urlakiki
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mercoledì 22 agosto 2012
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emozionante
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Quando si parla del Batman di Nolan i commenti positivi piovono ma la paura che il capitolo finale della serie fosse all'altezza degli altri due era diffusa a macchia d'olio.Il regista tuttavia non è venuto meno e seppur non è riuscito ad eguagliare il secondo film,il ritorno di questo nostro batman ci ha fatto venire ancora una volta la pelle d'oca.E' vero l'avversario non sarà joker,non avrà il suo carisma e la sua follia così affascinante ma questo Bane soppianta il tutto con il più crudo sadismo.Questo film più che essere di batman è il film di Wayne dell'uomo che celandosi è divenuto simbolo,l'analisi psicologica del personaggio è quanto mai approfondita e dettagliata.Analizzando ora la parte tecnica una delle arme vincenti di questo batman è sicuramente è il suo essere realistico,seppur nei limiti del possibile,mai raggiunto prima che lo distacca da tutto ciò che è venuto prima;ovviamente gli effetti speciali sono di qualità incredibile come la colonna sonora che quasi si sincronizza con i battiti del nostro protagonista facendo da tramite a noi spettatori che così ci sentiamo più vicini alla scena.
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Quando si parla del Batman di Nolan i commenti positivi piovono ma la paura che il capitolo finale della serie fosse all'altezza degli altri due era diffusa a macchia d'olio.Il regista tuttavia non è venuto meno e seppur non è riuscito ad eguagliare il secondo film,il ritorno di questo nostro batman ci ha fatto venire ancora una volta la pelle d'oca.E' vero l'avversario non sarà joker,non avrà il suo carisma e la sua follia così affascinante ma questo Bane soppianta il tutto con il più crudo sadismo.Questo film più che essere di batman è il film di Wayne dell'uomo che celandosi è divenuto simbolo,l'analisi psicologica del personaggio è quanto mai approfondita e dettagliata.Analizzando ora la parte tecnica una delle arme vincenti di questo batman è sicuramente è il suo essere realistico,seppur nei limiti del possibile,mai raggiunto prima che lo distacca da tutto ciò che è venuto prima;ovviamente gli effetti speciali sono di qualità incredibile come la colonna sonora che quasi si sincronizza con i battiti del nostro protagonista facendo da tramite a noi spettatori che così ci sentiamo più vicini alla scena.Un film sicuramente da vedere che si pone tra le più belle trilogie della storia del cinema
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alessandro paladino
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venerdì 7 settembre 2012
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il cavaliere oscuro - il ritorno
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Sono passati quattro anni dal grande successo del "Il cavaliere oscuro" e l'attesa per la terza saga su Batman e la domanda che tutti si pongono è: questo Batman è stato all'altezza delle aspettative? La risposta è ni. Christopher Nolan finora non ha mai steccato in un film, ed anche in questo la sua regia si sente nel film, che viene girato in maniera tecnicamente bene e con tante scene di sicuro impatto aiutate da una scelta di inquadrature eccellente, di buon dinamismo. Quello che però stona nel film è la sceneggiatura in se. Senza cercare di mettere dei spoiler è chiaro per chi adora Batman (specialmente il fumetto) si rende chiaramente conta di come la storia è capovolta e questo ne comporta una presenza di lacune nella sceneggiatura che ad un occhio più esperto non può far altro che storcere il naso e porsi certe domande ed il perché di certe decisioni.
