edoframe
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venerdì 10 giugno 2011
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yawn!
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L'ho visto una sola volta e mi è bastato. Può un film tanto spettacolare essere così noioso? Il "messaggio" (come lo chiama Zappoli) è di una tale banalità che irrita chiunque non cerchi nel cinema intrattenimento facile e una morale da due soldi. Dissento anche sulla chiusa della recensione di Zappoli: qui l'incasso sicuro lo si è cercato eccome: non c'è parola, non c'è inquadratura, non c'è passaggio musicale che non miri alla sollecitazione emotiva telecomandata. Questo è il classico esempio di film costruito per far cassa, altro che!
Tanto per chiarire che cosa intendo per film coraggioso e con un "messaggio" citerò, per fare un esempio recente, "District 9", un film di tutt'altro spessore.
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L'ho visto una sola volta e mi è bastato. Può un film tanto spettacolare essere così noioso? Il "messaggio" (come lo chiama Zappoli) è di una tale banalità che irrita chiunque non cerchi nel cinema intrattenimento facile e una morale da due soldi. Dissento anche sulla chiusa della recensione di Zappoli: qui l'incasso sicuro lo si è cercato eccome: non c'è parola, non c'è inquadratura, non c'è passaggio musicale che non miri alla sollecitazione emotiva telecomandata. Questo è il classico esempio di film costruito per far cassa, altro che!
Tanto per chiarire che cosa intendo per film coraggioso e con un "messaggio" citerò, per fare un esempio recente, "District 9", un film di tutt'altro spessore.
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madmax86
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mercoledì 19 giugno 2013
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capolavoro visivo che attraversa tutti i generi.
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Devo dire sinceramente che, a differenza delle tante persone che sono andate a vedere questo film al cinema, io l’ho visto circa 1 anno dopo alla TV. All’inizio ero molto scettico perché, dopo Titanic, pensavo che James Cameron avesse trovato un altro modo ruffiano per attirare quanta più gente possibile al botteghino. Nonostante il grande tam-tam mediatico che creò nel 2009 l’uscita del film, il mio scetticismo rimaneva, anzi si rafforzava, era la prova che Cameron era riuscito nuovamente nel suo intento populistico di essere il re del botteghino (Avatar è stato il film che ha fatto registrare i maggiori incassi della storia del cinema).
Visto che davano il film in TV mi sono fatto coraggio e mi sono detto “Vediamo il perché di tanto successo”.
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Devo dire sinceramente che, a differenza delle tante persone che sono andate a vedere questo film al cinema, io l’ho visto circa 1 anno dopo alla TV. All’inizio ero molto scettico perché, dopo Titanic, pensavo che James Cameron avesse trovato un altro modo ruffiano per attirare quanta più gente possibile al botteghino. Nonostante il grande tam-tam mediatico che creò nel 2009 l’uscita del film, il mio scetticismo rimaneva, anzi si rafforzava, era la prova che Cameron era riuscito nuovamente nel suo intento populistico di essere il re del botteghino (Avatar è stato il film che ha fatto registrare i maggiori incassi della storia del cinema).
Visto che davano il film in TV mi sono fatto coraggio e mi sono detto “Vediamo il perché di tanto successo”.
Potete immaginare con che approccio mi sia avvicinato alla visione del film…. Zero aspettative e con tanto scetticismo….
Iniziò il film e con esso iniziò un viaggio verso il mondo di Pandora che mi tenne attaccato allo schermo per 2 ore e 30 minuti e alla fine il mio pensiero fù …… Wow !
Finito il film sono rimasto incollato sul divano per tutti i titoli di coda…. Era finito il viaggio su Pandora e il ritorno sulla Terra mi aveva paralizzato con un sentimento nostalgico di qualcuno che sà che un viaggio così difficilmente nella vita gli potrà ricapitare.
Questo film è un capolavoro. L’ho visto più volte e sinceramente non riesco a trovare un difetto.
Passi falsi non ce ne sono stati, ma dopo il film c’è stata una gara a chi trovava un difetto nel film, un qualcosa che screditasse il film…. Per i grandi cinefili non era possibile che uno dei film più belli della storia del cinema fosse stato realizzato nel 2009 !!!
