Titolo originale | Hanyo |
Anno | 2010 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Im Sang-soo |
Attori | Jeon Do-yeon, Lee Jung-Jae, Yuh Jung Youn, Hwang Jung-min, So-Ri Moon, Kim Jin-ah Seo Woo, Ahn Sung-Ki, Ahn Seo-hyun, Park Ji-young. |
Uscita | venerdì 27 maggio 2011 |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,62 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 12 ottobre 2020
Euny viene assunta come governante da una ricca famiglia. Quando resta incinta del padrone di casa, ruoli ed equilibri deflagrano. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Asian Film Awards, In Italia al Box Office The Housemaid ha incassato 88,4 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Euny viene ingaggiata come governante e bambinaia nella casa di una ricchissima famiglia, dove la giovane e bella moglie di un uomo d'affari aspetta il frutto della seconda gravidanza, due gemelli. Bambina a sua volta, per lo spirito ingenuo e generoso che la contraddistingue, Euny conquista tutti, dalla piccola Nami, la primogenita, alla collega anziana che ha speso la sua vita a servizio nella villa, al padrone di casa, che presto passa a chiederle ben più di quello che è stata chiamata a fare. Quando la ragazza si ritrova incinta, la padroncina e sua madre non esitano a pianificare il peggio, in nome dei privilegi da conservare, costi quel che costi.
In Corea, chi non adora Im Sang-soo lo detesta senza cordialità, ma tutti, e non solo in patria, lo attendevano al varco di questo remake di uno dei capisaldi della cinematografia nazionale, firmato da Kim Ki-young nel 1960. Il risultato è distante, già sulla carta, con lo slittamento del fuoco narrativo dall'effetto del femminile perturbante su un nucleo famigliare ad un discorso tutto incentrato sui ruoli sociali, che s'interroga su chi siano i servi e chi siano i padroni e se i primi non siano in fondo più liberi e i secondi più condannati. Discorso piuttosto facilotto, per il modo in cui viene messo in scena, ma che se non altro conserva l'idea di una protagonista fuori dalle righe (del pentagramma), che sottrae all'uomo (là compositore, qui pianista per diletto e per status) una partitura già scritta e ne infiamma (letteralmente) il finale.
Elegante ma anche volontariamente pacchiano, il set -costato una fortuna- è il luogo apparentemente ideale di un thriller da camera, tra Hitchcock e Chabrol (La Cérémonie), non fosse che è proprio il thrilling che difetta, senza che, d'altro canto, il film viri allora nella black comedy. Il ruolo dell'egocentrico unico maschio, per esempio, affidato alla star Lee Jung-jae, in bilico tra dramma e presa in giro, non raggiunge mai la profondità che sarebbe stato bello vedergli toccare. Vola alto, invece, Jeon Do-youn nel ruolo di Euny: un talento già debitamente riconosciuto a Cannes, nel 2008, per Secret Sunshine di Lee Chang-dong.
Sempre alla ricerca, più che legittima, di un modo per scuotere la platea e uso a dar luogo e a navigare nelle controversie, questa volta Im Sang-Soo veleggia su acque già solcate, tanto nell'approccio estetico che nella materia del racconto.
