Un problema sociale che si sta diffondendo a macchia d’olio in gran parte del mondo e soprattutto in Europa è la prostituzione dei giovani studenti che non riescono a far fronte a tutte le spese della quotidianità.
La quota per l’affitto, le bollette, la sopravvivenza quotidiana, non tanto per gli studenti in sede ma per quelli che studiano in altre città o altri paesi, sono difficoltà enormi che fanno perdere di vista la razionalità e il normale buon senso. Infatti, in Italia, come in Francia e in Germania, sono sempre di più le studentesse universitarie che decidono di vendere il loro corpo per guadagnare cifre notevoli di denaro e sistemare le varie spese della loro vita.
Da alcune indagini effettuate ultimamente, sono davvero molte le ragazze tra i 21 e i 26 anni che hanno scelto questa strada per far fronte ai loro impegni economici, attraverso annunci su internet o annunci nelle bacheche sparse qua e là.
Uno studio francese effettuato nel 2006, ha contato ben 40.000 ragazze che si prostituiscono per questo, mentre in Italia, Studenti Magazine ha riscontrato che un annuncio su quattro riguardanti gli incontri privati, è stato affisso da un giovane studente. Inoltre in Germania, si è contato che uno studente su tre ha utilizzato il proprio corpo per soldi.
Dopo aver creato scandalo in Francia, sul canale televisivo Canal +, dal 26 agosto arriva nelle sale italiane un film crudo e dai tratti molto realistici, che racconta proprio la storia di una di queste ragazze, focalizzando l’attenzione su questo triste fenomeno sociale, di cui tutti sanno l’esistenza, ma nessuno trova il modo di fermarlo.
Spesso la società non entra nel merito di problemi seri come questi, che investono paesi interi e si diffondono alla velocità della luce come veri e propri virus, ma il Governo e le varie istituzioni, si limitano a giudicare ciò che accade, apportando nessun aiuto alla situazione.

Tratto dal libro autobiografico di Laura D., una studentessa francese che ha deciso di prostituirsi per pagare l’affitto e gli studi, questo film intitolato Student Services è diretto da Emanuelle Bercot, che ha dichiarato di non voler denunciare semplicemente un fenomeno sociale scomodo e di effetto come questo, ma piuttosto renderlo visibile pienamente, sperando che qualcuno faccia qualcosa a riguardo.

Molti sono i paesi in crisi in questo ultimo periodo storico, e i giovani sono quelli che ne risentono maggiormente, poiché il lavoro è precario e non permette di costruire prospettive per il futuro, i costi della vita dall’affitto alle tasse sono alti e anche studiare è un lusso per i costi dei materiali, dei libri e dei corsi di laurea stessi. La situazione è critica e non tutti gli studenti possono contare su una famiglia benestante alle spalle, per far fronte ai vari pagamenti incombenti ogni mese. Ed è scioccante pensare che per la cultura, un essere umano si abbassi a tanto, relegando la sua dignità e la sua etica al nulla, e arrivando ad usare i soldi guadagnati in un modo così sbagliato, per studiare ed imparare a comportarsi come una persona del tutto diversa, civile e rispettosa della moralità e della legge.

Un controsenso con il quale chi sta al potere dovrebbe fare i conti e trovare il modo di aiutare i giovani a crearsi un futuro, non da milionari, ma soltanto dignitoso e giusto. Quando il cinema aiuta ad aprire gli occhi su fatti di attualità importanti e di interesse generale come questo, si crea un’occasione unica per sistemare qualcosa, permettendo al pubblico in sala di immedesimarsi nei protagonisti, siano essi genitori, ragazzi o amici e familiari coinvolti in questo problema. Difficile schierarsi e prendere una posizione, ma Student Services può aiutare almeno a crearsi una propria opinione.