rampante
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mercoledì 13 marzo 2013
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teheran 1979
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Teheran 1979, la rivoluzione iraniana è al culmine, lo scià è appena fuggito negli USA, il paese è nel caos, gruppi di studenti inscenano imponenti cortei.
L'ayatollah Khomeini e i suoi rivoluzionari hanno proclamato la repubblica islamica, le strade sono controllate e pattugliate dalle guardie del nuovo regime.
Un gruppo di militanti fa irruzione nell'Ambasciata USA a Teheran, portando via 52 ostaggi. Nella confusione sei americani riescono a fuggire e trovano rifugio nella residenza dell'ambasciatore del Canada. Il governo americano è preoccupato sia per la sorte dei sei uomini che per quella degli ostaggi.
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Teheran 1979, la rivoluzione iraniana è al culmine, lo scià è appena fuggito negli USA, il paese è nel caos, gruppi di studenti inscenano imponenti cortei.
L'ayatollah Khomeini e i suoi rivoluzionari hanno proclamato la repubblica islamica, le strade sono controllate e pattugliate dalle guardie del nuovo regime.
Un gruppo di militanti fa irruzione nell'Ambasciata USA a Teheran, portando via 52 ostaggi. Nella confusione sei americani riescono a fuggire e trovano rifugio nella residenza dell'ambasciatore del Canada. Il governo americano è preoccupato sia per la sorte dei sei uomini che per quella degli ostaggi.
I sei devono lasciare il paese in fretta prima che vengano rintracciati.
Il governo canadese e quello statunitense chiedono l'intervento della CIA e a Tony Mendez, il miglior specialista in azioni di infiltrazione.
Costui, valutata la situazione, mette in piedi un piano rischioso e inverosimile. Si tratta di farli passare come componenti di una troupe arrivata a Teheran per girare un film di fantascienza, Argo.
Una scelta cinematografica, surreale che sembra un piano folle ma la collaborazione del governo canadese rende possibile l'avvio delle operazioni.
Il piano diventa operativo, procede tra infiniti rischi e pericoli e riesce per un soffio.
Nel film c'è la voglia di sperare nonostante tutto. Un film comico-drammatico.
Una vicenda realmente accaduta.
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stefano73
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martedì 12 marzo 2013
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teso fino all'ultimo
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anni 80,Iran. Assaltata l'ambasciata USA, 7 americani trovano rifugio segretamente presso la sede canadese. Il film è chiaramente a fovore della civile e preparata 'america. Si fa valere per i solidi coinvolgimenti politici,mediatici e dall'alta tensione che trasmette. Interpretazioni e vicenda veramente valide.
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cenox
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martedì 12 marzo 2013
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una storia vera
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Sicuramente un buon film, fra l'altro basato su di una storia veramente accaduta, ma da qui a dire che questo è il miglior film dell'intera stagione cinematografica mi sembra a dir poco eccessivo!! Affleck, qui sia attore che regista, dimostra le sue qualità raccontanto del 1979, anno in cui, un'ambasciata americana in Iran viene attaccata ed invasa da una folla inferocita, acausa della fuga dello Scià iraniano proprio negli Stati Uniti. Sei dipendenti riesco a rifugiarsi a casa dell'ambasciatore canadese, che con un atto di grande coraggio, li nasconde di sua scelta. La CIA nel frattempo studia un modo per riuscire a farli "evadere" da questa nazione diventata ormai acerrima nemica.
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Sicuramente un buon film, fra l'altro basato su di una storia veramente accaduta, ma da qui a dire che questo è il miglior film dell'intera stagione cinematografica mi sembra a dir poco eccessivo!! Affleck, qui sia attore che regista, dimostra le sue qualità raccontanto del 1979, anno in cui, un'ambasciata americana in Iran viene attaccata ed invasa da una folla inferocita, acausa della fuga dello Scià iraniano proprio negli Stati Uniti. Sei dipendenti riesco a rifugiarsi a casa dell'ambasciatore canadese, che con un atto di grande coraggio, li nasconde di sua scelta. La CIA nel frattempo studia un modo per riuscire a farli "evadere" da questa nazione diventata ormai acerrima nemica. L'idea è quella di fingere di dover girare un falso film proprio in Iran, dal titolo Argo appunto, per poi poter far passare i controlli ai sei, spacciandoli come troupe canadese del film stesso. Ovviamente molti aspetti del film sono esasperati per poter mantenere la giusta tensione (e dubito si possano essere verificati nello stesso fortunoso modo) però il risultato è credibile.
