Una Semana Solos

Film 2008 | Drammatico 110 min.

Regia di Celina Murga. Un film con Magdalena Capobianco, Eleonora Capobianco, Ignacio Giménez, Gastón Luparo. Genere Drammatico - Argentina, 2008, durata 110 minuti. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Bambini alla deriva in un quartiere dai confini ben delimitati: case con giardini, una scuola, una sala da ballo, una piscina. Senza madri e padri nelle vicinanze, un gruppo di ragazzi, "orfani" per una settimana, nell'agio di una prigione di lusso.

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Trailer
Un nucleo di ricchi bambini in un film di formazione che racconta l'alta società argentina.
Recensione di Tirza Bonifazi
giovedì 4 settembre 2008
Recensione di Tirza Bonifazi
giovedì 4 settembre 2008

In un elegante centro residenziale nei dintorni di Buenos Aires, un gruppo di bambini viene lasciato solo per una settimana sotto la responsabilità di Maria, che dei fratelli e cuginetti è la maggiore. In assenza dei genitori l'ensemble passa le giornate giocando nel clima temperato e ozioso di inizio estate, e la sera, per combattere la noia, si intrufola nelle ville deserte dei vicini. L'atmosfera ridente e giocosa viene spezzata dall'arrivo di Juan, il fratello della domestica invitato per qualche giorno all'insaputa dei ragazzi.
A cinque anni da Ana y los otros (l'esordio in lungo presentato a Venezia all'interno della Settimana della Critica dove ha ottenuto la menzione speciale della giuria), Celina Murga torna dietro la macchina da presa per posare lo sguardo su un nucleo di bambini figli della borghesia argentina e raccontare, in un film di formazione presentato da Martin Scorsese, l'alta società del paese. Sebbene i genitori non compaiano mai se non in qualche breve telefonata, l'atteggiamento dei ragazzi - le pose composte, la noia latente, l'aria distaccata - riflette la personalità dei grandi e offre un quadro molto più ampio della realtà che li circonda. I tempi allungati e la sospensione in cui i bambini sembrano fluttuare sono funzionali alla ricerca dell'autenticità, rappresentata anche dalle prove recitative dei giovanissimi attori non professionisti che non fanno che interpretare se stessi.
Maria e i suoi compagni di giochi vivono in una gabbia dorata, perfetta, confortevole, sotto la protezione di agenti alla sicurezza che vigilano (invisibili) sulle loro esistenze. Tutti quelli che non fanno parte del centro residenziale e non condividono la stessa classe sociale sono guardati dall'alto in basso dai piccoli e sono giudicati ferocemente o con il candore infantile (nella sequenza in cui, con l'innocenza della sua età e la consapevolezza della sua provenienza altolocata, Sofía rivela a Esther, la domestica, che oltre a lei non ha mai conosciuto nessuno che avesse avuto un figlio a diciotto anni). Difatti la povertà viene vista dai ragazzi come qualcosa di lontano, tant'è che l'unica scena in cui si intravede il mondo al di fuori dei cancelli, è quando percorrono con lo scuolabus la strada verso casa e osservano sovrappensiero le baracche ai lati della strada, neanche stessero guardando la tv. Con l'arrivo di Juan, il fratello di Esther, il gruppo si chiude in un evidente disagio di fronte alla presenza dello "straniero", per giunta alieno, al punto da isolarlo crudelmente. Sebbene a primo impatto Una semana solos sembri non raccontare nulla se non il ciondolare di un gruppo di ricchi bambini in un placido ricreatorio, sotto la scorza nasconde un'importante riflessione. Alla fine del film sorge infatti spontanea la domanda: se questi ragazzini saranno i futuri dirigenti del paese, come potranno mai tentare di risolvere la delicata situazione dello stato sociale argentino se non ne conoscono - e non ne vogliono conoscere - l'entità?

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