The Reader - A voce alta |
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Un film di Stephen Daldry.
Con Kate Winslet, Ralph Fiennes, David Kross, Lena Olin, Bruno Ganz.
continua»
Titolo originale The Reader.
Drammatico,
durata 124 min.
- USA, Germania 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 20 febbraio 2009.
MYMONETRO
The Reader - A voce alta
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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AMORE E MORTE NELLA BERLINO DEL DOPOGUERRAdi Camillo TrioloFeedback: 0 |
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giovedì 26 febbraio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bernhard Schlink nel 1995 scrive Der Vorleser, un successo letterario tradotto in 25 lingue, in italia col titolo “Il lettore” in inglese “the reader”. Il film è tratto quasi fedelmente dal romanzo con solo qualche piccola trascurabile ed ininfluente variazione. Il film si sviluppa sulle ali del ricordo proprio a partire dal 1995, Michael Berg un avvocato berlinese, cerca di rivisitare il suo passato condividendolo con il suo “futuro” sua figlia, cercando di recuperare un rapporto con lei raccontandosi in una dolorosa sofferta rivisitazione della sua vita a partire dalla sua adolescenza e dalla conturbante forte storia d’amore avuta con una donna, una storia che ha segnato profondamente la sua vita. Nell’atmosfera pesante della Berlino della seconda metà degli anni cinquanta il giovane Michael, diciassettenne, ha un malore e rifugiatosi in un androne viene soccorso dalla bella Hanna bigliettaia di tram, inizia così per caso una frequentazione in cui il giovane si tuffa con tutto l’ardore dell’amore adolescenziale, prepotente, insaziabile, travolgente, romantico, egoistico ed assoluto. Hanna, dapprima riluttante, finisce con l’accettarlo, assecondarlo, guidarlo e lasciarsi anch’essa travolgere. L’umile casa di Hanna si illumina di una luce insperata, il mondo resta fuori oppresso ed opprimente. Con sottile scambio di ruoli, lei educa lui con amore all’amore come avrebbe forse voluto che qualcuno avesse fatto con lei nella sua adolescenza e nel contempo si aggrappa all’esuberante giovinezza di lui, obliterandosi in lui alla ricerca di una impossibile palingenesi, lui diventa il suo lettore la sua guida letteraria e l’amore e la passione si alternano a letture di classici della letteratura. Poesia e passione chiuse in una stanza che rappresenta una Berlino che non c’è, una Berlino che dovrà ancora a lungo sopportare il peso di un passato ancora troppo recente, dolorante e doloroso, prima di poter faticosamente ritrovarsi. Questa parte del film riesce coinvolgete, splendidamente narrata trasporta lo spettatore nella stanza in cui si svolge la storia e riesce quasi a compiere il raro miracolo dell’identificazione. Poi tutto ha fine e svanisce con una vacanza in campagna, fuori dalle mura di quella stanza si dissolvono i sogni, il male genera altre vittime ed altro dolore e non sente ne amore ne poesia. Si presenta senza nemmeno l’epica dell’ ordalia, ma banale e burocratizzato, freddo ed asettico in nome di una “giustizia” che deve essere fredda e distaccata che non è né etica ne morale ma solo “legalmente corretta”. Ma quell’amore, passione, poesia, trova altre stanze, cantucci d’anima, in cui perpetuarsi col sapore del rimpianto col dolore del ricordo; ciascuno ha in sé l’altro e per sempre. Così il lettore spedisce alla sua Hanna centinaia di cassette in cui riversa la lettura delle opere, l’amore e la passione sono nella sua voce vibrante. Hanna nella cella di un penitenziario si nutre di esse nella ricerca sempre più impossibile di una sua catarsi. Dopo quasi vent’anni, quando ha finito di scontare la sua pena, Hanna rinuncia, per lei non c’è stata vita fuori di quella stanza illuminata da passione e poesia e non può essercene fuori da quella cella dove ha custodito teneramente quei ricordi. Alla fine Michael conclude la sua confessione alla figlia presso la tomba di Hanna carezzandone la lapide, e ci piace credere che l’amore d‘un tempo si sublimi nel ritrovato rapporto d’amore con la figlia. Un film, tra i migliori di questa stagione, che meritava qualche Oscar in più.
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