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Sono passati quattro anni dal grande successo del "Il cavaliere oscuro" e l'attesa per la terza saga su Batman e la domanda che tutti si pongono è: questo Batman è stato all'altezza delle aspettative? La risposta è ni. Christopher Nolan finora non ha mai steccato in un film, ed anche in questo la sua regia si sente nel film, che viene girato in maniera tecnicamente bene e con tante scene di sicuro impatto aiutate da una scelta di inquadrature eccellente, di buon dinamismo. Quello che però stona nel film è la sceneggiatura in se. Senza cercare di mettere dei spoiler è chiaro per chi adora Batman (specialmente il fumetto) si rende chiaramente conta di come la storia è capovolta e questo ne comporta una presenza di lacune nella sceneggiatura che ad un occhio più esperto non può far altro che storcere il naso e porsi certe domande ed il perché di certe decisioni. Nolan ha fatto di tutto e di più per rendere il personaggio più umano possibile, questa può essere una delle note dolenti del film visto che l'azione si riduce, ed in un film di quasi tre ore si fa sentire. Il taglio di questo Batman procede anche con i tanti dialoghi fra i vari protagonisti quasi ed esasperare la condizione più umana di Batman, in alcuni casi la sceneggiatura regge, ma in altri crolla con delle battute che possono essere apprezzate solo nei cartoni animati. Per quanto riguarda gli antagonisti la scelta di Bane (Tom Hardy) è stata giusta ed azzaccata, ma la sua gestione lascia parecchio a desiderare e dopo un inizio in pompa magna il suo personaggio finisce per sgonfiarsi sempre di più, mentre Talia Al Gun/Miranda Tate (Marion Cotillard) molto semplice e si accontenta del minimo indispensabile (per la sceneggiatura mi riferisco soprattutto a loro). Più a suo agio Anna Hathaway (Selina Kyle). Grandiose le musiche di Hans Zimmer. Il film è assolutamente consigliabile e non è da bocciare, ma bisogna anche ammettere che il film non è il capolavoro come alcuni decantano e personalmente nella trilogia, questo occupa l'ultimo posto. Probabilmente le grandi aspettative che si avevano su questo film erano altissime e non è stato semplice soddisfarle tutte. Ma il film merita assolutamente di essere visto almeno una volta.
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maigal
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mercoledì 22 agosto 2012
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degno epilogo di una degna trilogia
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Nolan si riconferma sul gradino più alto del mio podio. Mai nessuno mi aveva fatto amare un supereroe come l'ha fatto lui. La storia di un uomo, di una maschera, di un simbolo. Vita o morte, Gotham ha bisogno del cavaliere oscuro! Dualismo sempre presente, come in tutti gli altri film di Nolan. Una pellicola che ti tiene incollato alla poltrona per quasi tre ore, senza darti motivo di fiatare, che ti fa riprendere solo alcuni minuti dopo la scena finale, solo durante i titoli di coda. Buchi di sceneggiatura trascurabili, la trama è seguibile senza problemi, tranne forse qualche piccolo dubbio post-film, ma che per nulla compromette la comprensione globale. Colonna sonora da urlo, che ti fa sentire partecipe, specialmente nelle scene più drammatiche del film.
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Nolan si riconferma sul gradino più alto del mio podio. Mai nessuno mi aveva fatto amare un supereroe come l'ha fatto lui. La storia di un uomo, di una maschera, di un simbolo. Vita o morte, Gotham ha bisogno del cavaliere oscuro! Dualismo sempre presente, come in tutti gli altri film di Nolan. Una pellicola che ti tiene incollato alla poltrona per quasi tre ore, senza darti motivo di fiatare, che ti fa riprendere solo alcuni minuti dopo la scena finale, solo durante i titoli di coda. Buchi di sceneggiatura trascurabili, la trama è seguibile senza problemi, tranne forse qualche piccolo dubbio post-film, ma che per nulla compromette la comprensione globale. Colonna sonora da urlo, che ti fa sentire partecipe, specialmente nelle scene più drammatiche del film. Scene "silenziose" che fanno accaponare la pelle. Bane è il nemico di cui questo capitolo finale aveva bisogno, un essere scaltro, folle e potente, senza compromessi, solo etica. Cast ineccepibile, specialmente per quanto riguarda le new entry, direttamente da Inception. Finale con cilmax a dir poco stravolgente. Potenziali spin off? Staremo a vedere!
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(di gilthanas)
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k. de rose
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martedì 28 agosto 2012
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epilogo riuscito - risalita dell'eroe terreno
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Se si volesse approfondire esaustivamente il fenomeno "Batman" e l'aura di interesse che naturalmente si è creata intorno al mastodontico terzo capitolo, più che un critico servirebbe un sociologo; preferisco quindi non esulare dalle mie competenze e limitarmi a proporre un analisi del film in quanto tale.
