Dogtooth

Film 2009 | Drammatico, V.M. 18 94 min.

Titolo originaleKynodontas
Anno2009
GenereDrammatico,
ProduzioneGrecia
Durata94 minuti
Regia diYorgos Lanthimos
AttoriAngeliki Papoulia, Mary Tsoni, Hristos Passalis, Anna Kalaitzidou, Alexander Voulgaris, Christos Stergioglou, Michele Valley .
Uscitagiovedì 27 agosto 2020
TagDa vedere 2009
DistribuzioneLucky Red
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18
MYmonetro 3,37 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Yorgos Lanthimos. Un film Da vedere 2009 con Angeliki Papoulia, Mary Tsoni, Hristos Passalis, Anna Kalaitzidou, Alexander Voulgaris, Christos Stergioglou, Michele Valley. Titolo originale: Kynodontas. Genere Drammatico, - Grecia, 2009, durata 94 minuti. Uscita cinema giovedì 27 agosto 2020 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 - MYmonetro 3,37 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 1 settembre 2020

Tra le opere di esordio del regista greco, candidato all'Oscar® come Miglior Film Straniero e premiato a Cannes nella sezione Un certain regard. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, In Italia al Box Office Dogtooth ha incassato 216 mila euro .

Passaggio in TV
lunedì 29 aprile 2024 ore 4,35 su SKYCINEMA2

Consigliato sì!
3,37/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,17
PUBBLICO 3,43
CONSIGLIATO SÌ
Humour nero e situazioni assurde, una suggestiva allegoria dell'educazione rigida delle dittature.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 20 agosto 2020
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 20 agosto 2020

Da qualche parte sotto l'Acropoli e dietro il muro alto di una villa, vive una famiglia 'autarchica'. Il padre, in comunione con una moglie sottomessa, ha deciso di crescere i propri figli al riparo dal mondo. Soltanto lui ha il diritto di superare i confini del giardino e il dovere di mantenere la famiglia. Tutte le menzogne passano per lui, anche la collera, fino lo scacco. Figlie e figlio restano a casa a imparare una vita che non ha nessuna corrispondenza col reale. A covare il nido una madre che li alleva nel culto della performance, evocando, per trattenerli dentro, una minaccia esterna. L'educazione passa per l'apprendimento di parole che hanno perso il loro referente, quella sessuale per un'impiegata della fabbrica dove il padre è dirigente. Assunta per soddisfare i piaceri del figlio maschio, Christina è l'enigmatico ospite che porterà scompiglio nella 'tradizione'.

Come risvegliare la coscienza di un Paese addormentato? Con una seduta ipnotica di ipnosi. Alla seconda prova, Yorgos Lanthimos firma un'allegoria della manipolazione mentale, meglio, dell'educazione rigida delle dittature, dei totalitarismi, del patriarcato, provando a smontarli e a mostrarne il meccanismo.

Fortemente condizionata, la famiglia (ovvero il popolo) si lascia sottomettere non conoscendo altra realtà, nessuna sfumatura tra bene e male, moralità e immoralità. Il quotidiano imposto è il solo quotidiano, i protagonisti non ne escono mai, non sono mai pronti. In quella bolla delirante, uno zombie diventa un fiore giallo, un gatto diventa una creatura malefica e assassina, all'età adulta poi si accede perdendo il canino (permanente). Lo ha detto papà.

L'universo diventa assurdo per chi non è mai andato oltre il perimetro del suo giardino. E dall'assurdità di certe situazioni, Lanthimos deriva un humour nero. Le risate scaturiscono sovente da un malessere davanti all'immaginazione della manipolazione, alla sua perversità. Come nei drammi di Ionesco o nei film di Haneke, in Dogtooth l'uomo diventa animale fra ellissi e tempi morti, silenzi e dialoghi crudi. Ma Lanthimos rilancia per donare forza al suo proposito.

Nudità, perversione, trasgressione, asservimento, balordaggine, l'autore greco non contempla il fuori campo. Mostrare, mostrare tutto e preferibilmente in piano fisso e in primo piano per aumentare fastidio e disagio. In quei piani il film perde forza di colpo, l'eccessivo diventa insignificante, quasi vano. È piuttosto nei controcampi 'fuori', quelli che fanno respirare il film e lo spettatore, che Lanthimos trova la forza abbacinante della denuncia.

