nenafabi
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mercoledì 6 marzo 2013
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bello ma non entusiasmante.
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Bel film, bella trama, un pò lento e molto americanizzato.
[+] lento ?
(di harry manback)
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paolo salvaro
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mercoledì 6 marzo 2013
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il trionfatore degli oscar 2013
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Quattro stelle se le merita tutte. Ben Affleck ha diretto un piccolo capolavoro. Indubbiamente migliore del soporifero Lincoln, l'altro grande favorito per la vittoria finale, raggiunge vette emozionali e di coinvolgimento che se lo si paragona a Zero Dark Thirty viene quasi da ridere. L'ambientazione e la fotografia sono perfetti e l'idea di inserire di fatto un film nel film (l'Argo che parla di guerre spaziali all'interno di quello vero e proprio) si rivela vincente. Sullo sfondo restano elementi interessanti come l'infame ambiente hollywodiano e la difficile esistenza degli agenti inflitrati e dei servizi segreti. Un grande film.
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Quattro stelle se le merita tutte. Ben Affleck ha diretto un piccolo capolavoro. Indubbiamente migliore del soporifero Lincoln, l'altro grande favorito per la vittoria finale, raggiunge vette emozionali e di coinvolgimento che se lo si paragona a Zero Dark Thirty viene quasi da ridere. L'ambientazione e la fotografia sono perfetti e l'idea di inserire di fatto un film nel film (l'Argo che parla di guerre spaziali all'interno di quello vero e proprio) si rivela vincente. Sullo sfondo restano elementi interessanti come l'infame ambiente hollywodiano e la difficile esistenza degli agenti inflitrati e dei servizi segreti. Un grande film. Goditi il successo, Ben.
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michela papavassiliou
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martedì 5 marzo 2013
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444 giorni da oscar
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Storia da Oscar 2013 come miglior film, firmata ed interpretata da Ben Affleck, che con questa pellicola 2012 tocca l'apice della sua carriera. E' lui Tony Mendez, agente Cia, dalla lucida determinazione e dal cuore d'oro, a tenere il fiato sospeso in platea per la durata di 120 minuti. Scenario l'Iran anni '70, martoriato da una politica repressiva e sanguinaria ad opera dello Scia' gia' deposto dalle sommosse popolari. La scintilla di violenza culmina nella presa dell'Ambasciata Usa a Teheran. Colpevole l'America rea di aver dato asilo al dittatore ormai malato terminale. Sulla scia di fatti realmente accaduti, si seguono le vicissitudini di sei dipententi americani riusciti a fuggire alla cattura da parte della folla inferocita e rifugiatisi nella vicina sede diplomatica canadese.
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Storia da Oscar 2013 come miglior film, firmata ed interpretata da Ben Affleck, che con questa pellicola 2012 tocca l'apice della sua carriera. E' lui Tony Mendez, agente Cia, dalla lucida determinazione e dal cuore d'oro, a tenere il fiato sospeso in platea per la durata di 120 minuti. Scenario l'Iran anni '70, martoriato da una politica repressiva e sanguinaria ad opera dello Scia' gia' deposto dalle sommosse popolari. La scintilla di violenza culmina nella presa dell'Ambasciata Usa a Teheran. Colpevole l'America rea di aver dato asilo al dittatore ormai malato terminale. Sulla scia di fatti realmente accaduti, si seguono le vicissitudini di sei dipententi americani riusciti a fuggire alla cattura da parte della folla inferocita e rifugiatisi nella vicina sede diplomatica canadese. Tra lo sconcerto della Casa Bianca, incerta su come affrontare quello che rischia di diventare un problema serio di sicurezza nazionale, nasce il progetto segreto denominato Argo, suggerito dal protagonista ispiratosi alla passione del figlio per i film di fantascienza. L'idea assurda di girare un finto film tra le strade della capitale iraniana, la cui troupe sara' composta dai fuggiaschi a rischio di morte plateale in piazza per impiccagione, ottiene il nulla osta dal Presidente degli Stati Uniti. Mendez chiede la collaborazione di due grandi di Hollywood, Alan Arkin, nelle vesti dello scaltro e simpatico Lester Siegel, che con John Goodman, il travolgente Chambers, mettono in piedi in quattro e quattr'otto una casa di produzione fantasma. Tra ordini e controndini ad alto tasso adrenalinico, tra posti di blocco e spietati interrogatori, tra masse xenofobe e appoggi incerti, Affleck regala al pubblico una delle sue migliori interpretazioni e la storica ricostruzione dei 444 giorni di prigionia e del progetto di salvataggio di quei cittadini americani che allora si trovarono imbrigliati nelle maglie del conflitto. Da vedere. MP
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catcarlo
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martedì 5 marzo 2013
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argo
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All’inizio della crisi degli ostaggi in Iran, un piccolo gruppo fuoriuscito dall’ambasciata degli Stati Uniti durante l’assalto alla stessa finisce per ritrovarsi in una posizione più pericolosa rispetto ai diplomatici rimasti prigionieri: riparati in casa dell’ambasciatore canadese, non hanno addosso gli occhi del mondo e ogni giorno che passa il rischio di venir scoperti e processati aumenta. Per portarli a casa, la Cia si inventa un falso film di fantascienza, ‘Argo’, da girarsi in esotiche locations persiane: sul filo del rasoio, l’operazione riesce, ma l’agente Mendez – che il tutto ha apparecchiato e portato a termine – non può ricevere i pubblici elogi fino a quando Clinton, vent’anni dopo, non toglie il segreto sulla missione.
