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ninopantera
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martedì 1 luglio 2008
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"Non è un paese per vecchi" è una pellicola che attraverso la violenza lancia un messaggio morale allo spettatore lasciando lungo la strada una serie di vittime sottratte alla vita in modo brutale e spesso gratuito da una società oramai al collasso.
"Non è un paese per vecchi" racconta il forte cambiamento della società americana negli ultimi anni,che come un muro di cemento si contrappone ai più deboli;Come dice lo sceriffo Bell (Tommy Lee Jones):"Ai vecchi tempi c'erano sceriffi che non giravano neanche armati" ma oggi "non ho intenzione di mettere la mia posta sul tavolo,di uscire per andare incontro a qualcosa che...non capisco".Questi sono due spezzoni del bellissimo monologo di apertura che fa capire allo spettatore fin dai primi minuti com'è difficile sopravvivere in una realtà cosi folle e incontrollabile.
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"Non è un paese per vecchi" è una pellicola che attraverso la violenza lancia un messaggio morale allo spettatore lasciando lungo la strada una serie di vittime sottratte alla vita in modo brutale e spesso gratuito da una società oramai al collasso.
"Non è un paese per vecchi" racconta il forte cambiamento della società americana negli ultimi anni,che come un muro di cemento si contrappone ai più deboli;Come dice lo sceriffo Bell (Tommy Lee Jones):"Ai vecchi tempi c'erano sceriffi che non giravano neanche armati" ma oggi "non ho intenzione di mettere la mia posta sul tavolo,di uscire per andare incontro a qualcosa che...non capisco".Questi sono due spezzoni del bellissimo monologo di apertura che fa capire allo spettatore fin dai primi minuti com'è difficile sopravvivere in una realtà cosi folle e incontrollabile.
Protagonisti di questa realtà saranno: Llewelyn Moss (Josh Brolin) cittadino americano che trova casualmente due milioni di dollari in una zona dispersa del Texas,tra cadaveri e macchine di uno scambio di droga andato male.
Llewelyn Moss è un reduce della guerra del Vietnam e ora vive in una roulotte con la moglie Carla Jean Moss (Kelly MacDonald):è una persona a posto,non ha problemi con la legge e ispira sicurezza,ma sarà lui ad aprire un capitolo di violenza nella vicenda,appropriandosi di quei due milioni di dollari.Da quel momento in poi la sua vita cambierà radicalmente,a dargli la caccia ci sarà Anton Chigurh,psicopatico omicida a cui appartengono i soldi:non è persona,è un simbolo,il simbolo del male;agisce seguendo delle regole ben precise alle quali non può sottrarsi:soldi,droga,morte.Più di una volta nel film vengono messe in discussione le sue azioni,come una possibilità di redenzione del male che popola il mondo,ma questo male non si può curare:si è sviluppato nel tempo,a piccoli passi,ma ora,non ci ricordiamo più perché...è solo caos...testa o croce.
L'antagonista di Anton Chigurh che tenterà di raggiungere in tempo Llewelyn Moss per tirarlo fuori dal circolo vizioso in cui è finito,è lo sceriffo Bell:discendente di una famiglia di sceriffi,va fiero del proprio lavoro,è sposato e conduce una vita prudente.Lo sceriffo Bell è la figura morale della vicenda,ha la percezione del giusto e dello sbagliato,ma ciò che lo attende fuori,per le strade,va al di là di tutto ciò.Anch'egli vittima del cambiamento,rimane a guardare impotente,quasi come se il giusto non avesse spazio nel mondo;Ma i fratelli Coen non sono cosi pessimisti,danno una luce di speranza attraverso la famiglia,in un finale che fa scuola.
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emmanuele
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lunedì 30 giugno 2008
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no country for old man!
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In una sala cinematografica, luci spente, in attesa dell'inizio del film (di un altro film), passa il trailer, una manciata di secondi, di immagini che mi fanno esclamare "eccolo il film che vincerà il premio oscar 2008" poi quando in coda appaiono i nomi dei fratelli Coen, non avrei potuto mai dubitarne.
"Non è un paese per vecchi" è un film complesso scaturito dalla genialità dei registi, e da un romanzo solido e di grande fascino. Violento si, ma intenso come dovuto.
Poco meno di due ore che ti tengono all'apice della tensione, in un inseguimento di avvicendamenti, tra male e bene, buoni e cattivi, destino, fortuna e sfortuna, lasciandoti in attesa di questo incontro-scontro che mai avverrà, piochè non è esso l'obiettivo del film, ma bensì la sua critica alla società, alla violenza inpunita, al male contro il quale non puoi combattere.
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In una sala cinematografica, luci spente, in attesa dell'inizio del film (di un altro film), passa il trailer, una manciata di secondi, di immagini che mi fanno esclamare "eccolo il film che vincerà il premio oscar 2008" poi quando in coda appaiono i nomi dei fratelli Coen, non avrei potuto mai dubitarne.
"Non è un paese per vecchi" è un film complesso scaturito dalla genialità dei registi, e da un romanzo solido e di grande fascino. Violento si, ma intenso come dovuto.
Poco meno di due ore che ti tengono all'apice della tensione, in un inseguimento di avvicendamenti, tra male e bene, buoni e cattivi, destino, fortuna e sfortuna, lasciandoti in attesa di questo incontro-scontro che mai avverrà, piochè non è esso l'obiettivo del film, ma bensì la sua critica alla società, alla violenza inpunita, al male contro il quale non puoi combattere.
Strepitosi gli interpreti, un Javier Bardem sopra tutti, cui recepisci la totale carica espressiva, un fuggiasco senza tregua Josh Brolin, ed un intenso Tommy Lee Jones, sul quale gira il vero significato del film.
Meritatta la raccolta di Oscar, in attesa della prossima uscita dei Coen Brothers.