Dietro i muri, genitori senza nome crescono figli senza nome, ricreano un mondo dove forgiano e suggestionano una prole innocente. Un mondo carcerario. Una prigione tanto più crudele perché ficcata sotto il sole insolente della Grecia, di cui qualche aria musicale ascoltata in auto richiama la bellezza, la libertà e il ribollio di miti indissociabili da questo Paese.

In quel castello di purezza xenofoba, dove le parole cambiano di senso, la riproduzione è un mistero divino, gli aerei cadono 'come giocattoli' e il nonno ha la voce (e il talento) di Frank Sinatra, Lanthimos svolge una cronaca di fascismo ordinario per dire qualche cosa della sua esasperazione, del suo Paese e della famiglia come spazio totalitario, mondo a sé ossessionato dalle proprie leggi. Eludendo le trappole del suo racconto e il simbolismo eccessivo, si muove sul terreno di Pasolini, mettendo in crisi sistema e protocolli con un messaggero dell'altrove. Naturalmente, l'incontro ravvicinato con la realtà non salverà nessuno. Christina, l'unico personaggio ad avere un nome, a parte quel Bruce rubato al cinema dalla figlia maggiore, è la manifestazione improvvisa al centro del nulla umano. È la condizione, arbitrariamente stabilita, di un teorema che dimostra la forza scandalosa del sacro e collassa la famiglia, prima teatro della crudeltà umana.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 20 febbraio 2011
sarettajan

Come definire questo film?? La curiosità mi ha portato a vederlo e l'incredulità mi ha portato a rimanere con gli occhi sbarrati durante tutto il film incapace di reagire in qualche maniera dinanzi ad una trama tanto assurda quanto credibile. Pensare infatti che due genitori possano decidere di segregare in casa i propri figli illudendoli che la vita sia solo quella chiusa tra le [...] Vai alla recensione »

martedì 19 aprile 2011
Federico Albanese

Una famiglia greca. Apparentemente normale. Vive in campagna, prati, piscina, sole. Una prostituta bendata entra accompagnata dal padre di famiglia, per soddisfare le voglie del giovane figlio. Segregati dai genitori in un limbo di parole inventate, significati distorti, false realtà, paure infondate, desideri malati, vivono le due giovani sorelle e il fratello, tutti senza nome.

domenica 29 giugno 2014
Ashtray_Bliss

Descrivere 'esperienza vissuta davanti a questa pellicola non e' semplice. E' un'ora e mezza di sentimenti diversi, confusi, contraddicenti. L'unica cosa certa e' che si tratta di un film che risulta impossibile scrollarserlo di dosso, dimenticarlo, ignorarlo. Perche' tratta di un argomento alquanto pesante quanto drammatico, levato il velo di apparente superficialita'.

mercoledì 2 settembre 2020
angelo umana

 Dogtooth, film greco del 2019, degno certamente di Un certo sguardo a Cannes e candidato all'Oscar come miglior straniero, per la buona fattura della regia nell'apparecchiare l'ambiente di una certa famiglia, a mostrare anche in modo caricaturale o troppo marcato – a fini anche didattici - come ci si vive dentro, segregati dal resto del mondo per volere di un padre-padrone che [...] Vai alla recensione »

domenica 30 agosto 2020
FABIO1967

Trovarsi di fronte ad una vera e propria "aggressione" alla normale attivita' del nostro corpo e della nostra mente, essere consapevoli che ne usciremo indenni solo grazie al fatto di esserci fortificati negli anni avendo visto qualsiasi cosa, e' un sottile piacere per discepoli della rappresentazione malata, alla ricerca forse inconscia della panacea per tutti i mali del mondo.

