Titolo attesissimo, "The reader" è uno struggente melodramma che tratta di un'amore impossibile, che rimane vivo per decenni nell'anima di entrambe le persone coinvolte. Kate Winslet non ha perso minimamente il suo fascino e le sue rotondità perfette, ora però con l'età aggiunge un indurimento nei tratti del volto e trasmette una malinconia più intensa, che sembra quasi far parte del suo carattere piuttosto che dei suoi personaggi. Sia in quest'opera che in "Revolutionary Road", diretto dal marito Sam Mendes (padre di "American Beauty" "Era mio padre" e "Jarhead"), ha dato una grandissima prova che le frutterà quasi certamente la vincità dell'Oscar, a cui è stata nominata varie volte senza successo. La storia si svolge quasi interamente in Germania e i protagonisti sono tedeschi, tuttavia non si capisce proprio perchè si debba continuare a commettere l'errore di inserire la lingua inglese in un contesto dove l'inglese non c'entra proprio niente. Sembra una sciocchezza su cui poter sorvolare, ma non lo è. C'è da dire che il film è abbastanza bello e coinvolgente e alla fine si sorvola comunque... Ma rimane quella sbavatura. Senza andarvi a svelare niente di importante sulla trama del film, che si regge proprio su di una serie di sorprese e colpi di scena - magari non del tutto inaspettati -, posso dirvi che la storia ha una struttura altalenante fra passato (anni 50) e presente (anni 80-90), in cui veniamo a conoscere il Michael adulto, il bello ma un po' monocorde Ralph Fiennes, e il Michael giovane che si innamora di Hannah Schmitz, interpretata sempre da Kate Winslet, prima dell'età attuale e poi, nell'ultima fase del film, invecchiata di decenni con un trucco quasi del tutto convincente. Ogni volta che penso alla Germania o che parlo con un amico tedesco, penso al peso degli stermini di ebrei per mano dei tedeschi nazisti sulla coscienza di questo paese. Questo peso c'è ancora, ma si cerca di non farlo sentire e di non parlarne. Figuriamoci come ci potesse sentire negli immediati anni successivi alla seconda guerra mondiale. Il film si focalizza proprio su questo e il dramma d'amore dei due protagonisti insieme al peso di quella tragedia mondiale che è stata la Shoa si compenetrano come raramente vediamo accadere in film d'amore, dove il mondo, la società e la politica solitamente passano inosservati. Ho visto i precedenti film di Daldry, il film-maker inglese che ha diretto questa piccola, e fra "Billy Elliott" "The Hours" e "The reader", sicuramente il terzo è il più bello e più maturo. Ottime fra l'altro le apparizioni di attori internazionalmente famosi ma di origini squisitamente germaniche come Susanne Lothar (la madre di Michael), Bruno Ganz (il professore di legge) e Lena Olin (la superstite del campo di concentramento e sua figlia nel futuro). La fotografia è stata curata dal divino Roger Deakins, celebre per aver lavorato in tutti i film dei fratelli Coen e il film è tratto dall'omonimo romanzo di Bernhard Schlink.
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