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chansgiardinier
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lunedì 11 marzo 2013
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sembrava armageddon
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Niente da dire: buon ritmo, buona recitazione degli attori, intense scene di massa. Le cose buone però finiscono qui. Siamo sicuri che scrivere sulla Lavagna della Storia i Buoni e i Cattivi sempre con lo stesso logoro gessetto sia un aspetto marginale ? Io mi sono avvicinato al film sperando che il racconto facesse emergere la Verità. Il fatto che USA e CIA siano responsabili di tutte le guerre del Mondo da Toro Seduto ad oggi viene giudicato poco più che una marachella. Il MALE ASSOLUTO è nel Resto nell'Universo che gli USA stanno cercando un pò alla volta di civilizzare. Una guerra alla volta. Pellerosse, negri, musi gialli, comunisti, islamici, alieni, meteoriti.
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Niente da dire: buon ritmo, buona recitazione degli attori, intense scene di massa. Le cose buone però finiscono qui. Siamo sicuri che scrivere sulla Lavagna della Storia i Buoni e i Cattivi sempre con lo stesso logoro gessetto sia un aspetto marginale ? Io mi sono avvicinato al film sperando che il racconto facesse emergere la Verità. Il fatto che USA e CIA siano responsabili di tutte le guerre del Mondo da Toro Seduto ad oggi viene giudicato poco più che una marachella. Il MALE ASSOLUTO è nel Resto nell'Universo che gli USA stanno cercando un pò alla volta di civilizzare. Una guerra alla volta. Pellerosse, negri, musi gialli, comunisti, islamici, alieni, meteoriti.....la lista dei nemici degli USA è infinita. Così come è infinita la lista dei fantocci inventati,usati ed eliminati da papà USA e mamma CIA per rovesciare governi democraticamente eletti. Il buon Affleck ci dirà che non c'era bisogno di un ennesimo film contro gli USA e che anche la CIA, ogni tanto, fa buone cose (e, poverini, non possono nemmeno dirlo in giro !) Tutto concesso....ma l'Oscar che c'azzecca ? Dire che Argo è un buon film ignorando l'evidente manicheismo che deborda è come sostenere che Triumph des Willens di Leni Riefenstahl fu un grande film, tra l'altro premiato all'Esposizione Internazionale di Parigi nel 1937, che con un uso innovativo di grandangoli e teleobiettivi mostrò come mai prima di allora tutta la follia dell' Hitler nazionalsocialista e lo rese Epico ! Davvero l'Arte può fare finta di nulla ? Se è così, allora l'insopportabile happy end di Argo poteva essere cambiato. Così come Tarantino ci ha mostrato l'antistorica fine di un plurimitragliato Hitler in Inglourious Bastard non si poteva ....che so : a) simulare un guasto all'aereo della Swiss Air che stava portando in salvo i nostri eroi; b) far salire i Cattivoni iraniani armati fino ai denti sul velivolo; c) non riconoscere i Magnifici Sette Americani perchè tutti camuffati dietro una maschera di Groucho Marx ; d) tornare a casa con le pive nel sacco; e) Viva la LIbertà ! Peccato che il Trio Affleck, Terrio & Clooney non ci abbia pensato...ma forse non avrebbero vinto l'Oscar.
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dydluca
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lunedì 11 marzo 2013
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chapeau!
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Poche parole:giù il cappello!
Capolavoro.
In tutto e per tutto ma soprattutto al pensiero che ci sìano persone come T.Mendez!
Sono rimasto attratto per tutto il film,è come entrare in una spirale,ti manca l'ossigeno e non vedi l'ora di uscirne fuori...insieme ai 6 ostaggi.
Che bel film,che bel film!
Mi autoaccuso per averlo snobbato all'uscita(3mesi fa),ringrazio gli oscar per avercelo restituito!
E bellissimi anche i titoli di coda!
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brucebo
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domenica 10 marzo 2013
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un'altra perla di affleck
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La vittoria all'Oscar e la prospettiva del solito "polpettone" politico non mi allettavano e personalmente ero riluttante a guardare questo film al cinema. Già durante la proiezione invece è stato facile ricredersi subito per la piacevolezza della storia e per come è stata affrontata. Largo spazio all'analisi dei personaggi ed all'idea geniale del protagonista Ben Affleck/Tony Mendez di tirare fuori dall'Iran i sei diplomatici americani costretti alla clausura clandestina per evitare di essere uccisi dai rivoluzionari iraniani durante la contestazione del '79. Per niente pesante e scontato il film regge grazie ad un ottimo cast e ad una buona regia.