venerdì 1 marzo 2013
Bartleby Corinzio

Se all'inizio il film ricorda vagamente Haneke, e poi a metà ricorda vagamente Haneke e poi anche alla fine ricorda vagamente Haneke mentre i titoli di coda ricordano von Trier il film in realtà è di un regista greco che non è quindi né von Trier né Haneke. Fatta questa piccola e non necessaria premessa che fa molto quello che vuol fare il simpatico a tutti [...] Vai alla recensione »

venerdì 28 agosto 2020
vanessa zarastro

Esce solo adesso dopo undici anni, il terzo film del regista greco Yorgos Lanthimos - dal titolo “Kynodontas” in originale - che è stato vittorioso nella sezione Un Certain Regard di Cannes 62 e candidato agli Oscar 2010 nella categoria del miglior film straniero. L’inquietante trama - come del resto lo sono tutte quelle dei suoi film - mostra una famiglia che vive isolata [...] Vai alla recensione »

martedì 16 agosto 2016
Noia1

La vita e le regole in una famiglia molto particolare. All’inizio si ha quasi l’impressione che i protagonisti recitino male, sono rigidi ed esitanti mentre pronunciano parole quasi come robot chiusi nel bagno completamente inespressivi, poi la storia entra nel dettaglio della loro quotidianità e tutto si fa più chiaro. Film bellissimo che dosa alla perfezione tutto quanto non solo in fatto di straniament [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 agosto 2014
gianleo67

Una ricca famiglia borghese osservata mentre trascorre serenamente le proprie giornate in una isolata e lussosa villa di campagna con piscina, tra giochi innocenti e serate eleganti... Non foss'altro che i tre figli già grandi (un maschio e due femmine) vivono da sempre reclusi nella prolungata stagione infantile di una ossessiva cattività psicologica, convinti come sono dai genitori [...] Vai alla recensione »

martedì 3 ottobre 2023
Felicity

Dogtooth è un film allo stesso tempo respingente e appassionante, non sempre perfettamente riuscito, ma sorretto da un ritmo costante - seppur compassato - e da interpretazioni perfette per la materia. Dogtooth è un film cinico, freddo, geometrico, che racconta le vicende con un occhio esterno e poco partecipe che ricorda il cinema di Michael Haneke.

venerdì 1 aprile 2016
Guidobaldo Maria Riccardelli

Meraviglia greca firmata da Giorgos Lanthimos: irriverente, fantasiosa, toccante, disturbante, colpevolmente ignorata dal sistema cinema italiano. Puramente europea per soggetto, aggressione dello stesso, regia e recitazione. Arbitrarietà del linguaggio, dicotomia dentro-fuori, rapporto natura-cultura sono alcuni dei fondamenti sui quali la pellicola si snoda, risultando, ad un'analisi [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 marzo 2024
paolorol

Un film radicale del primo Lanthimos, quello ancora lontano dalle megaproduzioni che lo hanno portato agli Oscar deprivandolo in parte della sua intensa forza espressiva. Un film diretto, onesto e determinato a smuovere qualcosa nella mente degli spettatori dotati di mente. Assolve diligentemente il suo compito destabilizzante utilizzando in modo accorto tutte le strategie, inclusa quella che di solito [...] Vai alla recensione »

domenica 11 febbraio 2024
figliounico

Grottesco e surreale come fosse una commedia di Ionesco il film è una metafora del potere, forse meno devastante e cruda del Salò di Pasolini ma altrettanto angosciante e disturbante. Il soggetto del film, diretto e sceneggiato dallo stesso Lanthimos in collaborazione con Efthymis Filippou, sembra nascere dalla storia recente del suo paese, ossia dal ricordo dell’oppressione del regime dei colonnelli [...] Vai alla recensione »

domenica 20 settembre 2020
cardclau

Questa volta, con un cast di soli attori greci, Yorgos Lanthimos si cimenta ancora nella impervia arte di impressionare e scombussolare lo spettatore, dandogli la possibilità però di fare importanti riflessioni. Arte difficilissima perché perennemente ai confini dell’assurdo e del nulla. In questa impresa prende a piene mani, rimaneggiandoli, gli elementi fondamentali [...] Vai alla recensione »

martedì 4 gennaio 2011
IlaSkywalker

In una famiglia greca di i due coniugi educano i tre figli senza cognizione o contatto con l’esterno. Questi, due ragazze ed un ragazzo, hanno una visione distorta del significato delle cose e sono in totale balìa di quello che viene detto ed imposto loro (dagli allenamenti ginnici alle lezioni lessicali sulle “parole”).