La visione de "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" porta a un compiacimento infantile per nulla deprecabile alla cui base vi è un meccanismo ben strutturato: il punto di forza sta in buona parte nell’atmosfera grigio-blu della sfortunatissima Gotham e nei personaggi che per un’intera trilogia ne hanno solcato le sporchissime strade; elementi, questi, di sicuro impatto, resi maggiormente funzionali dalla sceneggiatura dei fratelli Nolan che si son divertiti una volta ancora a intricare l’intricabile (ma poco male, per comprendere c’è tempo).
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Se si volesse approfondire esaustivamente il fenomeno "Batman" e l'aura di interesse che naturalmente si è creata intorno al mastodontico terzo capitolo, più che un critico servirebbe un sociologo; preferisco quindi non esulare dalle mie competenze e limitarmi a proporre un analisi del film in quanto tale.
La visione de "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" porta a un compiacimento infantile per nulla deprecabile alla cui base vi è un meccanismo ben strutturato: il punto di forza sta in buona parte nell’atmosfera grigio-blu della sfortunatissima Gotham e nei personaggi che per un’intera trilogia ne hanno solcato le sporchissime strade; elementi, questi, di sicuro impatto, resi maggiormente funzionali dalla sceneggiatura dei fratelli Nolan che si son divertiti una volta ancora a intricare l’intricabile (ma poco male, per comprendere c’è tempo).
Nel terzo capitolo la città si popola di interessanti “nuovi arrivi” che valorizzano ulteriormente un cast molto ben assortito: Anne Hathaway stupisce e diverte nel ruolo di Catwoman, equilibrando il carattere viperino del personaggio con un buon sense of humor e la sua nascosta fragilità con un atteggiamento provocante ma non volgare; l’ottimo Tom Hardy veste i panni del malvagio Bane, tra i nemici del Nostro probabilmente quello dotato di maggiore fisicità ma anche di un’inaspettata capacità oratoria (un plauso va sicuramente a Filippo Timi per l’impeccabile doppiaggio); interessanti anche personaggi quali John Blake, integerrimo poliziotto interpretato con candore da Joseph Gordon-Levitt, e Miranda Tate, membro della Wayne Enterprises col volto di Marion Cotilliard. Tra i le figure che già conosciamo, maggiore rilievo viene dato al maggiordomo Alfred (Michael Caine) che si palesa definitivamente come personificazione della coscienza di Bruce/Batman.
Si ripresenta inoltre la tematica del cammino verso una redenzione personale che porti a qualcosa di “alto” (affrontata in maniera magari non originalissima ma certo meno “leccata” che altrove); parallelamente a questa “risalita”, che nel film non è solo metaforica, si sviluppano abilmente sequenze narrative di ritmo serratissimo che potrebbero facilmente portare allo sfinimento uno spettatore impreparato (ricordo che sono pur sempre due ore e mezza di pellicola). Meno riusciti sono i brevi flashblack disseminati lungo la trama, piccole didascalie talvolta un po’ forzate sui “come” e sui “perché”.
Se siete amanti del genere, tuttavia, passerete volentieri sopra a queste piccolezze e il film scorrerà via con la velocità di un Batpod. Il Cavaliere Oscuro dimostra che i lati più terreni dell’eroe moderno vincono su quelli eccezionalmente “super”, che alla lunga stancano.
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antonio canzoniere
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giovedì 12 settembre 2013
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una boccata d'aria
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Non c'è due senza tre e la serie ha ormai toccato l'apice. Nolan e Goyer hanno alzato la posta in gioco con la stessa leggerezza di chi ha ormai acquisito la coscienza del potere del cinema. Questa volta Batman ha trovato pane per i suoi denti, nuovi e accaniti antagonisti, alleati rigenerati con talento e sagacia autoriale, sotto il segno della freschezza e del ringiovanimento. La più grande intelligenza nella direzione di questo colosso è l'innesto di una linfa tutt'altro che malsana per il genere blockbuster: il sociopolitico. Impossibile non collegare la riscossa del "sottosuolo" (lo strato povero del mondo capitalista) con le proteste, seppur dilatate con violenza pirotecnica, del movimento Occupy Wall Street e di tutti i surrogati che hanno seguito la manifestazione di Manhattan, così come una vena anti-nucleare che, secondo me, non basta mai.