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All’inizio della crisi degli ostaggi in Iran, un piccolo gruppo fuoriuscito dall’ambasciata degli Stati Uniti durante l’assalto alla stessa finisce per ritrovarsi in una posizione più pericolosa rispetto ai diplomatici rimasti prigionieri: riparati in casa dell’ambasciatore canadese, non hanno addosso gli occhi del mondo e ogni giorno che passa il rischio di venir scoperti e processati aumenta. Per portarli a casa, la Cia si inventa un falso film di fantascienza, ‘Argo’, da girarsi in esotiche locations persiane: sul filo del rasoio, l’operazione riesce, ma l’agente Mendez – che il tutto ha apparecchiato e portato a termine – non può ricevere i pubblici elogi fino a quando Clinton, vent’anni dopo, non toglie il segreto sulla missione. Per raccontarne la storia, l’esordiente Affleck gira un film d’azione senza pecche, basato su di una sceneggiatura di Chris Terrio che segue la traccia dei fatti drammatizzandone alcune parti (una questione che appare secondaria, non trattandosi di un documentario). Nella prima ora, la tensione si stempera grazie ai tocchi di commedia che si possono trovare nei dialoghi serrati all’interno dell’Agenzia e durante la parentesi holliwoodiana (alcune battute sono un po’ telefonate ma pazienza…), poi il ritmo si fa sempre più serrato, fra montaggio incrociato – con qualche discrepanza sui fusi orari - e possibili pericoli evitati per un soffio che lasciano con il fiato sospeso. L’occhio del regista restituisce in modo efficace un mondo del tutto analogico, fatto di telescriventi e grossi nodi alla cravatta, raggiungendo i risultati migliori negli interni ambientati a Langley e inquadrati come negli anni Settanta. Alla riuscita collabora un cast esperto e ben assortito, in cui – oltre all’Affleck attore, con barba e capello lungo molto Seventies - spiccano Cranston (il capo duro ma sensibile) e, soprattutto, la coppia Arkin/Goodman che, a Los Angeles, fornisce la base logistica al falso film strappando anche qualche sorriso: in confronto, risultano meno definiti i sei in fuga, con il solo Scoot McNairy che ha la possibilità di rendere un po’ meno bidimensionale il suo personaggio, il più dubbioso nei confronti del piano di Mendez. Detto tutto questo, e confermato che le due ore scorrono veloci e coinvolgenti, lascia perplessi che ‘Argo’ sia stato preferito a ‘Lincoln’ nella corsa agli Oscar e l’unico motivo che pare plausibile è l’eccesso patriottico. Non che il film di Spielberg manchi di retorica a stelle e strisce, ma vuoi mettere un film ambientato un secolo e mezzo fa che parla di una spaccatura interna non del tutto superata neppure oggi con uno costruito attorno a un momento storico che tantissimi di noi hanno vissuto e ha il pregio di poter nettamente separare i buoni dai cattivi? Se non fosse per il prologo – in cui si accenna alla responsabilità anglo-americana nella caduta di Mossadeq che spianò la strada al feroce regime di Reza Pahlavi – la Cia ne esce candida come un giglio (e alla fine rinuncia anche ad appuntarsi la medaglia al merito) mentre gli iraniani sono rappresentati, a parte la barba, alla stregua degli indiani dei film di una volta - violenti, urlanti e pure un po’ tonti: se è un dato di fatto che la Rivoluzione Islamica non sia stata un pranzo di gala, la banalizzazione risulta comunque fastidiosa.
