Titolo originale | Potiche |
Anno | 2010 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | François Ozon |
Attori | Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Fabrice Luchini, Karin Viard, Judith Godrèche Jérémie Renier, Sergi López, Evelyne Dandry, Bruno Lochet, Elodie Frégé, Gautier About, Jean-Baptiste Shelmerdine, Noam Charlier, Martin de Myttenaere, John Flanders, Sinead Shannon Roche. |
Uscita | venerdì 5 novembre 2010 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,20 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 giugno 2023
Suzanne, moglie di un ricco industriale senza scrupoli, in seguito a uno sciopero e al sequestro dello spietato marito da parte dei suoi operai, si ritroverà a sostituirlo alla guida della fabbrica. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a BAFTA, 4 candidature a Cesar, In Italia al Box Office Potiche - La bella statuina ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 815 mila euro e 265 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Suzanne è la moglie borghese e casalinga di un facoltoso industriale, sgradevole in famiglia e impopolare presso i suoi operai. Sequestrato durante uno sciopero dai suoi esacerbati dipendenti, Robert Pujol viene rilasciato grazie all'intercessione della moglie e all'intervento di Babin, deputato comunista e vecchio amante di Suzanne. Liberato ma infartato, Robert è costretto al ricovero e ad affidare l'azienda e la responsabilità di negoziare coi sindacati alla sua svagata consorte. Dietro la scrivania e con sorpresa di tutti, Suzanne si rivela capace di corrispondere le rivendicazioni operaie e di rilanciare l'attività aziendale. Le fanno corona i due figli e Babin, che riprende a corteggiarla. Il rientro di Robert complicherà la vita ritrovata di Suzanne, decisa a non cedere il passo e a procedere oltre.
Soltanto a François Ozon poteva riuscire l'impresa di ricongiungere in un film e dentro un medaglione la coppia Deneuve-Depardieu che, perso l'ultimo metrò a un passo da Montmartre, aspettava da tempo un'altra corsa e un'altra occasione. Ma non si limita a questo la commedia di Ozon, che racconta una storia di emancipazione femminile e fa i conti con un personaggio che reclama il suo posto. Catherine Deneuve, algida femme fatale e specchio del desiderio maschile ieri, diventa negli anni Settanta ricreati da Ozon una donna che si fa carico del proprio destino e della propria storia.
Costretta in una gabbia dorata da un marito fedifrago, Suzanne da oggetto ornamentale (il termine potiche del titolo è un vaso privo di valore che ha il solo scopo di arredare) diventa soggetto divorante, capace di muovere i fili di una deflagrazione e "seppellire" (in casa) un marito incapace di arginarla. Fuori dalla dimensione domestica, dove Ozon fa respirare la pièce di Barillet e Grédy, la Suzanne della Deneuve recupera l'aura della droga che fu, aggirando questa volta il prezzo da pagare per chi infrange l'ordine che la recintava. Non più soltanto luccicante bersaglio scopico del marito farabutto di Luchini o dell'amante fragile di Depardieu, ma costruttrice di eventi narrativi e creatrice di svolte esistenziali.
È di nuovo una donna a incarnare il cinema discontinuo, singolare e inarrestabile di Ozon, vestito di oggetti che contribuiscono a creare un paesaggio domestico seducente, fatto di divani, tavoli, scrivanie, sedie, telefoni, soprammobili. E il piacere del suo cinema nasce ancora una volta dal riconoscimento del modello del cinema classico, elaborato criticamente e nostalgicamente, traboccante di pulsioni anarchiche, siparietti musicali, spettacolo della vita, teatro dello straniamento, set da melodramma e ancora poesie, canzoni, palpiti, applausi. Applausi prolungati per un giro di danza che guarda in macchina e un abbraccio che abbraccia Gérard e Catherine.
Potiche è un piccolo vaso decorativo, una statuina, uno di quelli che una volta si chiamavano “soprammobili”, oggi “complementi d’arredo”, sta lì, magari si copre di polvere per un po’, qualcuno di tanto in tanto ci butta l’occhio sopra, se cade si rompe e se ne mette su un altro. Il nulla, l’assenza. Suzanne (una Deneuve che non sbaglia una virgola) è potiche, una deliziosa nullità, moglie dell’impren [...] Vai alla recensione »
François Ozon mette in scena una commediola senza troppe pretese sulle lotte sociali e il femminismo degli anni '70. I colori cangianti, gli abiti perfetti e le atmosfere quasi fumettistiche ricordano incredibilmente il suo film di maggior successo "8 donne e un mistero". Un piccolo passo avanti dopo il pessimo "Ricky", ma Ozon non convince neanche questa volta.