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Non c'è due senza tre e la serie ha ormai toccato l'apice. Nolan e Goyer hanno alzato la posta in gioco con la stessa leggerezza di chi ha ormai acquisito la coscienza del potere del cinema. Questa volta Batman ha trovato pane per i suoi denti, nuovi e accaniti antagonisti, alleati rigenerati con talento e sagacia autoriale, sotto il segno della freschezza e del ringiovanimento. La più grande intelligenza nella direzione di questo colosso è l'innesto di una linfa tutt'altro che malsana per il genere blockbuster: il sociopolitico. Impossibile non collegare la riscossa del "sottosuolo" (lo strato povero del mondo capitalista) con le proteste, seppur dilatate con violenza pirotecnica, del movimento Occupy Wall Street e di tutti i surrogati che hanno seguito la manifestazione di Manhattan, così come una vena anti-nucleare che, secondo me, non basta mai. La mancanza di nomination agli Oscar è stato uno scempio: regnando incontrastato al botteghino, il film ha dimostrato la prorompenza e la voglia di rinnovamento che continuava ad insinuarsi nell'ambiente hollywoodiano. Con questo non si parla solo di una felina Hathaway, sensuale quanto camaleontica Carmen di Bizet Made in USA, la cui prima scena con Bale è piaciuta così tanto ai fan da farla soprannominare la Maria Schneider di Gotham City, ma anche di un Hardy splendidamente feroce, autentica, parossistica espressione del "Male necessario", inquadrati con l'occhio lucido e virtuosistico di un genio al massimo delle risorse. Vedere questo film e compararlo con altri blockbuster odierni sarebbe come notare la differenza tra una quercia maestosa e degli insulsi bonsai da giardino: la sua forza affonda le radici nella poetica brechtiana, la corporatura slanciata -un team infallibile- gli permette di trascendere le regole del genere fumettistico e una brezza gotica -sottile quanto pungente-, ne scuote la chioma. Tra qualche anno, sarà catalogato come un classico, nessun dubbio.
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krumours
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mercoledì 22 agosto 2012
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la perfetta fine di un culto. voto 5 alla trilogia
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Si chiude con 'Il cavaliere oscuro - il Ritorno' una delle più riuscite trilogie dell'ultimo decennio. Frutto sicuramente di una magistrale regia di C. Nolan, della sua ossessivo-maniacale ricerca della perfezione, delle sue scaramanzie promozionali e dei suoi teaser trailer che hanno creato un culto attorno al Chris Bale, capace di rappresentare all'inverosimile lo spettro delle emozioni di un supereroe tormentato come Batman.
La mente è chiaramente la chiave con cui ama giocare Nolan: la relazione con Rachel, la follia del Joker e adesso la minaccia atomica per liberare/purificare la città di Gotham dalle troppe menzogne e dal peccato.
La lotta tra il bene e il male diventa così una questione di scelte personali per Batman, che prima di ritrovare se stesso deve ritrovare il senso della vita - che l'ha costretto ad esiliarsi dal mondo.
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Si chiude con 'Il cavaliere oscuro - il Ritorno' una delle più riuscite trilogie dell'ultimo decennio. Frutto sicuramente di una magistrale regia di C. Nolan, della sua ossessivo-maniacale ricerca della perfezione, delle sue scaramanzie promozionali e dei suoi teaser trailer che hanno creato un culto attorno al Chris Bale, capace di rappresentare all'inverosimile lo spettro delle emozioni di un supereroe tormentato come Batman.
La mente è chiaramente la chiave con cui ama giocare Nolan: la relazione con Rachel, la follia del Joker e adesso la minaccia atomica per liberare/purificare la città di Gotham dalle troppe menzogne e dal peccato.
La lotta tra il bene e il male diventa così una questione di scelte personali per Batman, che prima di ritrovare se stesso deve ritrovare il senso della vita - che l'ha costretto ad esiliarsi dal mondo. Deve ritrovare la paura di morire, una ragione per restare in vita e quindi salvare la sua città, Gotham.
Non posso non dare le cinque stelle; non se si considera la ricercatezza nel riuscire ad inserire persino la matrice filosofica, che legata al caos e all'anarchia della guerra civile in cui versa Gotham, non può lasciarci indifferenti, portando la nostra mente a scenari ed eventualità - di questi tempi - non del tutto apocalittiche.