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federico agnellini
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lunedì 4 marzo 2013
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and the oscar goes to ... argo
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Dopo aver sbancato un mese prima ai Golden Globes la pellicola rivelazione del 2012 colpisce anche nella notte degli Oscar. Il film, tratto dall'ononimo libro di Tony Mendez e Matt Baglio, racconta fatti realmente accaduti a Teheran durante la rivoluzione iraniana del 1979. Argo ruota tutto intorno alla cosidetta "Canadian Caper", operazione segreta tra il Canada e gli Stati Uniti per liberare sei cittadini americani fuggiti dalla prorpia ambasciata durante una rivolata e rifugiatisi nella delegazione canadese. Diretto e interpretato da uno strabiliante Ben Affleck , il film risulta davvero grandioso riuscendo a coniugare al tempo stesso aspetti sia drammatici che comici. Pezzi imporanti di storia e politica riescono a essere allacciati al mondo hollywodiano con grande maestria, grazie anche a un'eccellente sceneggiatura scritta da Chris Terrio.
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Dopo aver sbancato un mese prima ai Golden Globes la pellicola rivelazione del 2012 colpisce anche nella notte degli Oscar. Il film, tratto dall'ononimo libro di Tony Mendez e Matt Baglio, racconta fatti realmente accaduti a Teheran durante la rivoluzione iraniana del 1979. Argo ruota tutto intorno alla cosidetta "Canadian Caper", operazione segreta tra il Canada e gli Stati Uniti per liberare sei cittadini americani fuggiti dalla prorpia ambasciata durante una rivolata e rifugiatisi nella delegazione canadese. Diretto e interpretato da uno strabiliante Ben Affleck , il film risulta davvero grandioso riuscendo a coniugare al tempo stesso aspetti sia drammatici che comici. Pezzi imporanti di storia e politica riescono a essere allacciati al mondo hollywodiano con grande maestria, grazie anche a un'eccellente sceneggiatura scritta da Chris Terrio. Il tutto, inoltre, è risaltato da una magnifica colonna sonora perfettamente caratteristica e inerente a tale storia. Per concludere, ancora una volta, ci sono da registrare le strepitose interpretazioni di Alan Arkin e John Goodman che impreziosiscono e rendono ancora più grande questo bellissimo film.
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kyotrix
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domenica 3 marzo 2013
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lo salva il finale
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Insomma. Puo' essere girato e ricreato alla perfezione, ma se il film non cattura lo spettatore non e' molto da intrattenimento. Per 3/4 del film mi sono annoiato. Per fortuna la fuga finale ha creato un po' di souspance. Belli anche i titoli di coda, dove vengono confrontate foto di allora con immagini del film. Pero' mi sarebbe piaciuto sapere cosa c'era in tutti quei documenti che hanno distrutto o quasi prima della cattura...cose che l'america voleva nascondere agli iraniani ma anche a tutto il resto del mondo...
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liuk!
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domenica 3 marzo 2013
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oscar politico
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Argo é un film discreto, senza particolari sforzi da parte di nessuno, salvo una particolare attenzione alle scenografie per renderlo simile alla realtá. Chiaramente, dopo l'oscar come miglior film, le aspettative erano altissime, mi aspettavo un capolavoro come The Artist, ma la veritá é che la statuetta é palesemente politica, un premio alla storia, alla Cia e al governo Carter, nulla di piú.
Va bene anche cosí, ma cinematograficamente parlando, non si puó andare oltre alla sufficienza.
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nicola1
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venerdì 1 marzo 2013
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bel thriller ma nulla piu'
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Possiede una tensione ed una suspence apprezzabile ma da qui a vincere l'Oscar ce ne vuole. Probabilmente e' la creazione artefatta di questa tensione (il bazaar, i check point all'aeroporto, il puerile inseguimento sulla pista) a danneggiare la visione generale del film, se non fosse stata una storia vera (e in questo caso sicuramente non avrebbe vinto l'Oscar) poteva pure passare come un 007 minore. Ci si aspetta sempre da una produzione hollywoodiana che i rivoluzionari alla fine passino sempre per bimbetti con i fucili in mano facili da raggirare ma in questo caso erano proprio idioti, Ben Affleck ce l'aveva scritto in fronte che era un agente CIA oltreché , come recitazione, lascia molto a desiderare.
