Arriva in sala Il gioiellino, l'opera seconda di Andrea Molaioli.
di Marzia Gandolfi
Più in basso di così c’è solo da scavare”, cantava così una bella canzone di Daniele Silvestri e comincia nello stesso modo il secondo film di Andrea Molaioli, che dissotterra gioielli e ‘gioiellino’ di un imprenditore di latte andato a male.
Uno sguardo alla cronaca economica italiana
Ispirato dalla cronaca e da uno dei più gravi scandali della finanza globale, il regista romano ‘romanza’ il colossale crac della Parmalat di Calisto Tanzi e mette al centro del suo film un’azienda agro-alimentare gestita in maniera ‘creativa’ dalla famiglia Rastelli, abile nel falsificare i bilanci, gonfiare le vendite e ‘inventarsi’ il denaro. “Non abbiamo mai avuto intenzione di girare Il gioiellino a Parma e nemmeno di accanirci sulla vicenda e sui protagonisti reali, per questo nel film di Molaioli non ci sono riferimenti diretti. Riferimenti sottintesi per necessità di prudenza rispetto ai processi ancora in corso e poi il caso Parmalat ci interessava in quanto fenomeno paradigmatico”, ci spiega la produttrice Francesca Cima in conferenza stampa a Roma, dove Molaioli ha appena presentato alla stampa il suo Gioiellino. “Abbiamo girato in Piemonte, precisamente ad Acqui Terme, e non abbiamo mai pensato di aderire fedelmente alla cronaca. Quando cominciarono i primi segnali della grande crisi globale, ancora in corso, iniziai a interessarmi al mondo della finanza e a farmi delle domande. Mi chiedevo che cosa l’avesse provocata e come fare per arginarla. Il mio era un interesse che non trovava però una traduzione. Poi con Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli abbiamo intrapreso una ricerca approfondita e ci siamo imbattuti in molte vicende scriteriate prossime a quella della Parmalat. A quel punto non ci restava che trovare una chiave drammaturgica per penetrare quella realtà e poterla raccontare, i personaggi sono diventati quella la chiave”.
Un cast di attori superlativi
E a interpretarne i caratteri Andrea Molaioli ingaggia un cast di attori superlativi, capaci di restituire le perversioni e le miserie di uomini che si sono fatti da soli e che non si tirano mai indietro se c’è da finanziare una mostra o sostenere un ente morale. “Non ho mai conosciuto Calisto Tanzi”, ci dice Remo Girone, “e so d’altra parte che è un uomo molto riservato. Per questa ragione per costruire il mio personaggio mi sono affidato alle direttive di Andrea e basato su quanto scritto in sceneggiatura. Ritengo che sia una grande fortuna lavorare con chi ha scritto il film, è importante ascoltarli e riuscire successivamente a dare corpo a quello che loro avevano immaginato”. “Sottoscrivo quello che ha detto Remo”, ribatte Toni Servillo, “il mio personaggio è senz’altro meno conosciuto ed esposto del suo, dunque per me è stato più semplice restituirlo sullo schermo, non avevo zavorra alcuna. Per un attore interpretare un personaggio reale è senz’altro una bella sfida ma un ruolo nato dalla fantasia lascia un territorio di azione illimitato”. E la fantasia non difetta nemmeno all’autore romano che per ‘esigenza di copione’ ‘fonda’ addirittura un’azienda, un logo e una linea di prodotti alimentari consultabili sul sito ufficiale de Il gioiellino. Navigate e bevete più latte.