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gianluca conca
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sabato 1 settembre 2012
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potente, emozionante, indimenticabile.
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Il ponte tra blockbuster e cinema d'autore. Così è giustamente etichettato il geniale e controcorrente Christopher Nolan, un regista il quale, in un periodo dove le opere filmiche sguazzano nella scontatezza e negli incassi, e il pubblico in sala è attratto soltanto dall'intrattenimento e dal 3D, ha saputo cogliere il testimone di un cinema puro, classico, idealista, e di sollevarlo all'apice dell'epoca artistica moderna, confezionando irresistibili, originali e magistrali prove di regia quali Memento, The Prestige, Inception e Il Cavaliere Oscuro (non a caso, tutti nella lista dei 250 film più belli della storia del cinema), in grandi kolossal, che solitamente invece sono dettati dai soldi delle grandi produzioni che si approfittano delle vulnerabilità del pubblico.
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Il ponte tra blockbuster e cinema d'autore. Così è giustamente etichettato il geniale e controcorrente Christopher Nolan, un regista il quale, in un periodo dove le opere filmiche sguazzano nella scontatezza e negli incassi, e il pubblico in sala è attratto soltanto dall'intrattenimento e dal 3D, ha saputo cogliere il testimone di un cinema puro, classico, idealista, e di sollevarlo all'apice dell'epoca artistica moderna, confezionando irresistibili, originali e magistrali prove di regia quali Memento, The Prestige, Inception e Il Cavaliere Oscuro (non a caso, tutti nella lista dei 250 film più belli della storia del cinema), in grandi kolossal, che solitamente invece sono dettati dai soldi delle grandi produzioni che si approfittano delle vulnerabilità del pubblico.
E così Nolan si conferma il compromesso del tutto, nel concludere la leggendaria trilogia de 'Il Cavaliere Oscuro', in un'opera spettacolare, potente, emozionante, e chi più ne ha più ne metta. Certo, imperfetta: la sceneggiatura conta alcune lacune che non ci si aspetta da autori come Goyer, e ci si ritrova davanti a eventi già trattati in altri film (anche se Nolan li rigioca a modo suo); ma è il caso di fare i puntigliosi, dinanzi a un capolavoro simile? Epicità, drammaticità, spettacolarità si intrecciano tra di loro per le quasi 3 ore di film che sembrano volare fino all'immenso ed emozionante epilogo, che scivolando tra le indimenticabili e commoventi note di Hans Zimmer, riesce a sprigionare un pathos tale da rabbrividire il pubblico fino allo stremo, e a creare una sensazione di 'infinito' e di 'vuoto' che percuote l'animo dello spettatore anche a distanza di giorni dopo la visione, rendendogli impossibile lasciarsi emozionare momentaneamente da altri film.
Un altro elemento da apprezzare nell'opera, si identifica nell'assurdo realismo degli effetti speciali, mai esagerati, estremamente veri, i quali tutti gli altri film che abusano di effetti visivi devono soltanto invidiare, essendo Nolan un regista impegnato nell'usare il meno possibile le tecniche della computer grafica, strutturando una propria poetica impregnata di idealismo puro, dove 'bisogna andare sempre oltre' ciò che è proiettato sullo schermo, e studiare l'immenso bagaglio di significati profondi che si nascondono dietro le azioni dei personaggi.
Definire 'The Dark Knight Rises', un film d'azione sui supereroi, è del tutto offensivo. Superficiale è colui che dice: "C'è poco Batman in questo film". DEVE essere così, perchè elogiare le solite vittorie di un eroe, significherebbe essere scontati; bisogna invece allontanarsi dall'idea di fumetto, e studiare la morale umana in tutte le sue sfumature, le debolezze e le paure dell'uomo dietro la maschera, e la psicologia dell'antagonista, in questo caso del colosso Bane, che sì, fa sentire la mancanza del Joker di Ledger, ma si tratta di un tipo di nemico diverso e molto fisico, che concentra la sua profondità nella forza drammatica degli sguardi, attraverso gli occhi dell'attore Tom Hardy. Grande spazio d'interpretazione anche agli altri protagonisti, in particolare a Bale, Oldman e al grande Micheal Caine, 'convertiti' all'italiano in modo vergognoso dal doppiaggio del bel paese.
