cannedcat
|
domenica 5 giugno 2011
|
addestrata per il potere
|
|
|
|
La lettura di questo film "più che perfetto" è tutta nell'espressione della bambina nella scena finale! Perche questo non è un film sul potere ma su come ci si addestra per gestirlo il potere. Come la governante, si può essere disilluse per una non celata invidia del potere dei ricchi, ciniche, come la suocera opportunista e puttana dentro, stupidamente feroce, come la moglie puttanella e incapace (fino alla follia) di sopportare il tradimento che, come dice sua madre "fa parte del pacchetto" quando si sposa un uomo ricco, ma il vero personaggio è la bambina che vede e assorbe quello che è il vero potere dei potenti: poter utilizzare gli altri fino a bruciarli, come dice Mangiafuoco a Pinocchio, il pupazzo, come lo sono la cameriera, la governante, la moglie ridotta a una banale incubatrice.
[+]
La lettura di questo film "più che perfetto" è tutta nell'espressione della bambina nella scena finale! Perche questo non è un film sul potere ma su come ci si addestra per gestirlo il potere. Come la governante, si può essere disilluse per una non celata invidia del potere dei ricchi, ciniche, come la suocera opportunista e puttana dentro, stupidamente feroce, come la moglie puttanella e incapace (fino alla follia) di sopportare il tradimento che, come dice sua madre "fa parte del pacchetto" quando si sposa un uomo ricco, ma il vero personaggio è la bambina che vede e assorbe quello che è il vero potere dei potenti: poter utilizzare gli altri fino a bruciarli, come dice Mangiafuoco a Pinocchio, il pupazzo, come lo sono la cameriera, la governante, la moglie ridotta a una banale incubatrice. E la maestria del regista è farci entrare con leggerezza nei vari personaggi e nelle dinamiche che li uniscono, e che non comprendono in quanto pupazzi in mano a chi non solo ha potere (come il marito) ma ne capisce la potenza come la bambina che, essendo donna, non sarà nemmeno deviata nel comando dalla pericolosa ossessione maschile per il sesso foriero di disgrazie anche per un potente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cannedcat »
[ - ] lascia un commento a cannedcat »
|
|
d'accordo? |
|
andrea giostra
|
martedì 11 dicembre 2012
|
la crudelta ed il cinismo dei ricchi.
|
|
|
|
Il soggetto non è originale, ma un remake di un celebre film coreano degli anni sessanta, dal titolo Hanyo (anche questo tradotto in “The Housemaid”, primo capitolo della trilogia di successo scritta, prodotta e diretta dal sud-coreano Kim Ki-young tra gli anni sessanta e gli anni ottanta), che la brava regista Im Sang-soo riesce a ben rappresentare ambientandolo nel ventesimo secolo. Al di là del conflitto di classe, gli elementi essenziali che colpiscono efficacemente lo spettatore sono diversi: il cinico fascino del potere che permette ai potenti di ottenere facilmente dai deboli tutto quello che vogliono; la squallida disumanizzazione di coloro che non appartenendo alla classe sociale dei ricchi, che se anche incolpevolmente “minacciosi” di invade un campo non loro, devono essere impietosamente puniti e sacrificati ai loro privilegi; il sadico piacere nel veder soffrire gli “umili” che per avere osato oltrepassare la soglia della discriminazione sociale sono stati “giustamente” castigati; l’odio e la violenza che si sprigionano selvaggiamente dalla donna che è stata impietosamente colpita e mortificata nella propria maternità e nella propria femminilità.