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Possiede una tensione ed una suspence apprezzabile ma da qui a vincere l'Oscar ce ne vuole. Probabilmente e' la creazione artefatta di questa tensione (il bazaar, i check point all'aeroporto, il puerile inseguimento sulla pista) a danneggiare la visione generale del film, se non fosse stata una storia vera (e in questo caso sicuramente non avrebbe vinto l'Oscar) poteva pure passare come un 007 minore. Ci si aspetta sempre da una produzione hollywoodiana che i rivoluzionari alla fine passino sempre per bimbetti con i fucili in mano facili da raggirare ma in questo caso erano proprio idioti, Ben Affleck ce l'aveva scritto in fronte che era un agente CIA oltreché , come recitazione, lascia molto a desiderare. Fatta molto bene invece la prima parte del film, la ricostruzione storica dell'assalto all'ambasciata, la ricerca dei produttori a Hollywood (grande John Goodman, il migliore in assoluto) e la preparazione del piano.
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viaggiatore77
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giovedì 28 febbraio 2013
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anche l'oscar è stata una finzione ?
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Forse la notizia dell'oscar come miglior film ha accresciuto le aspettative ma francamente penso sia un film non all'altezza delle aspettative, che non imprime. Si lascia guardare, con un pò di frammenti storici, un pò d'azione, un pò di vicende umane ... un pò di tutto senza troppa sostanza, e forse un pò di stereotipi nel rappresentare il potere e chi è manovrato dal potere. L'unico elemento che mi ha colpito è il personaggio più scettico del gruppo che nel momento del bisogno si mette in gioco. Sicuramente un incentivo al premio è stato l'orgoglio americano che emerge dal film ... o forse le inquadrature su Ben Affleck ? sono rimasto assuefatto .
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Forse la notizia dell'oscar come miglior film ha accresciuto le aspettative ma francamente penso sia un film non all'altezza delle aspettative, che non imprime. Si lascia guardare, con un pò di frammenti storici, un pò d'azione, un pò di vicende umane ... un pò di tutto senza troppa sostanza, e forse un pò di stereotipi nel rappresentare il potere e chi è manovrato dal potere. L'unico elemento che mi ha colpito è il personaggio più scettico del gruppo che nel momento del bisogno si mette in gioco. Sicuramente un incentivo al premio è stato l'orgoglio americano che emerge dal film ... o forse le inquadrature su Ben Affleck ? sono rimasto assuefatto ... e sempre la stessa espressione
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[+] orgoglio americano
(di etabeta)
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jayan
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mercoledì 27 febbraio 2013
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film concreto, solido, perfetto, d'azione
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Il film è la storia della liberazione di 6 americani da parte di un agente dei servizi segreti. L'azione si svolge a Teheran all'indomani della deposizione dello Scià di Persia. I musulmani odiano gli americani perché hanno dato asilo allo Scià. Occupano l'ambasciata americana. Da essa fuggono 6 persone che si rifugiano in quella canadese. L'agente riuscirà a liberarli e farli salire su un aereo portandoli fuori dell'Iran, ci riuscirà usando un sotterfugio, farà credere che sono membri di una troupe che va lì per decidere le location di un film, "Argo". Il film è come un meccanismo a orologeria ben congeniato, l'agente è freddo, mentale, calcolatore, distaccato ed efficiente.
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Il film è la storia della liberazione di 6 americani da parte di un agente dei servizi segreti. L'azione si svolge a Teheran all'indomani della deposizione dello Scià di Persia. I musulmani odiano gli americani perché hanno dato asilo allo Scià. Occupano l'ambasciata americana. Da essa fuggono 6 persone che si rifugiano in quella canadese. L'agente riuscirà a liberarli e farli salire su un aereo portandoli fuori dell'Iran, ci riuscirà usando un sotterfugio, farà credere che sono membri di una troupe che va lì per decidere le location di un film, "Argo". Il film è come un meccanismo a orologeria ben congeniato, l'agente è freddo, mentale, calcolatore, distaccato ed efficiente. Anche in un momento in cui la missione sembra stesse per fallire, riesce a continuarla fino alla liberazione del gruppo. Non c'è niente da diere sulla perfezione del film. Forse manca di sentimenti. Non si vedono bene le preoccupazioni del gruppo e tantomeno dell'agente. A parte questo è un film da vedere. Personalmente l'Oscar come miglior film l'avrei dato a Lincoln (ma non ho ancora visto "Vita di PI"), mentre la regia, che qui è inpeccabile, l'avrei data ad "Argo". Comunque è un film da vedere.
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