C'era una volta, a Sainte Gudule, un uomo (Robert), convinto che il ruolo della donna fosse quello della bella statuina, decorativo soprammobile del salotto, che il ruolo del maschio fosse quello di guadagnare per la famiglia, che il ruolo del proprietario di una fabbrica fosse quello del padrone antisindacale feroce e dispotico. C'era una volta una donna bella e piena di vita (Suzanne) [...] Vai alla recensione »
Parabola femminista con toni da commedia. Una strepitosa Catherine Denueve alle prese con un ruolo denso e interessante che va oltre la chiave comica delle situazioni. In alcuni momenti è un film un po' facilone, ma tutto sommato si tratta di una commedia godibile, ben scritta e, soprattutto, ben recitata.
“Potiche”: persona a cui viene conferito un incarico esclusivamente onorifico o, altro significato, vaso di porcellana (da dizionario), oppure anche bella statuina come la figlia chiama la mamma protagonista del film, Suzanne-Catherine Deneuve. Eppure la maestrìa e il senso pratico di questa donna di casa nel riordinare le stoviglie all’inizio del film, con canzone e ballo in solitudine, facevano presagire [...] Vai alla recensione »
Siamo nella provincia francese, nel 1977, e Robert Pujol dirige la sua fabbrica di ombrelli con metodi autoritari che cozzano contro le rivendicazioni operaie tipiche dei tempi. Dopo l’ennesimo sciopero gli operi sequestrano il padrone, che viene colpito da infarto al rilascio. A questo punto è la moglie Suzanne che entra in scena: dopo una vita passata come “bella statuina”, [...] Vai alla recensione »
"Potiche"(François Ozon, anche sceneggiatura, della pièce teatrlae di Pierre Barillet e Jena-Pierre Grédy del 1983, ma il film è del 2010). La brillante moglie di un impresario privo di scrupoli, adultero, dovendo sostituire il marito, infarutato, diventa direttrice di fabbrica, riallaccia il rapporto con il sindaco comunista che aveva conosciuto anche "biblicament [...] Vai alla recensione »
Suzanne (Deneuve) è letteralmente una donna/oggetto, passa le sue giornate legata alle sue routine che la tengono "occupata" mentre il marito Robert (Luchini), un industriale, la cornifica con il suo tacito consenso. Tutto cambia quando l'uomo viene sequestrato dai sui dipendenti per reclamare i loro diritti sul lavoro, qui la donna entra in gioco grazie anche al aiuto del sindicalista [...] Vai alla recensione »
Ozon non è Loach - buon per entrambi -, ma d'altro canto chi glielo chiederebbe, se lo sciopero organizzato dagli operai della piccola fabbrica di ombrelli, di cui Suzanne, la protagonista del piccolo film del quale è regista, tratto (meglio non dimenticarlo) da una pièce teatrale, è proprietaria al 25%, ma estromessa per troppa placidità da qualsivoglia coinvolgimento [...] Vai alla recensione »
In una recente intervista Ozon, giovane regista il cui tocco leggiadro già si era rivelato in film come 8 donne e un mistero e Ricky, dichiara che, dopo l'ultima campagna elettorale francese tra Sarkozy e la Royal ed il ritorno del machismo in Italia, con questo film ha voluto creare un collegamento con la situazione odierna, pur ambientando la storia negli anni '70.
...la trama si sarebbe potuta raccontare anche e forse meglio con tono sobrio e un tantino più drammatico,così girato sembra una sit-comedy.
A chi vedrà questo film, dico solo che si troverà davanti scene già viste, nulla di originale, una semplice storia degli anni '70 sulle lotte sociali, dove una donna fa la bella statuina per il marito che gestisce la sua fabbrica. Un'altra storia di un uomo padrone, che tratta male i suoi operai, i suoi figli e la moglie.