Visto che la bellezza visiva era più che perfetta non si potevano che accanire sulla sceneggiatura. E cosa si poteva dire della sceneggiatura ?..... facile….. che era banale e che aveva il sapore di qualcosa di già visto.
Ora io mi domando: Cari cinefili intellettualoidi, ma secondo voi un film che esce nel 2009, dopo più di 100 anni di storia del cinema, non è normale che abbia dei tratti in comune con altri film ?
Molti lo hanno rapportato a “Balla coi lupi”.
Balla coi lupi di fantascientifico non ha niente. L’unici tratti in comune sono la storia d’amore di Jake con Neytiri e la progressiva accettazione di Jake nel popolo Na’vi fino al punto che il protagonista del film poi abbraccerà la loro causa. In pratica, riprenderebbe i tratti migliori del film di Kevin Kostner.
Ma Avatar è qualcosa di più. E’ la possibilità per ognuno di avere una seconda chance della vita (Jake che da disabile diventa il capo della tribù Na’vi), è la capacità di voler vivere un bel sogno indotto e non svegliarsi mai (tanto che Jake ad un certo punto vive più tempo all’interno della capsula che nella vita reale), è la visione che tutti gli esseri viventi di un mondo hanno una madre comune (che nel film è Pandora, ma che nel mondo reale è la Terra), è la capacità di farci innamorare di un animale blu alto 3 metri, con la coda e con gli occhi di gatto. Poi, come nella maggior parte dei film vincono i buoni e perdoni i cattivi…. Ma in un sogno poteva essere diversamente ?
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giorpost
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venerdì 22 gennaio 2010
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il ritorno del re (del mondo)
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Era dal '97 che aspettavamo il ritorno di James Cameron, autodefinitosi “Re del Mondo” quando fece affondare il Titanic nel modo più realistico possibile. Ebbene, l’ attesa è terminata e ne è valsa davvero la pena. L’ultima fatica di Jim è davvero una perla. Per raccontarvi “Avatar” (USA, 2009) bisogna partire dal presupposto che l’ uomo è in lotta perenne con se stesso e coi propri simili. Lotta per conquistare quello che non ha e per averlo è disposto a qualsiasi cosa. Tale aspetto ci spingerà, nell’anno 2154, verso un pianeta con risorse minerarie uniche. Similitudini a parte con storie di condottieri che voltano le spalle al proprio popolo (Balla coi lupi), per Avatar voglio soffermarmi su aspetti scenografici e sugli omaggi di Cameron al passato.
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Era dal '97 che aspettavamo il ritorno di James Cameron, autodefinitosi “Re del Mondo” quando fece affondare il Titanic nel modo più realistico possibile. Ebbene, l’ attesa è terminata e ne è valsa davvero la pena. L’ultima fatica di Jim è davvero una perla. Per raccontarvi “Avatar” (USA, 2009) bisogna partire dal presupposto che l’ uomo è in lotta perenne con se stesso e coi propri simili. Lotta per conquistare quello che non ha e per averlo è disposto a qualsiasi cosa. Tale aspetto ci spingerà, nell’anno 2154, verso un pianeta con risorse minerarie uniche. Similitudini a parte con storie di condottieri che voltano le spalle al proprio popolo (Balla coi lupi), per Avatar voglio soffermarmi su aspetti scenografici e sugli omaggi di Cameron al passato. Le prime scene ricordano 2001: A Space Odissey, con astronavi kubrickiane alla volta del sistema stellare Alpha Cantauri. La parte centrale è un richiamo al Signore degli Anelli con figure mitologiche miste a divinità pagane in un ambiente naturale straordinario. Il finale è un tributo a “Star Wars”, con un’ epica battaglia a suon di armi tecnologiche. Tante cose che val la pena ricordare di questo kolossal. Dalla lingua dei Na‘Vì, letteralmente creata ad hoc da un esperto, alla natura del pianeta, fatta di colori fluorescenti e piante rigogliose, giganteschi alberi e montagne fluttuanti fino ad arrivare ai mezzi di trasporto locali, animali alati che dopo una sorta di rituale scelgono i propri viaggiatori. Cameron deve aver fatto parecchi sogni per sfornare tanta bellezza. Panorami mozzafiato, scene vertiginose, voli pindarici, foreste pluviali ed animali feroci a 6 zampe con una corazza imperforabile. E su Pandora c’è anche una sorta di religione filo-ambientalista, basata su un luogo sacro dove la natura ascolta le creature e cerca di donare loro la serenità e la pace eterna. L’aspetto più emblematico è l’aver raccontato al contrario una tipica storia di alieni venuti dal cielo che cercano di prendere le sembianze degli esseri autoctoni, cosa che di solito “avviene” sul nostro pianeta. Stavolta l'intruso è l' Uomo.