C'è da ricordare che a causa della soggettività dei gusti, non stiamo trattando un film che possa piacere a tutti. Ma bisogna comprendere che il cinema di Nolan non è per 'quei tutti'. Per apprezzarlo bisogna diventare uno spettatore che non si limita a guardare, ma a vivere un film.
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[+] complimenti!
(di erry98)
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sheldon wolowitz
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domenica 2 settembre 2012
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e son tre..
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Così anche questa trilogia è giunta alla sua degna conclusione. L'allegoria newyorkese di Gotham viene più che mai accentuata in questa pellicola, con un accenno alla complessità della stratificazione sociale e un assaggio di anarchia. Diciamolo pure, se l'eroe non fosse vestito da uomo-pipistrello forse non ci accorgeremo neanche di guardare un film su Batman, ed è probabilmente per questo che i "Burtoniani" sono ipercritici verso quest'ultimo capitolo della saga; io sono di parte, un "Nolanista" convinto, quindi ne sono rimasto ammaliato e ripagato dell'attesa. Questa pellicola si allontana dalla classicità di Batman che si era ritrovata nel secondo capitolo con Jocker e si ricollega al Batman Begins, chiudendo il cerchio.
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Così anche questa trilogia è giunta alla sua degna conclusione. L'allegoria newyorkese di Gotham viene più che mai accentuata in questa pellicola, con un accenno alla complessità della stratificazione sociale e un assaggio di anarchia. Diciamolo pure, se l'eroe non fosse vestito da uomo-pipistrello forse non ci accorgeremo neanche di guardare un film su Batman, ed è probabilmente per questo che i "Burtoniani" sono ipercritici verso quest'ultimo capitolo della saga; io sono di parte, un "Nolanista" convinto, quindi ne sono rimasto ammaliato e ripagato dell'attesa. Questa pellicola si allontana dalla classicità di Batman che si era ritrovata nel secondo capitolo con Jocker e si ricollega al Batman Begins, chiudendo il cerchio. La solita colonna sonora di Zimmer sostiene egregiamente il susseguirsi delle scene, girate in gran parte in Imax anche se purtroppo in Italia non ce ne siamo potuti accorgere, e lo spessore degli attori fa il resto; la comparsata di Cillian Murphy che così fa 3 su 3 è decisamente una piacevole sorpresa. Forse la figura di Bane non convince appieno ma probabilmente ciò è dovuto ad un doppiaggio dell'arcinemico che ha ampi margini di miglioramento. Il finale lascia sicuramente spazio ad un sequel, o meglio spin-off, anche se più probabilmente serve solo a rinfolotire la sfilza di personaggi del fumetto, lasciando lo spettatore piacevolmente sorpreso. E così Nolan batte Burton 3 a 0; ma ripeto, sono di parte.
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jaylee
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domenica 9 settembre 2012
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la giustizia risplende oscura
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Tutte le grandi saghe hanno una fine, e così giunge il momento del Cavaliere Oscuro di Nolan. Stavolta, Batman (Christian Bale, ormai IL volto di Bruce Wayne) caduto in disgrazia in seguito all’episodio precedente, dovrà tornare dal suo ritiro, e sfidare Bane (Tom Hardy), allievo del suo stesso maestro e leader di una fazione rivoluzionaria che prenderà in ostaggio l’intera città di Gotham City. Lo aiuteranno in questa impresa il commissario Gordon (Gary Oldman), il tecnologo Fox (Morgan Freeman) ed il fedele Alfred (Michael Caine), nonché le new entry, l’ispettore Blake (J. Gordon-Levitt) e l’ambigua Selina Kyle (Anne Hathaway, che non viene mai chiamata Catwoman nel film ma lo è di fatto)
Questo terzo capitolo mantiene quello stile realistico che ha fatto del Batman di Nolan un vero e proprio standard: un mondo dove supereroi e cattivi mascherati sono al limite della normalità… niente superpoteri, solo eccellenti combattenti con gadget tecnologici e scientifici.