[+]
Il soggetto non è originale, ma un remake di un celebre film coreano degli anni sessanta, dal titolo Hanyo (anche questo tradotto in “The Housemaid”, primo capitolo della trilogia di successo scritta, prodotta e diretta dal sud-coreano Kim Ki-young tra gli anni sessanta e gli anni ottanta), che la brava regista Im Sang-soo riesce a ben rappresentare ambientandolo nel ventesimo secolo. Al di là del conflitto di classe, gli elementi essenziali che colpiscono efficacemente lo spettatore sono diversi: il cinico fascino del potere che permette ai potenti di ottenere facilmente dai deboli tutto quello che vogliono; la squallida disumanizzazione di coloro che non appartenendo alla classe sociale dei ricchi, che se anche incolpevolmente “minacciosi” di invade un campo non loro, devono essere impietosamente puniti e sacrificati ai loro privilegi; il sadico piacere nel veder soffrire gli “umili” che per avere osato oltrepassare la soglia della discriminazione sociale sono stati “giustamente” castigati; l’odio e la violenza che si sprigionano selvaggiamente dalla donna che è stata impietosamente colpita e mortificata nella propria maternità e nella propria femminilità. Gli attori sono bravi a trasmettere empaticamente queste emozioni, anche se il finale, nel tentativo di mostrare un autolesionismo colpevolizzante, rischia di apparire eccessivo e grottesco. Da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea giostra »
[ - ] lascia un commento a andrea giostra »
|
|
d'accordo? |
|
laulilla
|
venerdì 17 giugno 2011
|
il tradimento e il potere
|
|
|
|
All’inizio, il film ci presenta l’aspetto convulso di una Corea in cui le antiche città hanno lasciato il posto a enormi conglomerati urbani molto simili a quelli occidentali, con i fast-food, le luci notturne e le tragedie individuali vissute in tremenda solitudine. In questa realtà si colloca la vicenda della giovane Euny, assunta, dopo attenta valutazione, da una ricchissima famiglia, perché si occupi di Nami, la prima figlia dei coniugi Hoon ed Hera, ora in attesa dei due gemelli che la bella Hera partorirà di lì a poco.
[+]
All’inizio, il film ci presenta l’aspetto convulso di una Corea in cui le antiche città hanno lasciato il posto a enormi conglomerati urbani molto simili a quelli occidentali, con i fast-food, le luci notturne e le tragedie individuali vissute in tremenda solitudine. In questa realtà si colloca la vicenda della giovane Euny, assunta, dopo attenta valutazione, da una ricchissima famiglia, perché si occupi di Nami, la prima figlia dei coniugi Hoon ed Hera, ora in attesa dei due gemelli che la bella Hera partorirà di lì a poco. Presto, però, in un crescendo di tensione, il film assume il carattere di un noir psicologico ad alto contenuto erotico: Hoon si infila, senza perdere troppo tempo, infatti, nel letto di Euny, e quasi subito la rende incinta. La gelosia di Hera non si fa attendere: la donna teme venga insidiata dalla nuova arrivata la posizione sociale di rilievo che credeva ormai acquisita e inattaccabile, grazie al matrimonio, ai figli già fatti e a quelli che ha in mente per il futuro, vero strumento del suo potere. Hera non accetta il tradimento. A differenza di altre donne coreane consapevoli che, sposando un ricco, il tradimento è “parte del pacchetto”, (come le ricorderà brutalmente la madre, sottolineando la tacita compravendita alla base dell’unione matrimoniale), Hera non permetterà che il suo futuro sia ipotecato dalla presenza di Euny, né permetterà che i suoi figli (gli unici col diritto di eredità) condividano alcunché con i figli di Euny e del marito. Forse questo era avvenuto in passato, quando ai figli illegittimi, in qualche modo il padrone provvedeva: questo probabilmente era avvenuto nella vita della serva più anziana; ora il potere non può che essere indiscusso e totale. Su consiglio della perfida madre, perciò la donna mette in atto una crudele strategia per liberarsi della serva e del bambino. Nella moderna Corea del capitalismo, dei consumi affluenti e dell’ostentazione pacchiana della ricchezza, infatti, pare permanere, ancora più feroce, la vecchia mentalità castale, impersonata ora da individui, come Hoon e la moglie, privi di scrupoli, potenti senza mediazioni e senza pietà, cui sono concessi lussi e raffinatezze di ogni tipo, dai costosissimi vini occidentali, alla villa piena di oggetti di design, allo sfizio di eseguire (molto bene, per altro), le belle sonate beethoveniane al pianoforte. La condizione sociale di Hoon gli dà questo diritto, finalizzato esclusivamente al proprio individuale piacere. La figura di Euny è certamente la più complessa, nelle sue ambiguità e contraddizioni: è sinceramente tenera, affezionata alla bambina, che quasi subito la accetta volentieri; è devota anche a Hera, ma non si oppone alla violenza padronale, anzi pare gradirla e sollecitarla, con l’intento, forse, di affiancare Hera nel cuore di Hoon, se non di soppiantarla: a questo pare alludere la scena del bagno nella vasca di lei, che sta partorendo lontano da casa. Sarà Hoon a rimettere le cose “a posto”, tornando a parlarle con il lei, ristabilendo, quindi, ruoli e gerarchiche distanze.