Siamo di fronte ad un lavoro ciclopico fatto di meticolosa ricerca delle più avanzate tecniche cinematografiche (CGI, motion capture). Poesia in movimento, occhi spalancati dall’inizio alla fine, suspance, effetti speciali strabilianti, significati profondi, se volete scontati, ma belli, perché la maestria del regista canadese ha reso non banale perfino la storia tra l’avatar Sully e la nativa Neytiri. E qui sta il capolavoro nel capolavoro: riuscire a donare una bellezza unica ai personaggi, attraenti in quella pelle blù vellutata e sensuale.
Nel 2154 la Terra non ha più verde, non ha più sentimenti, l’ uomo è soltanto un mercenario in cerca di emozioni facili. Cameron ci mette tutti in guardia, lanciando un grido intergalattico di dolore per dirci che forse, un giorno, ci pentiremo di non aver trattato il nostro mondo come i Na‘Vì trattano il loro. Arrivederci, Pandora.
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weach
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martedì 7 settembre 2010
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sa superare l'immaginario collettivo
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Benedicto sia tu Avatar
che risvegli i cuori sopiti,
riscaldaci con i tuoi colori
e con la speranza di composizione.
Avatar sei questo è molto di più .
sei il sogno in cassetto che improvvisamente si dischiude
e lascia traspirare i suoi freschi aromi .
Avatar voglio entrare nella tua fiaba e perdermi!
Cameron , come un folletto, ci gioca dentro
splendidamente,
in armonia,
dimenticando le verità del mondo.
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Benedicto sia tu Avatar
che risvegli i cuori sopiti,
riscaldaci con i tuoi colori
e con la speranza di composizione.
Avatar sei questo è molto di più .
sei il sogno in cassetto che improvvisamente si dischiude
e lascia traspirare i suoi freschi aromi .
Avatar voglio entrare nella tua fiaba e perdermi!
Cameron , come un folletto, ci gioca dentro
splendidamente,
in armonia,
dimenticando le verità del mondo.
Anche noi potremo sospendere il respiro e cadere in questo incantesimo
per comprendere che prima bisogna sognare per poi essere.
Non votiamo ma ascoltiamo
vibrazioni propiziatorie.
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paopon
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martedì 18 settembre 2012
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tutte le storie sono già state narrate ?
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La critica messa in rilievo qui sopra sembra più una critica della filmografia di Cameron che di Avatar.In effetti Il film sicuramente eccelle per i contenuti tecnologici, gli effetti speciali, scenografici. Tutta la spettacolarità del film si ferma a questi, che nessuno oserebbe disprezzare.Per il resto, non è che ci sia molto di cui scrivere. Il soggetto, la sceneggiatura , lo script, la storia lasciano l'amaro in bocca alla fine del film e non basta la tematica ecologista a dare qualche 'spessore' culturale al film. La narrazione poi è tutta basata sulla contrapposizione fra bene e del male: non ci allontaniamo poi tanto da un buon film western del 'vecchio' John Ford, da questo punto di vista.