La lettura di questo film "più che perfetto" è tutta nell'espressione della bambina nella scena finale! Perche questo non è un film sul potere ma su come ci si addestra per gestirlo il potere. Come la governante, si può essere disilluse per una non celata invidia del potere dei ricchi, ciniche, come la suocera opportunista e puttana dentro, stupidamente [...] Vai alla recensione »
Il soggetto non è originale, ma un remake di un celebre film coreano degli anni sessanta, dal titolo Hanyo (anche questo tradotto in “The Housemaid”, primo capitolo della trilogia di successo scritta, prodotta e diretta dal sud-coreano Kim Ki-young tra gli anni sessanta e gli anni ottanta), che la brava regista Im Sang-soo riesce a ben rappresentare ambientandolo nel ventesimo secolo. [...] Vai alla recensione »
All’inizio, il film ci presenta l’aspetto convulso di una Corea in cui le antiche città hanno lasciato il posto a enormi conglomerati urbani molto simili a quelli occidentali, con i fast-food, le luci notturne e le tragedie individuali vissute in tremenda solitudine. In questa realtà si colloca la vicenda della giovane Euny, assunta, dopo attenta valutazione, [...] Vai alla recensione »
Si tratta di un remake di un film del 1960. E' la storia di una ragazza che si reca a servizio presso una ricca famiglia e viene messa incinta dal padrone di casa. La prima parte è fortemente erotica con l'approccio alla ragazza, il suo lasciarsi andare e il suo essere usata. La seconda parte invece è fortemente guidata dalla vendetta della suocera dell'uomo che vuole far [...] Vai alla recensione »
MOlto orientale, come probzbilmente"THe Housemaid"(2010, iM-Sang.-soo , anche autore di soggetto e sceneggiatura, ma remake"modifciato"di"Hanyeo", film sempre sud.coreano del 1960 di Ki-Ki-young). Orienalte, anche se nel cuore del capitalismo orientalizzato(o dell'Oriente capitalistizzato, volendo, la realtà della Corea del Sud, visto che il Nord coreano è [...] Vai alla recensione »
"The Housemaid", versione 2010, è un remake di un omonimo film(in coreano ovviamente non so dirlo)di mezzo secolo prima. Non conoscendo l'"originale"non si può dire nulla delle variazioni-innovazioni apportate, salvo il tasso di erotismo oggi accettabile(anche in Oriente)e non permesso nel 1960... Certamente il fim è un esempio di come la classica struttura [...] Vai alla recensione »
Il soggetto non è originale, ma un remake di un celebre film coreano degli anni sessanta, dal titolo Hanyo (anche questo tradotto in “The Housemaid”, primo capitolo della trilogia di successo scritta, prodotta e diretta dal sud-coreano Kim Ki-young tra gli anni sessanta e gli anni ottanta), che la brava regista Im Sang-soo riesce a ben rappresentare ambientandolo nel ventesimo secolo. [...] Vai alla recensione »
Film remake patinato e sensuale su di una governante/tata al servizio di una famiglia potente e prevaricatrice. Molto precisa e riuscita la descrizione della freddezza in cui sono immerse la casa e la famiglia ospite e molto interessante la contrapposizione ed il rapporto che si instaura fra i padroni e la servitù. Azzeccato il finale tragico ed estremo che denuncia la definitiva rottura [...] Vai alla recensione »
E'questa la sensazione che ho avuto per tutto il film. La rigidità e la freddezza che caratterizzano le scene (la casa, la fotografia, l'espressione costante degli attori), sono però gli unici elementi accettabili. Per il resto il film scorre lento, scontato. Ci si aspetta un colpo di scena non arriva mai. Nemmeno io lo definirei thriller, ma erotico noir.
Regia impeccabile e senza sbavature, la storia raccontata in questo film mi è parsa come una specie di fiaba.Nel senso che ci sono più che veri e propri personaggi, modalità e ruoli che si concatenano fino alla chiusura del cerchio.L'umanità, la bontà e l'innocenza contrapposti alla perfidia. Bianco su nero. Mi è parso di vedere alfine la morale di questa fiaba: la sofferenza della fanciulla fa fare [...] Vai alla recensione »
Noir di ghiaccio. un soggetto non originale che pretende di uscire dalla banalità con l'esagerazione. Osè ma non troppo e thriller ma non tanto, finale inaspettato ma eccessivo, il risultato è appena sufficiente solo perchè si lascia vedere.
Thriller da camera, s'è detto: vero, thriller da microcosmo familiare, vero anche questo. Ma anche con un finale tipicamente"orientale", non immemore(sì, è vero, siamo in Corea del Sud non in Giappone, ma certe tradizioni, religiose e non solo sono comuni), dove la traccia di harakiri(di seppuku non parlerei, vista la condizione sociale della"Housemaid")gio [...] Vai alla recensione »
Che delusione. Dalla Corea ci si aspetta un signor film, e invece qui è tutto fumo e niente arrosto. Un dramma, se lo vogliamo classificare così, elegantissimo e perfetto sotto il punto di vista tecnico, ma completamente vuoto dal punto di vista narrativo, e il finale, seppur visivamente bellissimo, mi è parso troppo inverosimile.