"Poesiole" ha definito con disprezzo / le espressioni / chi non vuole accettare / il ruolo della donna / nelle decisioni. / È finito il tempo del padrone / che di tanti operai / pur amanti del lavoro / solo il destino in fabbrica decide. / Questo era fino a ieri. / Stride oggi la marcia, cambia direzione. / Non più annuire accondiscendente. / Hai ritrovato la voglia di sentire / l'emozione di esser [...] Vai alla recensione »
Da diversi anni ormai i film del francese Ozon ( Quelli almeno che vengano distribuiti in Italia, ed in tutte le città, perché per "Ricky" possos mentire questa seconda ipotesi), pur non avendo riscosso mai grandissimi consensi -A parte forse "Sotto la sabbia"- sono oggetto di un dibattito in merito alla commistione di generi che li caratterizza, quando non addirittura alla presenza di "Metacinema" [...] Vai alla recensione »
Depardieu e Deneuve sono due fantastici attori che danno a una storia di riscatto femminile, il di più necessario per rendere il film accettabile
sono d'accordo con cela*: non così imperdibile. un film comunque gradevole, anche se le situazioni sono un po' scontate, il padrone antiquato e presuntuoso, la moglie moderna e flessibile, il sindaco operaista e così via. è vero che è ambientato negli anni '70, ma non fa comunque ridere più di tanto. gli attori sono bravi come sempre.
Inizio spudoratamente ispirato a Sirk (nei colori e nella manifesta irrealtà del bosco,ricorda il Bambi di "Secondo amore",ad esempio). L' epopea della signora Pujol,che si fa' largo a dispetto delle avversità,sempre con garbo e deliziosi abitini coloratissimi,fa tornare il sentore di classici trainati da figure femminili,come la combattiva S.
Meraviglioso, solare, divertente, sfrontato, irriverente...un bellissimo ritratto degli anni '70 fatto con garbo e intelligenza. Bella sceneggiatura, bravi gli attori.
Non così imperdibile... E si dilunga un pò troppo... Comunque molto bene Depardieu...
P otiche, ovvero "bella statuina", Catherine Deneuve dice di non esserlo mai stata, o quasi: "In alcuni momenti ho avuto l'impressione di essere usata per il mio aspetto più che per me stessa, ma mai a livello di Potiche, lei non si muove, non parla, sta dove la si mette e fa star bene quelli che sono con lei". Il film affonda molto nella situazione degli anni '70 rischiando di essere fuori dal tempo ma trovando un'insperata contemporaneità: "Ciò che ho molto amato nell'opera teatrale è come i rapporti siano descritti in profondità" racconta Ozon "Le donne della generazione di mia madre si identificavan [...]
Altro che Carlà, la vera regina di Francia è ancora lei, Catherine Deneuve. Anche se di anni ne ha ventiquattro in più. Ma la classe e il fascino sono ancora quelli di Bella di giorno. Già dalla prima scena del delizioso Potiche, quando fa footing inguainata in un'aderente tuta rossa, improponibile per qualunque donna della sua età. Non a madame Catherine, sempre impeccabile, a dispetto di un impercettibile [...] Vai alla recensione »
François Ozon, regista giovane ed eclettico, fa un esperimento: prova a girare un film alla maniera delle commedie francesi degli Anni Trenta-Quaranta, piene di brio e di verve, ma con interpreti non più giovani, troppo grossi e gonfi oppure disidratati, che non amano più se stessi né la propria celebrità. Risultato eccellente: il film è brillante, divertente, l'età dei bravi attori viene subito dimenticata [...] Vai alla recensione »
Catherine Deneuve e Gerard Dépardieu, coppia indimenticabile per Truffaut in L'ultimo metrò o (ma anche ne I tempi che cambiano di André Téchiné), tornano a lavorare insieme in un film esilarante del regista francese François Ozon, tratto dalla famosa pièce teatrale di Barillet e Grédy, ambientata, come il film, nel 1977. Quando in Italia la seconda ondata studentesca, dapprima colorata e creativa [...] Vai alla recensione »
En 1977, l'expression "No Future" a fait le tour du monde occidental grâce aux Sex Pistols. Il est peut-être excessif de commencer un article sur l'adaptation d'une pièce de Barillet et Grédy, piliers du théâtre de boulevard, par une référence au canon du punk. Mais Potiche, le film que François Ozon (âgé de 10 ans en 1977) a tiré de la comédie écrite jadis pour Jacqueline Maillan, est - entre autres [...] Vai alla recensione »
Vedi Potiche e ti viene nostalgia degli anni '70. Accidenti a François Ozon. Mica è giusto riportare sul grande schermo un'epoca di anarchia culturale e di giuste battaglie etiche facendoci ridere di gusto. Osservi quegli anni, precisamente il '77, in un imprecisata cittadina francese di nome Sainte-Gudule, e scopri che sarebbe stato bello esserci. E puoi pure sceglierti la tua identità, più o meno [...] Vai alla recensione »