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La vittoria all'Oscar e la prospettiva del solito "polpettone" politico non mi allettavano e personalmente ero riluttante a guardare questo film al cinema. Già durante la proiezione invece è stato facile ricredersi subito per la piacevolezza della storia e per come è stata affrontata. Largo spazio all'analisi dei personaggi ed all'idea geniale del protagonista Ben Affleck/Tony Mendez di tirare fuori dall'Iran i sei diplomatici americani costretti alla clausura clandestina per evitare di essere uccisi dai rivoluzionari iraniani durante la contestazione del '79. Per niente pesante e scontato il film regge grazie ad un ottimo cast e ad una buona regia. Riconoscimenti meritati e menzione particolare a Ben Affleck che dopo "Gone baby gone"e "The town" si conferma ottimo regista.
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paranoidandroid
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sabato 9 marzo 2013
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not bad
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ralphscott
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sabato 9 marzo 2013
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la tensione non manca
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Realizzazione impeccabile e credibile,anche grazie all'accurato allestimento scenografico,ai costumi. Un manipolo di cittadini americani spaventati di cui,però,poco sappiamo. E nemmeno di Affleck c'é rivelato qualcosa in più:é sposato ed ha un figlio,ma le vicende dei singoli passano in secondo piano nell'economia della tesa sceneggiatura,forse inevitabilmente. Peccato. Un buon film che poteva essere ottimo.
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rescart
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sabato 9 marzo 2013
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il mondo prima di reagan
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La svolta reaganiana ai tempi dell’avvento di Khomeini non era ancora apparsa neanche all’orizzonte del possibile panorama politico economico degli anni ‘80. E forse, chissà, fu favorita proprio nell’opinione pubblica americana dal pensare, erroneamente, che l’idea e la realizzazione del progetto di liberazione degli ostaggi di cui si tratta in questo film fosse da attribuirsi non già a loro stessi ma ai canadesi. Se così fosse, aver votato un attore di Hollywood come Presidente degli Stati Uniti d’America potrebbe essere considerato una sorta di inconsapevole rivendicazione di paternità. Ad ogni modo la sua elezione comportò per tutto il mondo un ritorno ad un economia liberista più simile a quella precedente il New Deal di Roosevelt che a quella ad esso successiva, con un welfare ulteriormente rafforzato dopo la seconda guerra mondiale.
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La svolta reaganiana ai tempi dell’avvento di Khomeini non era ancora apparsa neanche all’orizzonte del possibile panorama politico economico degli anni ‘80. E forse, chissà, fu favorita proprio nell’opinione pubblica americana dal pensare, erroneamente, che l’idea e la realizzazione del progetto di liberazione degli ostaggi di cui si tratta in questo film fosse da attribuirsi non già a loro stessi ma ai canadesi. Se così fosse, aver votato un attore di Hollywood come Presidente degli Stati Uniti d’America potrebbe essere considerato una sorta di inconsapevole rivendicazione di paternità. Ad ogni modo la sua elezione comportò per tutto il mondo un ritorno ad un economia liberista più simile a quella precedente il New Deal di Roosevelt che a quella ad esso successiva, con un welfare ulteriormente rafforzato dopo la seconda guerra mondiale. Fino all’undici settembre si poteva forse pensare che il benessere occidentale dei trent’anni successivi all’ultimo conflitto fosse basato su regimi dispotici mediorientali come quello di Reza Pahlavi, sostenuti dagli U.S.A. e da tutto l’occidente per accaparrarsi le risorse naturali ivi presenti, petrolio in primis. Dopo non più. Ormai è chiaro a tutti che il dispotismo ha regnato e regna in certe zone del mondo a prescindere dal fatto che al potere ci sia un fantoccio dell’occidente o un odontoiatra psicopatico come Bashar El Assad. Il fatto è che oggi, a quasi 25 anni dalla caduta del muro di Berlino e con esso del comunismo sovietico, l’occidente continua ad appropriarsi indebitamente di ricchezze altrui, come il petrolio iracheno, ma a goderne i benefici sono sempre più un numero ridottissimo di ricchissimi lavoratori che per meritarsi tale ricchezza dovrebbero lavorare qualcosa come 380 volte di più degli altri lavoratori normali. Come ci ricorda un video virale che gira su internet relativo alla distribuzione della ricchezza tra i 311 milioni di cittadini americani. Pur tuttavia Gli Stati Uniti d’America continuano a essere la terra promessa, non solo per gli ostaggi liberati dopo 400 giorni nei primi anni ’80, ma anche per il collega e amico di Ben Affleck, Matt Damon, visto il titolo del suo ultimo film. Forse perché anche lui senza aver vinto il premio Oscar fa pur sempre parte di quell’uno per cento di statunitensi che posseggono il quaranta per cento della ricchezza nazionale?
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daria75
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giovedì 7 marzo 2013
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veramente un capolavoro!
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Una sola cosa, eccezionalmente girato!
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