“The Housemaid” film coreano di Im Sang-soo(2010) con Jeon Do-yeon, LeeJung-Jae, Youn Yuh-jung, Seo Woo. Bellissima fotografia, begli interpreti. In una ricca famiglia coreana viene assunta una giovane cameriera, dove esiste già una governante di mezza età, inizialmente piuttosto fredda e poco sorridente con la nuova arrivata, ben accolta invece, dalla [...] Vai alla recensione »
Girato in maniera sofisticata ed elegante, "The Housemaid" racconta la vita di una giovane cameriera che rimane incinta del suo padrone di casa. Il conflitto di classe (ma anche quello inter-classe) è il tema centrale di questo bel film coreano che vanta ottime interpretazioni e splendide scenografie.
Film drammatico al 97%, personalmente 90 minuti son più che sufficenti, quasi tutto il film è ambientato nella villa di una famiglia ricca, la trama è un pò prevedibile ma ben distribuita, il regista è andato un pò in eccesso verso la fine del film, un finale bruciato.
a questo film è mancato il mordente,dal trailer sembrava più che altro un film erotico,mentre le scene sono due,comunque ha qualche tempo morto,non proprio grintosi gli attori che avrebbero dato più colore alla pellicola,storia di una cameriera a servizio di una famiglia borghese,che rimane incinta del padrone di casa il quale non fa altro che trascinarsi per le stanze con l'ennes [...] Vai alla recensione »
Fino a che punto può arrivare il cinismo e l'assenza di scrupoli?Un film sui sentimenti, stati d'animo, desideri, sogni e passioni dei protagonisti, perché ogni personaggio ha un proprio mondo di emozioni!!Un film sulla sconvolgente natura umana, a volte troppo buona e spesso cinica e crudele!!Colonna sonora fantastica!
Secondo me è un bel film , ma non un granché... scene finali da brivido
remake di un film degli anni '60, "the housemaid" è un film molto bello dal punto di vista della fotografia e dei movimenti della cinepresa, mentre pecca di "già visto" ( e non mi riferisco all'originale) per la sceneggiatura. Coreanamente crudele, buone sono le musiche e decenti gli interpreti
Il classismo feroce della società coreana in forma di thriller grandguignolesco. Forse un po' pasticciato, ma c'è un regista e si vede. Eccome se si vede. Per me basta e avanza, visto che la maggior parte dei film che guardo hanno una regia mediocrissima.
Mi aspettavo di meglio da questo film coreano...l'ho trovato artificioso,i personaggi sono a tratti grotteschi o comunque "estremi",chiusi nella loro solitudine e poco comunicativi.la storia poco convincente.
Film originale e ben girato con scene interessanti... non mi dilungo. Dico solo andate a vederlo!
Ci sono tutti gli elementi essenziali del repertorio melodrammatico in The Housemaid di Im Sang-soo, regista di punta della "nouvelle vague" coreana assieme a Kim Ki-duk e Park Chan-wook (già arrivato in Italia con un altro film ad alto tasso erotico: La moglie dell´avvocato). Ovvero l´amore impossibile, il conflitto tra classi sociali diverse, un luogo fisico centrale per lo svolgimento dell´azione, [...] Vai alla recensione »
Sempre presente nelle rassegne festivaliere degli ultimi anni, il cinema coreano sembra essersi specializzato in storie di vendetta, sovente truce ed efferata, generata da ingiustizie palesi perpetrate ai danni di chi è apparentemente destinato a non potersi difendere in alcun modo. Anche The Houseimaid, di Im Sang-soo, presentato a Cannes e vincitore del Premio speciale della giuria al Courmayer Noir [...] Vai alla recensione »
Pendant les premières minutes, The Housemaid (la bonne, en français) ressemble à l'une de ces chroniques modernes de la vie des humbles. Une caméra furète dans les recoins d'un quartier populaire, au ras des trottoirs pendant que quelques étages au-dessus, une belle jeune femme s'apprête à se jeter dans le vide. L'image est un peu sale, passe d'un visage à l'autre en s'arrêtant sur celui d'une employée [...] Vai alla recensione »