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La critica messa in rilievo qui sopra sembra più una critica della filmografia di Cameron che di Avatar.In effetti Il film sicuramente eccelle per i contenuti tecnologici, gli effetti speciali, scenografici. Tutta la spettacolarità del film si ferma a questi, che nessuno oserebbe disprezzare.Per il resto, non è che ci sia molto di cui scrivere. Il soggetto, la sceneggiatura , lo script, la storia lasciano l'amaro in bocca alla fine del film e non basta la tematica ecologista a dare qualche 'spessore' culturale al film. La narrazione poi è tutta basata sulla contrapposizione fra bene e del male: non ci allontaniamo poi tanto da un buon film western del 'vecchio' John Ford, da questo punto di vista. Per fortuna, la maggior parte dei registi che 'fanno' fantascienza hanno compreso che unire a trame anche apparentemente superficiali, un contenuto morale, con tematiche che diano alla storia un sapore se non culturale, almeno capace di creare spunti di riflessione che non sia la 'meraviglia' per gli effetti speciali! Certo, 'de gustibus', ma la parola capolavoro associata a questo film, non può trovare consenzienti tutti coloro che in un film cercano anche ' altro'.
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the man of steel
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lunedì 27 settembre 2010
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bellissimo anche senza 3d
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E' ovvio che Avatar, un film ideato dalla perfetta regia di James Cameron per la terza dimensione, è più coinvolgente e spettacolare se gustato con gli occhialini magari in IMAX...tuttavia anche visto su di un televisore panoramico in alta definizione è veramente impressionante, perfettamente curato e sembra quasi vero, filmato con attori alieni. E' un film molto bello di enorme impatto visivo, emozionante e con una storia molto bella, semplice e ispirata a classici che tutti conoscono, tuttavia Avatar è superiore a questi classici. Lo stesso discorso per Inception: ispirato ai film di Kubrick, James Bond e Blade Runner...ma io preferisco Nolan :)
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mr manatthan
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lunedì 23 gennaio 2012
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avatar: il balla coi lupi di cameron
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avatar e ciò che dicevano. un balla coi lupi coi puffi. la storia e semplicissima. il marine jake sully è inviato su pandora per comandare l'avatar del gemello defunto.
poi lui ama lei lei si sente tradita e lui quindi. cambia scooter e va smarmittando in piazza. come in un film di moccia. il tutto per prendere 4 euro alle ragazzine che hanno letto sulla locandina " dal regista di titanic" e tante delle ragazzine che ho visto all'entrata del cinema si chiedevano se fosse il sequel di titanic. james cameron ho avuto modo di apprezzarlo in alien e devo dire che vedere la solita scatola preconfezionata con omaggi a full metal jakett, e full metal panic .
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avatar e ciò che dicevano. un balla coi lupi coi puffi. la storia e semplicissima. il marine jake sully è inviato su pandora per comandare l'avatar del gemello defunto.
poi lui ama lei lei si sente tradita e lui quindi. cambia scooter e va smarmittando in piazza. come in un film di moccia. il tutto per prendere 4 euro alle ragazzine che hanno letto sulla locandina " dal regista di titanic" e tante delle ragazzine che ho visto all'entrata del cinema si chiedevano se fosse il sequel di titanic. james cameron ho avuto modo di apprezzarlo in alien e devo dire che vedere la solita scatola preconfezionata con omaggi a full metal jakett, e full metal panic .non è il massimno delle aspettative. ilk punto è che avatar è la somma ideale del cinema americano. trasposizione sciamanica come in ( alla ricerca di spock) un storia di indiani come in balla coi lupi. e un bo di botti stile transformer. adsso c'e da dire che avatar e un discreto film d'azione ma è fine a se stesso . no davvero l'addove matrix lanciava un messaggio. avatar si affida ad un messaggio ecologista alla capitan planet per fare cassa . avatar ha incassato in europa solo per il fatto che era in 3d .non per il film che di suo è il solito film d'azione come altri. che poi pandora è un mondo lussureggiante. ma più che un film avatar sembra un videogioco. e di suo non va bene , è solo un accozzaglia di citazioni ,3d, e personaggi copiati ( aida degli alberi)
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(di andrelibero)
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think
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domenica 24 gennaio 2010
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oltre agli effetti speciali, avatar ha un'anima
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E' riduttivo considerare Avatar un grandioso film di fantascienza. Dietro la semplice trama, ennesima variante della lotta bene-male, emerge prepotentemente una spiritualità che va ben oltre le apparenze e gli effetti speciali. Avatar ha la pretesa di toccare l’anima ed il cuore. E’ un film che parla di legami, di cambiamento, di fede, di amore, di morte e risurrezione. Il lieto fine, molto americano in effetti, ma oserei dire anche molto terapeutico, è portatore del messaggio che al di sopra delle ragioni di stato, di patria, di denaro e di odio razziale possono affermarsi, se ci si crede veramente, le ragioni del cuore e della giustizia.
