The Reader - A voce alta |
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Un film di Stephen Daldry.
Con Kate Winslet, Ralph Fiennes, David Kross, Lena Olin, Bruno Ganz.
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Titolo originale The Reader.
Drammatico,
durata 124 min.
- USA, Germania 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 20 febbraio 2009.
MYMONETRO
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Forte perplessità...
di mahlerianoFeedback: 2054 | altri commenti e recensioni di mahleriano |
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venerdì 22 maggio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo film mi ha inizialmente colpito ed entusiasmato molto, ma a breve ho avuto anche la sgradevole sensazione che qualcosa non quadrasse, come se troppa carne al fuoco concorresse ad un dramma forzato e tutto sommato finto. Per quanto non sia affatto un sostenitore di una logicità della trama ad ogni costo come elemento determinante in un film, c'è qualcosa qui che mi infastidisce e spero che il mio approccio logico non disturbi troppo, scusandomene in partenza. Se ad esempio si provasse ad eliminare per un attimo la componente nazista dal film, sostituendola con un crimine qualunque, cosa rimarrebbe? La figura di un'analfabeta che si è resa complice di uno o più assassinii. Ciò non le toglierebbe comunque alcuna responsabilità. Credo che anche al tempo nazista un assassino fosse giudicato comunque un assassino e un complice comunque un complice. Perciò il film sarebbe assolutamente inconsistente e non porterebbe ad alcuna tensione né emotiva, né di nessun altro genere. Dunque la componente nazista "ci vuole". La contraddizione abnorme, con la conseguente tensione, consiste nel fatto che il nazismo ha di fatto legalizzato un assassinio di massa. Ma posta in questi termini, da questo punto in poi allora il significato del film mi sfugge. Poiché quella legge valeva per chiunque, non ne consegue che l'analfabeta, che si fosse reso complice di qualcosa a posteriori giudicabile crimine, dovesse essere considerato diversamente da chiunque altro. Dunque la figura dell'analfabeta stessa era di fatto inutile ai fini del film e sostituibile con quella di qualunque altra persona, addirittura anche colta. E allora, se non era necessaria, è malizioso domandarsi perché si sia usata? A meno che non si voglia sostenere che la mancanza di cultura "giustifichi" un certo operato... Ma questo avrebbe delle conseguenze talmente gravi che mi rifiuto di pensare fosse la tesi del film... Il dramma proviene allora dall'essere ancor più inconfessabile di un crimine la condizione di analfabetismo? De gustibus... Ma allora sarebbe stato opportuno parlare più a fondo di questo problema, sviscerandolo meglio e capendo i mille perché irrisolti della protagonista, che invece viene presentata come una donna senza un passato e dunque inconoscibile. Tutto sommato uno stereotipo di analfabeta, quindi. Mancando dunque, dal mio punto di vista, una solida e reale base ad un film che affronta argomenti così delicati e vasti, tutto il resto non riesce più a convincermi, compreso la scena in cui l'avvocato, che di fatto sconta il suo senso di colpa per non aver reso la condanna della donna uguale a quella delle altre imputate, invia alla donna in carcere nastri e nastri di libri e poesie recitate. In tal contesto la scena, che forse dovrebbe essere il "momento poetico" del film, mi appare addirittura abbastanza ruffiana. Premio perciò soltanto l'interpretazione ammirevole della protagonista e mi limito a due stelle come giudizio complessivo.
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