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Tutte le grandi saghe hanno una fine, e così giunge il momento del Cavaliere Oscuro di Nolan. Stavolta, Batman (Christian Bale, ormai IL volto di Bruce Wayne) caduto in disgrazia in seguito all’episodio precedente, dovrà tornare dal suo ritiro, e sfidare Bane (Tom Hardy), allievo del suo stesso maestro e leader di una fazione rivoluzionaria che prenderà in ostaggio l’intera città di Gotham City. Lo aiuteranno in questa impresa il commissario Gordon (Gary Oldman), il tecnologo Fox (Morgan Freeman) ed il fedele Alfred (Michael Caine), nonché le new entry, l’ispettore Blake (J. Gordon-Levitt) e l’ambigua Selina Kyle (Anne Hathaway, che non viene mai chiamata Catwoman nel film ma lo è di fatto)
Questo terzo capitolo mantiene quello stile realistico che ha fatto del Batman di Nolan un vero e proprio standard: un mondo dove supereroi e cattivi mascherati sono al limite della normalità… niente superpoteri, solo eccellenti combattenti con gadget tecnologici e scientifici. Non troverete colori sgargianti tipo Iron Man o Capitan America… del resto, questa è sempre stata la cifra stilistica del personaggio creato da Bob Kane nel ormai lontano 1939, persone comuni con forza di volontà straordinaria, in opposizione a Superman e Wonder Woman che sono sostanzialmente dei in mezzo agli uomini.
Cosa probabilmente differenzia questo capitolo dagli altri due, è il ritmo serratissimo, adrenalinico, dove le 2 ore e quaranta di film scorrono senza lasciar cadere mai la tensione. Le atmosfere plumbee che caratterizzano tutto il film danno un senso di ineluttabile, di nessuna salvezza possibile. Ed è da sottolineare la colonna sonora, fiati e percussioni spezzati e sempre in crescendo che dettano il ritmo di questa epica rivincita.
Come nella miglior tradizione dei fumetti di un certo spessore, la chiave di lettura è molto potente e presenta interessantissimi dilemmi di natura sociale. I protagonisti in costume, come fossero personaggi mitologici (e di fatto lo sono), sono e rappresentano una sfaccettatura dell’umanità, con la quale conviviamo e nella quale ognuno di noi si impersona periodicamente… così come il Joker del secondo capitolo rappresentava la follia e la casualità che governa il nostro mondo così apparentemente razionale, Bane (e Selina Kyle) rappresentano l’esasperazione di una civiltà dove i molti hanno sempre di meno, ed i pochi hanno sempre di più, trincerandosi dietro sempre meno credibili concetti di pari opportunità. Tanti sono i richiami alla spietata cupidigia del sistema finanziario (che ormai vale come e più del sistema produttivo reale) e alla dimensione rivoluzionaria degli Indignati di Occupy Wall Street.
Su questi, si staglia Batman, sotto la cui maschera si può celare chiunque, ed il concetto di un bene superiore e della fede incrollabile nella dignità dell’essere umano che, anche nei peggiori momenti, si “solleva” (al quale fa riferimento il titolo originale, The Dark Knight Rises) e trascina verso l’alto con sé un’ondata di suoi simili, la speranza imperfetta di un futuro migliore contro la barbarie certa di un medioevo della ragione.
Poco da dire… anchese probabilmente il secondo film della saga, complice anche un Heath Ledger/Joker in stato di grazia, rimane superiore, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno (purtroppo, ancora una volta, il titolo italiano tradisce di gran lunga il potente messaggio dell’originale), è e sicuramente rimarrà uno dei film da vedere in questa stagione. Difficile trovare un difetto (se non nel doppiaggio italiano, ma non è certo colpa di Nolan) in questa lettura adulta e profonda di un’icona pop della cultura occidentale. (www.versionekowalski.it)
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tonysamperi
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martedì 18 settembre 2012
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come mai nella testa del cavaliere oscuro
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Tornano gran parte dei personaggi da "Il cavaliere oscuro", in primis Jim Gordon (Gary Oldman) e Lucius Fox (Morgan Freeman, il cui doppiatore cambia, forse per invecchiarlo?), seguiti dal Dr. Crane (Cillian Murphy).
Si inseriscono personaggi nuovi come John Blake (Joseph Gordon-Levitt).
Troviamo un Bruce solo con la sua autocommiserazione per la scomparsa di Rachel.