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E' riduttivo considerare Avatar un grandioso film di fantascienza. Dietro la semplice trama, ennesima variante della lotta bene-male, emerge prepotentemente una spiritualità che va ben oltre le apparenze e gli effetti speciali. Avatar ha la pretesa di toccare l’anima ed il cuore. E’ un film che parla di legami, di cambiamento, di fede, di amore, di morte e risurrezione. Il lieto fine, molto americano in effetti, ma oserei dire anche molto terapeutico, è portatore del messaggio che al di sopra delle ragioni di stato, di patria, di denaro e di odio razziale possono affermarsi, se ci si crede veramente, le ragioni del cuore e della giustizia. Avatar è un film intinto di spiritualità, basato sulla “fisicità”; Avatar è un'apparente contraddizione in cui gli opposti si attraggono, le diversità si compenetrano, i contrasti si fondono per formare “il legame” unico ed inscindibile, fra la natura e gli esseri viventi. Jake Sully è un ex marine, paraplegico in seguito ad una missione, destinato a salvare il popolo Na’vi.. Jake è predestinato inconsapevole riconosciuto puro dal Grande Spirito Eywa che, nell’affascinante quanto pericolosa missione su Pandora, grazie al progetto avatar ideato dalla dott.ssa Augustine, si trasformerà in leader cacciatore e guerriero rinascendo per la seconda volta, riconquistando un nuovo posto nel mondo, non più come umano, ma come Na’vi, trovando un nuovo corpo, una nuovo mondo e l’Amore. Jake e Neytiri si trovano, si studiano e si “annusano” in maniera quasi primitiva…si “sentono” e si scelgono, a dispetto delle diversità. Jake e Neytiri si appartengono e si “vedono”. Jake rinasce Na’vi con un corpo che gli permette di essere se stesso con tutto la sua forza e la sua fisicità, negatagli dalla paralisi che impietosamente lo aveva inchiodato su una sedia …Jake diventa Na’vi dalla sua prima folle corsa che gli permette di sentirsi ancora completamente vivo. Jake è sempre meno “umano” ogni volta che ritorna dal viaggio virtuale ed è costretto sulla sua sedia, sempre meno umano ogni volta che percepisce la purezza dei sentimenti di Neytiri e del suo popolo, dove è netta la distinzione tra bene e male e dove le contaminaxzioni del denaro e del potere non hanno terreno fertile, dove la guerra ha senso solo per la mera sopravvivenza. Il panteismo che regna a Pandora è primitivo e si avvicina ad un ideale religioso semplicistico, dove Eywa è uno spirito “equilibratore” ed imparziale che quando serve interviene comunque a sostegno dei giusti, lasciando tracce quotidiane della propria presenza. “I saw it” parafrasando Jake e Neytiri. Hope you do so…
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ilpredicatore
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martedì 2 febbraio 2010
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welcome to pandora
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Benvenuti su Pandora, dove gli animali hanno sei zampe, le piante si accendono e gli alieni sono indigeni ecologici e pacifici. Jake Sully è un soldato inviato sul pianeta Pandora a infiltrarsi tra il popolo alieno dei Na’vi per ricavarvene informazioni e conoscenze, ma più il tempo passa più s’innamorerà di esso (e dell’aliena che lo istruisce), finché non si troverà a dovere scegliere da che parte stare. La storia, scritta dallo stesso Cameron, è delle più classiche, ricca di deja vù che rimandano a Pocahontas, Balla coi Lupi, Braveheart e chi più ne ha più ne metta, con la variante che lo sfondo è fantascientifico e gli indigeni sono appunto alieni, ma il pregio del film, costellato da diversi rimandi alle precedenti opere del regista (su tutti la Weaver e il colonnello Quaritch che ricorda il Biehn di The Abyss), sta piuttosto in tre determinanti fattori: il pianeta Pandora, le esperienze iniziali del protagonista e il messaggio finale del regista.