Magnifico il finale, sorprendente e spiazzante, infuocato e gelido in un bellissimo ossimoro che difficilmente si dimentica.
Questo film è il remake di un altro, dallo stesso titolo, realizzato nel 1960 dal regista Kim Ki-young, considerato il padre del cinema coreano. Im Sang-soo, ha firmato questa nuova versione, presentandola a Cannes nel 2010 e al festival del noir di Courmayeur di quello stesso anno. Il regista ha dichiarato di aver voluto, però, riscrivere completamente la sceneggiatura, non solo per portarne ai nostri giorni il contenuto, ma soprattutto per modificarne profondamente il significato, incentrando l’interesse sul rapporto servi- padroni, anziché sull’ inquietante presenza femminile giunta a insidiare la tranquillità della famiglia, così com’era nella versione del 1960.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a laulilla »
[ - ] lascia un commento a laulilla »
|
|
d'accordo? |
|
renato volpone
|
martedì 31 maggio 2011
|
erotico noir
|
|
|
|
Si tratta di un remake di un film del 1960. E' la storia di una ragazza che si reca a servizio presso una ricca famiglia e viene messa incinta dal padrone di casa. La prima parte è fortemente erotica con l'approccio alla ragazza, il suo lasciarsi andare e il suo essere usata. La seconda parte invece è fortemente guidata dalla vendetta della suocera dell'uomo che vuole far abortire la ragazza. Su tutto lo sguardo di una governante inquietante. Il film è lento ma piacevole, molto elegante e raffinato, ricercato nella musica e nella fotografia. Non completamente convincente si lascia però guardare.
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
domenica 7 maggio 2017
|
mélo più thriller
|
|
|
|
"The Housemaid", versione 2010, è un remake di un omonimo film(in coreano ovviamente non so dirlo)di mezzo secolo prima. Non conoscendo l'"originale"non si può dire nulla delle variazioni-innovazioni apportate, salvo il tasso di erotismo oggi accettabile(anche in Oriente)e non permesso nel 1960... Certamente il fim è un esempio di come la classica struttura di mélo(è detto con accezione positiva, pensando soprattutto ai grandi mélo di un gigante del cinema come Douglas Sirk, per citare un esempio occidentale, anche se proveniente dall'Europa dell'Est, se non vado errato)si lasci compenetrare dal thriller: da quando la"Housemaid"del titolo viene biblicamente conosciuta, anzi"conosciuta"non basta, meglio ingravidata dal padrone di casa, con evidenti rischi legati a possibili recriminazioni economiche e giuridiche(eredità etc.