mercoledì 6 gennaio 2021
Lizzy

Io non resto basita davanti a certi paroloni e certi accostamenti che ho lette in certe recensioni qua e altrove: spesso le persone per mascherare la loro ignoranza o la loro presupponenza, usano parallelismi o indicazioni assolutamente lontane dal concetto come la Terra dal prossimo mondo abitato. Sentir parlare di metafore della civiltà moderna, di filosofi grechi, di film di culto.

mercoledì 6 novembre 2019
Onufrio

Il padre educa e cresce la propria famiglia, moglie compresa, all'interno della propria villa in un territorio isolato, lontano dalla civiltà e da qualsiasi contatto con la società. La descrizione di vita quotidiana all'interno delle mura assume scena dopo scena risultati inquietanti, spiazzanti. I giovani tre figli sono stati cresciuti in un mondo totalmente irreale, non sanno [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 febbraio 2011
Robi Neftali

BELLISSIMO FILM! RITRATTO CRUDO E METAFORA SULLA NOSTRA SPIETATA SOCIETA'

giovedì 27 gennaio 2011
franto70

Un film diverso che meriterebbe a pieno titolo l'Oscar come miglior pellicola in lingua straniera

venerdì 4 marzo 2022
Dandy

Secondo film del regista(anche co-sceneggiatore)che riprende le tematiche del precedente "Kinetta".Lo stile guarda ad Haneke,dalla messa in scena di rigorosità totale allo sguardo freddo e impassibile nella rappresentazione di una vita familiare quotidiana allucinata in cui si inseriscono progressivamente incesto e violenza.C'è un'indubbia e straniante efficacia nel [...] Vai alla recensione »

martedì 29 giugno 2021
Tunaboy

Secondo il convenzionalismo, la nostra società è strettamente legata a convenzioni aleatorie ed arbitrarie, solidificatesi col passare dei secoli e delle generazioni. Essendo, però, queste convenzioni basate principalmente sulla casualità, potremmo stravolgerle, creando un nuovo modello di società. È proprio questo che Yorgos Lanthimos prova a [...] Vai alla recensione »

domenica 20 settembre 2020
ralphscott

Allegoria dei totalitarismi, certo, ma anche estremizzazione di una educazione sbagliata. Il mio pensiero va al nostro Paese, dove, invece, i genitori si disinteressano irresponsabilmente dei figli; qui gli adolescenti che non si droghino, che non si ubriachino o si svendano senza pudori sono minoranze. Mi domando se sia peggio avere minorenni “fatti” in serie ed educati con le App o forse, piuttosto, [...] Vai alla recensione »

sabato 19 settembre 2020
agnesina

Messaggio sbagliato soprattutto in un momento come questo, un concentrato di psicopatia che vorrebbe far passare la casa e la famiglia come l'unico posto possibile e l'unico rifugio dai pericoli del mondo. Una bellissima casa con parco e piscina dove si consumano perversioni ed orrori gratuiti che lasciano sgomenti. Films del genere andrebbero censurati! Durante la visione c'è il [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 settembre 2020
james donk

La domanda che mi sono fatto guardando questo film, il peggiore degli inutili e assurdi film di questo regista, e' come faccia Lanthimos a trovare produttori e come convinca grandi attori a lavorare per lui.

Frasi
"L'animale che ci minaccia è un 'gatto'. L'animale più pericoloso che ci sia.Mangia la carne. La carne dei bambini in particolare...Dovremo essere pronti nel caso in cui invada la casa o il giardino."
Una frase di Il padre (Christos Stergioglou)
dal film Dogtooth - a cura di Maurizio Deguardi
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 29 agosto 2020
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Di tutte le stranezze uscite in questa strana estate, "Dogtooth" bat te ogni record. Visto con gli occhi di oggi, Yorgos Lanthimos è lo strepitoso regista di un divertentissimo e bellissimo film intitolato "La favorita". Copione strepitoso, e tutto british, per una guerra tra dame, con Olivia Colman, Rachel Weisz, Emma Stone (i premi non si contano).