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Benvenuti su Pandora, dove gli animali hanno sei zampe, le piante si accendono e gli alieni sono indigeni ecologici e pacifici. Jake Sully è un soldato inviato sul pianeta Pandora a infiltrarsi tra il popolo alieno dei Na’vi per ricavarvene informazioni e conoscenze, ma più il tempo passa più s’innamorerà di esso (e dell’aliena che lo istruisce), finché non si troverà a dovere scegliere da che parte stare. La storia, scritta dallo stesso Cameron, è delle più classiche, ricca di deja vù che rimandano a Pocahontas, Balla coi Lupi, Braveheart e chi più ne ha più ne metta, con la variante che lo sfondo è fantascientifico e gli indigeni sono appunto alieni, ma il pregio del film, costellato da diversi rimandi alle precedenti opere del regista (su tutti la Weaver e il colonnello Quaritch che ricorda il Biehn di The Abyss), sta piuttosto in tre determinanti fattori: il pianeta Pandora, le esperienze iniziali del protagonista e il messaggio finale del regista. Ciò che ha reso questa pellicola il più grande successo del decennio è nientemeno che Pandora. Cameron ha ricostruito da zero un pianeta alieno nei minimi dettagli, arricchendolo di creature suggestive (davvero sensazionali i Titanothere, i Tanathor e da incanto i Woodsprite, le meduse volanti) e di una fauna davvero affascinante, ipnotica, a tratti poetica. Il maggior merito del regista sta proprio nel saper immergere lo spettatore in questo mondo sconosciuto ed elettrizzante per due ore e mezza, con Jake Sully che esplora, apprende, raggiunge una nuova consapevolezza (il contatto con la natura, il rispetto della vita) e noi con lui, finché ogni volta che torna nel suo corpo originario gli sembra quasi di trovarsi in un posto sempre più estraneo (e ogni volta che Jake si risveglia nel suo corpo non vediamo l’ora che torni nell'Avatar, perché?). Un grande film, maestoso, ben accurato, ben girato e con momenti straordinari (uno tra i tanti quando Jake vola per la prima volta sul Bansheeray) e con sequenze da antologia (la battaglia conclusiva). Tuttavia, sebbene la storia può risultare un po' prevedibile in certi punti, sebbene ci troviamo davanti a un film imperfetto e incongruente sotto vari aspetti (non cambierà la storia del cinema come tanti hanno gridato e gridato sino al fastidio), siamo davanti ad un’opera spettacolare e complessa che non manca di mandare chiari messaggi in quello che è un inno solenne al ritorno alla natura. Quella di Sully (attenti al significato del cognome…) e della popolazione dei Na’vi non può che essere un esplicito riferimento ai colonialisti e ai nativi americani, ma qui si va oltre. L’uomo è un essere egoista fino al midollo che sa solo distruggere, più per istinto che per malvagità, e per quanto sapere e conoscenza abbia raggiunto ha perso i valori fondamentali. Per questo rispetto ai Na’vi l’uomo è una creatura assai inferiore (difatti è il marine J. Sully che ha qualcosa da apprendere, non gli indigeni). Viene quindi da chiedersi questo: è meglio restare con gli esseri umani (che sono come descritto sopra) solo perché sono i nostri simili e perché tuttavia sono avanzati sia nella tecnologia sia nella scienza sia nella filosofia, o è meglio unirsi ai Na’vi, che, pur essendo solo indigeni (ma non sono affatto ingenui, si guardi la capacità di parlare inglese e la ricca cultura), possiedono purezza, nobili principi e un grande amore verso la natura e le cose viventi? Facile solo in apparenza, la risposta è nella scelta che Jake Sully compie nel finale.