[+]
"The Housemaid", versione 2010, è un remake di un omonimo film(in coreano ovviamente non so dirlo)di mezzo secolo prima. Non conoscendo l'"originale"non si può dire nulla delle variazioni-innovazioni apportate, salvo il tasso di erotismo oggi accettabile(anche in Oriente)e non permesso nel 1960... Certamente il fim è un esempio di come la classica struttura di mélo(è detto con accezione positiva, pensando soprattutto ai grandi mélo di un gigante del cinema come Douglas Sirk, per citare un esempio occidentale, anche se proveniente dall'Europa dell'Est, se non vado errato)si lasci compenetrare dal thriller: da quando la"Housemaid"del titolo viene biblicamente conosciuta, anzi"conosciuta"non basta, meglio ingravidata dal padrone di casa, con evidenti rischi legati a possibili recriminazioni economiche e giuridiche(eredità etc.), viene fatta oggetto di ogni possibile attentato, fino al sacrificio finale. Il tutto, però, è da leggere all'orientale, con la ritualità che scandisce la vita quotidiana, soprattutto delle classi agiate(in Corea del Sud la sperequazione economica, ma anche la distanza socio-culturale tra classi agiate e "basse"è praticamente "assoluta", addirittura scandalosa, come lo è il senso dell'onore, come si vede nell'atto finale della ragazza, che non è"oblazione di sè"ma vendetta nobilitata dal senso dell'onore), anche nella dimensione"privatissima"dell'erotismo. In più la componente musicale, quasi maniacale in tutto l'Oriente, con in più(è fenomeno non solo coreano, ma anche cinese, giapponese, di altre "regioni"asiatiche)un pendant particolare per la musica operistica, che colà porta a un grado di"melomania"più forte che persino a Busseto o in zone"calde"della realtà italiana-e difatti il film è percorso dalla musica operistica, che riafferma la componente narrativa-da mélo del film nel suo complesso. Le/gli interpreti"attuano"(uso pour cause un'espressione mutuata dallo spagnolo, perché di questo si tratta, dell'"attuare"-agire, anche mimicamente e a livello di gestualità, come peraltro dimostra tutto il teatro orientale)con modalità che sono diversissime da quelle vigenti all'Ovest... Altro elemento interessante: il film è"un serpente che si morde la coda"perché il film inizia dalla fine, "anticipando"tutto il proprio svolgimento... El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
lunedì 30 novembre 2020
|
in parte convincente come thriller, in parte no
|
|
|
|
MOlto orientale, come probzbilmente"THe Housemaid"(2010, iM-Sang.-soo , anche autore di soggetto e sceneggiatura, ma remake"modifciato"di"Hanyeo", film sempre sud.coreano del 1960 di Ki-Ki-young). Orienalte, anche se nel cuore del capitalismo orientalizzato(o dell'Oriente capitalistizzato, volendo, la realtà della Corea del Sud, visto che il Nord coreano è notoriamente altra cosa, non fosse che per la dittatura inflessibile dell'attuale presidnete) per la storia, con questa ragazza alla pari, che viene assunta da una famiglia molto ricca(ricco è il marito, invero), dopo averne controllato requisti(ha un diploma di maestra, non è di famiglia povera, anzi ha un suo appartamento di proprietà)e referenze, che diventa oggetto d'attrazione per il marito di famiglia(la moglie è in stato interessante)e si abbandona ai"Piaceri del sesso"con lo stesso, creando un grande scomussolamento nella vita familiare-la moglie partorisce, viene a sapere della"tresca"e la colpa, "naturalmente"va attribuita in toto alla ragazza, quasi il marito fosse la "povera vittima sedotta".