Ma quando Bane (Tom Hardy) arriva e Gotham ha bisogno di Batman, Bruce è pronto ad indossare il costume, a dispetto di un Alfred non proprio entusiasta. Bane è pura crudeltà, è tornato per finire il lavoro di Ras Al Ghul (Liam Neeson), ma nasconde anche un passato doloroso e una qual certa sensibilità (il protettore).
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Tornano gran parte dei personaggi da "Il cavaliere oscuro", in primis Jim Gordon (Gary Oldman) e Lucius Fox (Morgan Freeman, il cui doppiatore cambia, forse per invecchiarlo?), seguiti dal Dr. Crane (Cillian Murphy).
Si inseriscono personaggi nuovi come John Blake (Joseph Gordon-Levitt).
Troviamo un Bruce solo con la sua autocommiserazione per la scomparsa di Rachel.
Ma quando Bane (Tom Hardy) arriva e Gotham ha bisogno di Batman, Bruce è pronto ad indossare il costume, a dispetto di un Alfred non proprio entusiasta. Bane è pura crudeltà, è tornato per finire il lavoro di Ras Al Ghul (Liam Neeson), ma nasconde anche un passato doloroso e una qual certa sensibilità (il protettore).
Il personaggio di Selina Kyle (Anne Hatheway) - molto acrobata, poco catwoman - mantiene un ruolo di massima rilevanza nel film, permettendo a Bane di rilevare la Wayne Enterprise e incastrando Batman per ottenere ciò che a lei interessa. In realtà quando va contro Batman non è mai sicura, forse a causa di una palpabile complicità con il cavaliere oscuro.
Bruce tuttavia ha una certa complicità con Miranda Tate.
Il primo tradimento di Selina porta all'evidente riferimento al fumetto "Kightfall", in cui Bane spezza la schiena all'uomo pipistrello.
Bruce viene imprigionato da Bane, ed è costretto ad osservare la follia riversarsi su Gotham, distrutto fisicamente e nell'anima, con la rabbia che gli cresce dentro giorno per giorno.
Bruce dovrà ritrovare in sè la paura della morte e la forza dell'anima per riuscire a sfuggire alla prigionia (E qui, prevedibilmente, tornano le parole del padre "Perchè cadiamo, Bruce?").
Batman tornerà con una convinzione che gli permetterà di mettere fuori gioco il possente Bane, ma la vera minaccia è Miranda, che si rivela essere Talia Al Ghul, la figlia di Ras.
Non senza rischi e non senza far credere allo spettatore di essere destinato a sacrificarsi Batman riesce ad allontanare l'ordigno dalla città, facendolo detonare nella baia.
Quindi diversi colpi di scena nel finale, tra cui il ritorno di Bruce, che aveva implementato il pilota automatico nel Batwing.
Non ho trovato particolarmente brillante la scelta di lasciare tutto a quello che si scopre essere un Robin appositamente raffazzonato per dare un'idea di continuità, ma che non incarna realmente nessuno dei Robin esistiti (In particolare Nightwing e Tim Drake), a mio avviso era pure inutile, visto che Bruce, seguito il consiglio di Alfred, era rifatto una vita.
C'è da dire che i personaggi che in teoria dovrebbero essere i protagonisti, vale a dire Selina, Alfred, Fox, lo stesso Bruce e Gordon, sono a lungo messi da parte, e il film porta quindi troppa attenzione al supercriminale Bane.
Ad ogni modo, oggettivamente non si può negare che questo film sia un capolavoro.
Come prima cosa bisogna dire che questa pellicola dura quasi 3 ore, ma personalmente mi sono annoiato solo nei 5 minuti di pausa tra il primo tempo e il secondo tempo della proiezione.
Christopher Nolan ha fatto un lavoro eccellente nei primi due capitoli di questa saga, ma con questo si è davvero superato.
Lo spettatore riesce a provare una gamma completa di sensazioni, dalla tristezza, alla paura, all'empatia, alla sorpresa, al conforto.
Sul CAST
La scelta dei personaggi è assolutamente perfetta, ogni attore si cala perfettamente nella parte e ne rispecchia la psicologia.
Sulla COLONNA SONORA
Nei punti strategici Hans Zimmer fa un lavoro encomiabile con la musica, che riesce davvero ad aggiungere tensione alla tensione.
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