondaccio.
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antrace
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mercoledì 2 gennaio 2019
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follia intensa dell'animo
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Un film giusto, eppure sopra le righe, capace di narrare il sagace delirio di due donne, fra gioia e follia, perchè le due espressioni si sposano, nessuna ebbrezza sentita dell'animo può prescindere dalle tentazioni più estreme. Il viaggio di Beatrice e Donatella, matte evase da un centro di salute mentale, con alle spalle esperienze cruente, è un riepilogo esasperato delle loro vicende umane, il recupero affannoso di brandelli affettivi, la singolare, reciproca consapevolezza che uscire dal mondo sia una risorsa per chi dal mondo stesso abbia subito privazioni ed inganni. Il viaggio alla Thelma e Luise è assieme una fuga ed un ritorno, fuga dai controlli sanitari, dalla vigilanza della legge, dalle penurie economiche, dalle amicizie balorde, ricomposizione dei tratti lacerati della vita trascorsa.
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Un film giusto, eppure sopra le righe, capace di narrare il sagace delirio di due donne, fra gioia e follia, perchè le due espressioni si sposano, nessuna ebbrezza sentita dell'animo può prescindere dalle tentazioni più estreme. Il viaggio di Beatrice e Donatella, matte evase da un centro di salute mentale, con alle spalle esperienze cruente, è un riepilogo esasperato delle loro vicende umane, il recupero affannoso di brandelli affettivi, la singolare, reciproca consapevolezza che uscire dal mondo sia una risorsa per chi dal mondo stesso abbia subito privazioni ed inganni. Il viaggio alla Thelma e Luise è assieme una fuga ed un ritorno, fuga dai controlli sanitari, dalla vigilanza della legge, dalle penurie economiche, dalle amicizie balorde, ricomposizione dei tratti lacerati della vita trascorsa. Il lungo itinerario è una sarabanda scomposta di incontri fortuiti, appuntamenti scombinati, trasgressioni e momenti di vuoto. Nell'esperienza audace , sempre alla ricerca di un barlume di accoglienza sincera, Bearice e Donatella, che hanno temperamenti diversi, costruiscono scena dopo scena un' intensa complicità interiore. La prima viene da una famiglia opulenta, adusa ai lussi, svagata e bizzosa, incline a gesti quasi surreali. L'altra è una ragazza seducente, spontanea, un poco timida, ferita dall'assenza del padre, dal rifiuto di un compagno, dal destino errabondo, solitario condiviso con un figlio . Le peripezie delle protagoniste sembrano tracce confuse, ma la folle ricerca giunge infine ad una meta, la rincorsa emotiva, irrazionale si placa quando Donatella incontra il suo bimbo, quello che portava in braccio, un giorno che si era tuffata in mare, nel tentativo di porre fine alla vita di entrambi.Il piccolo superstite, dopo il gesto insano, era stato destinato aduna famiglia adottiva. Donatella riesce faticosamente a rintracciarlo, grazie alla certosina assistenza di Beatrice, a dialogare con lui sulla spiaggia di Viareggio, prima di tornare alla residenza sanitaria, a riabbracciare l'amica, che nel frattempo era stata ricondotta al luogo di cura. Il film di Virzì è un delicato mosaico di emozioni, un inno suadente alla profondità incontenibile delle vite irregolari, inquiete, libere.
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