C’è una curiosa somiglianza fra questo melodramma ambientato in una famiglia di ricchissimi industriali coreani e Io sono l’amore di Luca Guadagnino, i cui protagonisti sono ricchi industriali milanesi. In entrambi i film un corpo estraneo, qui la cameriera del titolo, là un cuoco, entra in un mondo dorato e impenetrabile e ne sconvolge i canoni, passando attraverso la sensualità e sessualità dei corpi. En [...] Vai alla recensione »
Tra i registi di punta della "nouvelle vague" coreana, assieme a Kim Ki-duk e Park Chan-wook, quest'anno Im Sang-soo è agli onori del concorso con The housemaid, remake di un film del 1960 che ha profondamente influenzato la sua generazione. E, dell'originale, conserva la struttura melodrammatica. Una giovane divorziata è assunta come cameriera in una casa di ricchi, già genitori di una bambina e in [...] Vai alla recensione »
La nuova, timida cameriera è carina e, si capirà presto, piuttosto bendisposta. Che abisso con la scortese collega newyorchese alle prese col satiro Strauss-Kahn. Qui, siamo a Seul, il padrone di casa, un riccone dall'aria insolente, che arriva e riparte con due gorilla, non la degna di un'occhiata, le sue attenzioni sono tutte per la mogliettina, che ha un pancione di quasi nove mesi.
Un film più che perfetto per raccontare un mondo ossessionato dalla perfezione. Una storia di violenza, manipolazione, ricatto, in cui tutto è (deve essere) bellissimo, perché la bellezza nasconde la prevaricazione, anzi ne è il compimento naturale, il segno del dominio esercitato sul mondo. E su se stessi. Remake di un classico del cinema coreano, The Housemaid di Im Sang-soo è un sontuoso Scene [...] Vai alla recensione »
Il tema di «The housemaid» è vetusto, ma a quanto pare sempre allettante. Una giovane e graziosa cameriera viene assunta da un ricca famiglia borghese e ne fa esplodere le contraddizioni latenti, innanzitutto intrecciando torridi rapporti di sesso con l’arrogante e fedifrago capofamiglia. Considerato lo specialista dell’erotismo tra i maestri della nouvelle vague coreana, Im Sang-soo riesce a tenere [...] Vai alla recensione »
La locandina ufficiale di The Housemaid, non quella italiana, vuole un uomo nudo, con una bottiglia di vino rosso in mano, mentre osserva verso il basso una nuca di donna mora, arrivata con la bocca all'altezza del suo ombelico e con l'intenzione di andare oltre. Im Sang-soo non è regista da mezze inquadrature. Nel suo nuovo lungometraggio, in concorso a Cannes nel 2010, esaspera nuovamente i termini [...] Vai alla recensione »
Al recente festival di Cannes, uno dei film più toccanti è stato Arirang del coreano Kim Ki-Duk, regista che in passato ha sfiorato Palme e Leoni con film importanti come Indirizzo sconosciuto e Ferro 3. Arirang è un doloroso lavoro autobiografico in cui Kim riesce a comunicare il proprio dramma esistenziale: da qualche tempo, da regista di successo si è trasformato in clochard, vive in una capanna [...] Vai alla recensione »
Prima un suicidio, poi il castello, abitato da un ricco uomo d’affari e la sua famiglia borderline: una giovane balia (Jeon Do-youn) è assoldata per accudire signora e figlia - una gravida, l’altra in diversa attesa - ma dovrà soddisfare vizi e capricci del padrone. Reduce da Cannes 2010, ecco Im Sang-soo, che sguazza tra sesso e potere, corruzione e morte: no, non in Italia, ma per il remake made [...] Vai alla recensione »
E tutto perfetto. nella grande casa di Hoon (Lee Jung-jae). La giovane, bella moglie Hae-ra (Seo Woo) aspetta due gemelli, come si intuisce anche dalla pancia, sulla cui levigata perfezione, appunto, Im Sang-soo indulge volentieri. Quanto a lui, tutti lo trattano come un padrone incontestato. Tornando in famiglia, alla fine della giornata, due scagnozzi lo scortano muti e devoti, la moglie e la figlia [...] Vai alla recensione »