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bluenick
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giovedì 11 febbraio 2010
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un film carino, ma non rivoluzionario
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Se dovessimo dire in cosa questo film è stato veramente grande, ci sarebbe per prima cosa da approfondire l'eccezionale strategia di marketing che lo ha portato nelle nostre case già mesi e mesi prima, preannunciandolo come un capolavoro della storia del cinema.
Ho aspettato un pò per scrivere una recensione perchè ritenevo che fosse meglio aspettare che quelle fascie di pubblico più sfegatate si acquietassero un pò e lasciassero il post alle persone disposte a discutere razionalmente.
Avatar ha una trama molto, molto banale. Uno straniero arriva come conquistatore in una terra straniera, ma poi, conquistato dalle loro tradizioni e dalla loro cultura, decide di abbracciarla completamente, e addirittura si ribella al suo stesso esercito.
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Se dovessimo dire in cosa questo film è stato veramente grande, ci sarebbe per prima cosa da approfondire l'eccezionale strategia di marketing che lo ha portato nelle nostre case già mesi e mesi prima, preannunciandolo come un capolavoro della storia del cinema.
Ho aspettato un pò per scrivere una recensione perchè ritenevo che fosse meglio aspettare che quelle fascie di pubblico più sfegatate si acquietassero un pò e lasciassero il post alle persone disposte a discutere razionalmente.
Avatar ha una trama molto, molto banale. Uno straniero arriva come conquistatore in una terra straniera, ma poi, conquistato dalle loro tradizioni e dalla loro cultura, decide di abbracciarla completamente, e addirittura si ribella al suo stesso esercito. E' esattamente la trama del capolavoro "L'ultimo Samurai" di qualche anno fa, ma anche di molti altri film. Tuttavia la trama è arricchita da un sotterraneo messaggio di tolleranza verso le altre culture, e, secondo alcuni, si presenta come una critica alle guerre degli ultimi anni degli USA. Un messaggio molto coinvolgente ma per nulla coraggioso, a differenza di quanto dicono questi esperti di cinema. Ormai la maggior parte della popolazione USA è schierata contro le guerre del mandato Bush: sarebbe stata una mossa coraggiosa se questo film fosse uscito dopo l'11 settembre. Ma adesso è solo una "ribellione controllata", una protesta inserita nel sistema. La quale serve fondamentalmente a placare gli animi e a ottenere consensi.
Per quanto riguarda il compartimento grafico, Avatar è eccezionale. Rappresenta il Toy Story dei nostri tempi, il meglio del meglio della tecnologia attuale. E questo onestamente è un fattore importante per due tipi di pubblico: il pubblico dei bambini, e il pubblico ignorante che ormai è assuefatto alle esplosioni e alle scazzottate vecchio stile. Una azzeccatissima scelta per incontrare il massimo dei guadagni possibile.
La colonna sonora è ben inserita nel film, ed è di buona qualità.
La cosa più interessante di questo film è il modo in cui si propone: questo film vuole essere un nuovo Star Wars, ossia il punto di riferimento di un intera generezione cinematografica. Mentre crea un nuovo mondo fantastico, Avatar infatti è un prodotto con una certa attenzione per i dettagli: dal film si lascia intendere che c'è tutta una filosofia alla base dello stile di vita Na'vi, e addirittura una lingua inventata per l'occasione. Tutte cose che saranno utilissime per il mercato dei Nerd più sfegatati, che probabilmente oltre a rincitrullirsi imparando tutta questa lingua (da appositi, costosissimi manuali per collezionisti) si sentiranno insieme parte di qualcosa di più grande, e sborseranno per anni e anni quattrini su inutili pezzi da collezione e serigrafie varie, a patto che sia appiccicato sopra il marchietto AVATAR.
Questo film avrebbe meritato 5 stelle, se si fosse trattato di valutare la strategia di marketing. E' un capolavoro costruito a tavolino, senza l'amore che un regista dovrebbe dare alle proprie creazioni.
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[+] bravo
(di sinkro)
[ - ] bravo
[+] ottima recensione
(di giu/da(g))
[ - ] ottima recensione
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