sabato 5 settembre 2020
Paolo Zelati
La Voce di Mantova

Ci sono voluti 11 anni per vedere nelle sale italiane "Dogtooth", il film che nel 2009 ha vinto la sezione Certain Regard al Festival di Cannes e ha così conferito notorietà internazionale a Yorgos Lanthimos. Nel frattempo il cineasta greco è diventato un regista di culto con film quali "Alps", "The Lobster", "La Favorita" e "Il sacrificio del cervo sacro" (per chi scrive l'unico passo falso).

mercoledì 2 settembre 2020
Roberto Manassero
Film TV

A più di dieci anni dalla presentazione a Cannes è difficile non vedere (per qualcuno rivedere) Dogtooth alla luce di ciò che ha rappresentato. All'epoca, dopo Kinetta dello stesso Lanthimos e prima di Attenberg di Athina Rachel Tsangari (qui produttrice), fu l'espressione più chiara - e poi copiata, celebrata, odiata, normalizzata - del nuovo cinema greco, del suo rigore estetico e del suo ancora [...] Vai alla recensione »

lunedì 31 agosto 2020
Leonardo Gregorio
Duels.it

Cos'è uno zombi? È un fiorellino giallo. I gatti sono animali pericolosissimi, i più feroci, divoratori di carne, specie quella di bambini. Il mare è una poltrona come quella «che abbiamo in soggiorno», l'autostrada un vento sferzante, «una fica» - recita la risposta materna a una domanda inaspettata - «è una lampada grande. Esempio: la fica si è spenta e la stanza è diventata tutta buia».

lunedì 31 agosto 2020
Gianni Canova
We Love Cinema

Come in The Village. C'è un dentro e c'è un fuori. Fuori ci sono la violenza e il Male, dentro la sicurezza e la protezione. Nel film di M. Night Shyamalan era la comunità degli anziani che per proteggere i più giovani aveva creato un villaggio distopico separato dal resto del mondo, qui - nel film di Yorgos Lanthimos (The Lobster, La Favorita) premiato a Cannes nel 2009 e solo ora distribuito in [...] Vai alla recensione »

giovedì 27 agosto 2020
Antonio D'Onofrio
Sentieri Selvaggi

Kynodontas è stato presentato nella sezione Un certain regard di Cannes, nel 2009, e premiato con il titolo di miglior film. L'atmosfera surreale ed allegorica ha già lo stampo embrionale del cinema di Lanthimos, l'asfissia, il rigore, tematiche esplorate ed approfondite insieme ad Efthymis Filippou, sceneggiatore insieme allo stesso regista greco di ben quattro film.

giovedì 27 agosto 2020
Alice Sforza
Il Giornale

Tre figli vivono, «inscatolati» dal padre padrone, all' interno di una villa dove non è loro permesso uscire, perché il fuori è descritto come una realtà apocalittica. Il senso delle parole? Alterato. Le regole di convivenza? Bizzarre. Unico contatto con l' esterno, una addetta alla sicurezza che arrotonda prostituendosi con il maggiore e che destabilizzerà una delle sorelle.

giovedì 27 agosto 2020
Alessandro Lanfranchi
Cineforum

Sono passati ormai più di dieci anni da quando Dogtooth vinse il premio della sezione Un Certain Regard al 62° Festival di Cannes. In quel maggio 2009 non solo il percorso cinematografico di Yorgos Lanthimos ebbe una svolta decisiva, ma quella consacrazione rappresentò anche un momento di rinascita per il cinema greco. I primi anni Duemila, infatti, sono stati dominati dalle produzioni di Theo Angelopoulos [...] Vai alla recensione »

giovedì 27 agosto 2020
Lorenzo Ciofani
La Rivista del Cinematografo

Con tipica solerzia italiana, Dogtooth arriva in sala a undici anni dall'uscita, quando ormai chi voleva vederlo ha già provveduto a farlo generalmente grazie a metodi alternativi (leggi: illeciti). Niente di incomprensibile: è il film (il terzo in assoluto ma il secondo in solitaria) che consacrò a livello internazionale il greco Yorgos Lanthimos, tra i registi più acclamati e celebrati del panorama [...] Vai alla recensione »

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giovedì 6 agosto 2020
 

Tra le opere di esordio del regista greco, candidato all'Oscar® come Miglior Film Straniero e premiato a Cannes nella sezione Un certain regard. Vai all'articolo »

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