Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Giulia Brazzale, Luca Immesi |
Attori | Désirée Giorgetti, Ivan Franek, Anna Bonasso (II), Alejandro Jodorowsky, Cosimo Cinieri Patrizia Laquidara, Roberta Sparta, Fabio Gemo, Nicola Arabi, Gaia Ziche. |
Uscita | giovedì 8 maggio 2014 |
Distribuzione | Mariposa Cinematografica |
MYmonetro | 2,91 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 18 giugno 2020
Incinta e gravemente depressa, Lia lascia il cinico Viktor per andare a trovare la zia Agata, appassionata di psicomagia. In Italia al Box Office Ritual - Una Storia Psicomagica ha incassato 5,1 mila euro .
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Stretta in una passionale storia d'amore con il cecoslovacco Viktor, uomo d'affari possessivo e narcisista, Lia crolla in pezzi dopo essere stata costretta ad abortire. Su consiglio del proprio psicanalista si reca, allora, nel paesino veneto dove vive la zia Agata, una guaritrice, presso la casa della quale trascorreva le estati della propria infanzia. Ma proprio quando sta per ritrovare l'equilibrio, Viktor bussa alla porta dando inizio ad un pericoloso braccio di ferro con Agata, decisa a curare la fragilità della nipote con un particolare rito di guarigione.
Con la benedizione di Alejandro Jodorowsky, Giulia Brazzale e Luca Immesi si muovono tra cinema di genere e racconto (psico)magico, mettendo a punto uno stile in cui è facile ravvisare riferimenti al David Lynch degli anni Novanta come ad una miriade di altri titoli legati alla messa in scena del perturbante. Da una parte, racconto a suspense, dall'altra, esempio pratico delle forze nascoste in ognuno di noi, Ritual - Una storia Psicomagica è un'opera bizzarra e poco classificabile, fatta di momenti enigmatici, sospensioni e distorsioni delle immagini che contribuiscono a creare uno straniamento, alla lunga, eccessivamente manierato. Superato l'impaccio di un'impostazione in bilico sull'incredibile, si pensi specialmente alla prima parte con gli assalti sessuali del tenebroso Viktor, lo spettatore può prendere il film per quello che è realmente: un omaggio, anche deferente, all'arte e al pensiero di Jodorowsky. Non a caso, l'artista cileno, che compare nel cammeo del marito defunto ancora capace di consigliare in sogno la guaritrice Agata, ha definito «terapeutico» il lavoro dei due registi, facendo diretto riferimento a quella «forma d'arte che abbia come fine la guarigione» cui diede il nome di psicomagia. Del resto è proprio intorno al gesto psicomagico, inteso come atto paradossale in grado di guarire da un'immobilità patologica, che si sostanzia la storia di Lia, bisognosa di vedere da un'altra angolazione il suo trauma. Quasi automatico, in questo senso, leggere il personaggio di Viktor come la tentazione della razionalità che si oppone fermamente a zia Agata, orientata, invece, alla riconquista dell'equilibrio interiore mediante una semplice azione effimera.
Volutamente simbolico, mosso da una spinta onirica che non ha meno importanza di quella reale, Ritual - Una storia Psicomagica interessa per come mescola il pensiero dell'artista cileno con certo folclore della tradizione popolare veneta, quasi fossero due modi differenti, ma paralleli, di intendere e interpretare la vita. Peccato che la recitazione sia generalmente molto al di sotto delle aspettative.
RITUAL - UNA STORIA PSICOMAGICA disponibile in DVD o BluRay |
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Il fatto che un film indipendente italiano approdi nelle sale è di per sé un evento degno di nota e orgoglio: se poi nel cast è presente un famosissimo regista e attore come Alejandro Jodorowsky, il tutto desta ancora una maggiore curiosità, ampiamente ripagata dall’ottima riuscita del film. Stiamo parlando di Ritual – Una storia psicomagica (2013) di Giulia [...] Vai alla recensione »
Si tratta di un noir psicologico che ricorda Polanski, Almodovar e Lynch. E' dedicato interamente ad un viaggio nell’inconscio della protagonista. La realtà si perde nel sogno e viceversa, ma quale sia il sogno e quale sia la verità lo si scopre solo poco alla volta e del tuttto solo alla fine. E’ un film che scava nel profondo e fa riflettere.
Ha poco a che fare con il cinema italiano. Spettacolare l’atmosfera onirica, le ambientazioni, i costumi, la storia che è una favola magica e nera. Non è un film per chi è passivo di fronte allo schermo o per chi si è assuefatto ai cliché. In bilico tra realtà e illusione, ricorda le tende di velluto rosso, i nani danzanti, le allucinazioni dei film di Lynch.
Ritual, opera prima dei registi Luca Immesi e Giulia Brazzale, è un film introspettivo e profondo, che penetra nell'animo umano per analizzarlo. E' un thriller psicologico che affonda le sue radici nella cultura popolare veneta, unendo la tradizione del nord Italia alla psicomagia di Jodorowski, il quale è presente anche nel cast.
Ritual è un viaggio all'interno dell'animo umano, per analizzarlo. E' l'opera prima dei due registi Luca Immesi e Giulia Brazzale, che portano sullo schermo un thriller psicologico che scava lnella cultura popolare veneta e che mescola le tradizioni del nord Italia con la psicomagia di Alejandro Jodorowsk, che fa anche parte del cast.
Il film, opera prima di questi giovani e talentuosi registi, è un capolavoro di acuta introspezione ,che ci coinvolge con una narrazione che va dall'onirico al magico-simbolico in un crescendo inquietante e drammatico. Ambientazioni eleganti, musiche suggestive, fotografie e inquadrature magnifiche: da vedere e rivedere.
Ho visto un film magico, terapeutico e suggestivo con una trama avvincente, incalzante e mai scontata: originalissima opera prima, assolutamente da non perdere!!
Film per spiriti sensibili e colti, come lo sono i registi Giulia Brazzale e Luca Immesi. Una produzione brillante, un triller psicologico coinvolgente, una storia magica e simbolica dove appaiono Jodorowsky e le sue teorie oltre alle leggende popolari venete. Un´esperienza che raccomando agli amanti del cinema d´essai.
Non capita tutti i giorni di incontrare il regista (in questo caso i registi) di un film che ti ringraziano per aver scelto il loro film. Soprattutto quando nella sala ci sono solo altre tre persone. Dal titolo e dalle scene iniziali pensavo ad un soggetto pseudo-onirico con una trama incomprensibile. Invece la pellicola racconta le evoluzioni di un rapporto difficile (lei una ragazzetta un po' [...] Vai alla recensione »
Vedendo il trailer ho pensato sembra carino cosi ho deciso di andarlo a vedere, ma dopo il primo quarto d'ora devo dire che il mio interesse e sceso sotto le aspettative. Il film non convince affatto sia per personaggi distanti dai canononi e situazioni scontante, già viste, da l'impressione di un film montato e girato in fretta.