[+]
MOlto orientale, come probzbilmente"THe Housemaid"(2010, iM-Sang.-soo , anche autore di soggetto e sceneggiatura, ma remake"modifciato"di"Hanyeo", film sempre sud.coreano del 1960 di Ki-Ki-young). Orienalte, anche se nel cuore del capitalismo orientalizzato(o dell'Oriente capitalistizzato, volendo, la realtà della Corea del Sud, visto che il Nord coreano è notoriamente altra cosa, non fosse che per la dittatura inflessibile dell'attuale presidnete) per la storia, con questa ragazza alla pari, che viene assunta da una famiglia molto ricca(ricco è il marito, invero), dopo averne controllato requisti(ha un diploma di maestra, non è di famiglia povera, anzi ha un suo appartamento di proprietà)e referenze, che diventa oggetto d'attrazione per il marito di famiglia(la moglie è in stato interessante)e si abbandona ai"Piaceri del sesso"con lo stesso, creando un grande scomussolamento nella vita familiare-la moglie partorisce, viene a sapere della"tresca"e la colpa, "naturalmente"va attribuita in toto alla ragazza, quasi il marito fosse la "povera vittima sedotta"... La conclusione, questa propriamente orienale, è il suicidio della ragazza(non si tratta di non svelare il finale, dato che non è un thriller vero e proprio ,ma un dramma psicologico , se proprio vogliamo trovare una definzione, rientrante però nei parameti dell'Ovest, mentre in Oriente significherà ben poco, e francamente non sono assolutamente capace di forinire un'altra, men che meno coreana), azione che compie dopoe essere imasta incinta e dopo che ha perso il bambino, per una caduta"indotta"in casa dei"superricchi". Decisamente rimane in forse il perché della scelta adultera della ragazza: volontà di autoaffemrazione economica, di riscatto sociale, ascendendo a un gradino più alto, passione sessuale oltre che sensuale, volontà di compiacere il"man"dlella casa? Oppure tutto questo insieme, mescolato in un caos di impresisoni, percezioni, deliri passionali? Decisamente difficile da dire, come rimane misterioso l'incipi della vicenda, dove le rispettive famiglie devono aver manovrato per far assumere la ragazza quale"colf", dato che, come accennato all'inizio, il tutto non è stato"facile", anzi. Poco da aggiiungere, se non la bravura di fotografia, scenografia, di una regia quasi"perfetta"(sempre che l'espresisone indichi qualcosa di preciso, comunque intelligente e accorta, anche nelle sequenze"difficili). Jean-Do-yeon nella parte della ragazza risponde a quanto voleva il regista in modo perfetto. Sensuale quanto "ingenua"", a suo modo(ma forse per un Occidentale""enigmatica". El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
domenica 29 maggio 2011
|
commento personale
|
|
|
|
Film remake patinato e sensuale su di una governante/tata al servizio di una famiglia potente e prevaricatrice. Molto precisa e riuscita la descrizione della freddezza in cui sono immerse la casa e la famiglia ospite e molto interessante la contrapposizione ed il rapporto che si instaura fra i padroni e la servitù. Azzeccato il finale tragico ed estremo che denuncia la definitiva rottura di equilibri instabili.
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
andrea giostra
|
venerdì 5 ottobre 2012
|
lotta di classe!
|
|
|
|
Il soggetto non è originale, ma un remake di un celebre film coreano degli anni sessanta, dal titolo Hanyo (anche questo tradotto in “The Housemaid”, primo capitolo della trilogia di successo scritta, prodotta e diretta dal sud-coreano Kim Ki-young tra gli anni sessanta e gli anni ottanta), che la brava regista Im Sang-soo riesce a ben rappresentare ambientandolo nel ventesimo secolo. Al di là del conflitto di classe, gli elementi essenziali che colpiscono efficacemente lo spettatore sono diversi: il cinico fascino del potere che permette ai potenti di ottenere facilmente dai deboli tutto quello che vogliono; la squallida disumanizzazione di coloro che non appartenendo alla classe sociale dei ricchi, che se anche incolpevolmente “minacciosi” di invade un campo non loro, devono essere impietosamente puniti e sacrificati ai loro privilegi; il sadico piacere nel veder soffrire gli “umili” che per avere osato oltrepassare la soglia della discriminazione sociale sono stati “giustamente” castigati; l’odio e la violenza che si sprigionano selvaggiamente dalla donna che è stata impietosamente colpita e mortificata nella propria maternità e nella propria femminilità.
[+]
Il soggetto non è originale, ma un remake di un celebre film coreano degli anni sessanta, dal titolo Hanyo (anche questo tradotto in “The Housemaid”, primo capitolo della trilogia di successo scritta, prodotta e diretta dal sud-coreano Kim Ki-young tra gli anni sessanta e gli anni ottanta), che la brava regista Im Sang-soo riesce a ben rappresentare ambientandolo nel ventesimo secolo. Al di là del conflitto di classe, gli elementi essenziali che colpiscono efficacemente lo spettatore sono diversi: il cinico fascino del potere che permette ai potenti di ottenere facilmente dai deboli tutto quello che vogliono; la squallida disumanizzazione di coloro che non appartenendo alla classe sociale dei ricchi, che se anche incolpevolmente “minacciosi” di invade un campo non loro, devono essere impietosamente puniti e sacrificati ai loro privilegi; il sadico piacere nel veder soffrire gli “umili” che per avere osato oltrepassare la soglia della discriminazione sociale sono stati “giustamente” castigati; l’odio e la violenza che si sprigionano selvaggiamente dalla donna che è stata impietosamente colpita e mortificata nella propria maternità e nella propria femminilità. Gli attori sono bravi a trasmettere empaticamente queste emozioni, anche se il finale, nel tentativo di mostrare un autolesionismo colpevolizzante, rischia di apparire eccessivo e grottesco. Da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea giostra »
[ - ] lascia un commento a andrea giostra »
|
|
d'accordo? |
|
stesfnia
|
giovedì 2 giugno 2011
|
gelido come acciaio...
|
|
|
|
E'questa la sensazione che ho avuto per tutto il film. La rigidità e la freddezza che caratterizzano le scene (la casa, la fotografia, l'espressione costante degli attori), sono però gli unici elementi accettabili. Per il resto il film scorre lento, scontato. Ci si aspetta un colpo di scena non arriva mai. Nemmeno io lo definirei thriller, ma erotico noir.
|
|
[+] lascia un commento a stesfnia »
[ - ] lascia un commento a stesfnia »
|
|
d'accordo? |
|
luana
|
domenica 14 agosto 2011
|
una specie di fiaba
|
|
|
|
Regia impeccabile e senza sbavature, la storia raccontata in questo film mi è parsa come una specie di fiaba.Nel senso che ci sono più che veri e propri personaggi, modalità e ruoli che si concatenano fino alla chiusura del cerchio.L'umanità, la bontà e l'innocenza contrapposti alla perfidia. Bianco su nero. Mi è parso di vedere alfine la morale di questa fiaba: la sofferenza della fanciulla fa fare dapprima una scelta decisa di campo alla governante,la quale naufraga nell'alcol quella specie di patto col diavolo che ha stipulato con la famiglia.Governante che agisce alla fine quasi come una sorta di bacchetta magica, permettendo il sacrificio finale della fanciulla. Sacrificio che getterà un seme di futura salvezza nell'anima dell'innocente figlioletta destinata altrimenti ad assere fagocitata in una specie di irrealtà superprotettiva.
[+]
Regia impeccabile e senza sbavature, la storia raccontata in questo film mi è parsa come una specie di fiaba.Nel senso che ci sono più che veri e propri personaggi, modalità e ruoli che si concatenano fino alla chiusura del cerchio.L'umanità, la bontà e l'innocenza contrapposti alla perfidia. Bianco su nero. Mi è parso di vedere alfine la morale di questa fiaba: la sofferenza della fanciulla fa fare dapprima una scelta decisa di campo alla governante,la quale naufraga nell'alcol quella specie di patto col diavolo che ha stipulato con la famiglia.Governante che agisce alla fine quasi come una sorta di bacchetta magica, permettendo il sacrificio finale della fanciulla. Sacrificio che getterà un seme di futura salvezza nell'anima dell'innocente figlioletta destinata altrimenti ad assere fagocitata in una specie di irrealtà superprotettiva.Il sacrificio per una nuova rinascita:questa mi è parsa la morale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luana »
[ - ] lascia un commento a luana »
|
|
d'accordo? |
|
|