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marco
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lunedì 30 giugno 2008
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tante aspettative deluse
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Dopo che amici entusiasti me ne hanno parlato come uno dei più bei film degli ultimi anni, dopo che ho sentito che aveva vinto 4 oscar: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior regia e miglior attore non protagonista, dopo tante altre piccole cose, mi aspettavo un film di spessore. Invece mi sono trovato davanti un'opera fin troppo enigmatica, sconnessa, a tratti assurda. A mio avviso Javier Bardem è stato si molto bravo, ma non aveva poi un ruolo così difficile da recitare: sguardo da psicopatico, pettinatura assurda, movenze lente, frasi brevi spesso ripetute. La sceneggiatura non è il massimo, a tratti pomposa, a tratti maschilista, qualche frase rasenta il ridicolo, altre sono banali, altre semplicemente assurde.
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Dopo che amici entusiasti me ne hanno parlato come uno dei più bei film degli ultimi anni, dopo che ho sentito che aveva vinto 4 oscar: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior regia e miglior attore non protagonista, dopo tante altre piccole cose, mi aspettavo un film di spessore. Invece mi sono trovato davanti un'opera fin troppo enigmatica, sconnessa, a tratti assurda. A mio avviso Javier Bardem è stato si molto bravo, ma non aveva poi un ruolo così difficile da recitare: sguardo da psicopatico, pettinatura assurda, movenze lente, frasi brevi spesso ripetute. La sceneggiatura non è il massimo, a tratti pomposa, a tratti maschilista, qualche frase rasenta il ridicolo, altre sono banali, altre semplicemente assurde. Quando avrò tempo magari leggerò il libro per vedere se almeno i Cohen sono stati fedeli a McCarthy. Riguardo alla regia, a me alcune scene sono sembrate tagliate male, troppe cose rimangono nel dubbio, di certo riconosco che c'è una riflessione dietro, ma non la condivido. Il film in generale mi è parso mediocre. So che susciterò l'ira dei fan, ma questa è la mia opinione. Va bene il nichilismo, ma non mi sembra certo di spessore. Dov'è il passato dei personaggi? Una sorta di introspezione psicologica? Non si può osannare un film sottolineando come il suo senso è che oggi nulla ha un senso. Ok, e allora? E' questa la morale? Va bene il personaggio di Tommy Lee Jones, ma se pensate che sia il vostro prototipo del buono ormai disilluso, provate a vedervi Morgan Freeman in "Seven". Se vi è parso un film poetico nonostante i mille ammazzamenti, provate a vedervi "In bruges". Se vi è parsa un'opera cruda, anche se ricca di morale, provate a vedervi "Leoni per agnelli". Probabilmente sto esagerando con la critica, solo perchè come spesso accade quando ti osannano un film, le mille aspettative sono rimaste deluse. Non sono un critico, nè un esperto. Mi spiace solo non aver letto prima il libro, come sempre andrebbe fatto. Il film non mi è piaciuto, anche se riconosco che c'è qualche spunto interessante; e non voglio certo dire che i Cohen fanno film spazzatura, ma da qui a 4 oscar...
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nom vasa
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domenica 29 giugno 2008
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così si usa la mdp
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frank
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sabato 28 giugno 2008
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sopravvalutato
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Uno dei peggiori film dei Cohen, decisamente e incomprensibilmente sopravvalutato.
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alex
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sabato 28 giugno 2008
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adoro i coen
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A parer mio "Non è un paese per vecchi" è un capolavoro. E' il classico film che piace a me, quel tipo di film che sai ma dove va a parare, eccentrico, che stupisce. Gli attori sono formidabili, Bardem è perfetto per quel ruolo. La storia è realistica e i dialoghi sia in lingua originale che in italiano sono accattivanti.
Lo vedrei mille volte.
Grandi fratelli Coen
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lucas
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giovedì 26 giugno 2008
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ma quali fenomeni
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Il film in sè è una mezza skifezza, come pure la storia e le singole vicende!tre o 4 cose buone cmq ci sono: bardem,il sonoro naturale, tommy lee jones...ma per il resto sti coen non mi sembrano fenomeni come si credono o li credono.
Andate prendere lezioni da kubrich e altri!
[+] bravo
(di pimpa)
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mell
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giovedì 26 giugno 2008
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spero che almeno si riveli un paese per giovani...
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Film che decostruisce, critica, propone, ironizza.
Film che non permette l'immedesimazione grazie alla tecnica dello straniamento e del rovesciamento e perciò ottimale veicolo di idee e riflessioni.
Film più di idee, appunto, che di narrazione, più metaforico che mera trasposizione di un testo letterario. Più che un racconto, si tratta dello schizzo di un manifesto che si va via via costruendo, ambiziosa proclamazione da parte dei Coen della necessità di una nuova rivoluzione nel cinema (due o tre dritte sulle direzioni da prendere nel campo cinematografico il film le dà).
Lo sceriffo (figura ormai inattuale) ha paura di morire, il killer non teme trasgredire alcuna regole per perseguire il proprio obiettivo, il caso regola gran parte delle vicende umane.
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Film che decostruisce, critica, propone, ironizza.
Film che non permette l'immedesimazione grazie alla tecnica dello straniamento e del rovesciamento e perciò ottimale veicolo di idee e riflessioni.
Film più di idee, appunto, che di narrazione, più metaforico che mera trasposizione di un testo letterario. Più che un racconto, si tratta dello schizzo di un manifesto che si va via via costruendo, ambiziosa proclamazione da parte dei Coen della necessità di una nuova rivoluzione nel cinema (due o tre dritte sulle direzioni da prendere nel campo cinematografico il film le dà).
Lo sceriffo (figura ormai inattuale) ha paura di morire, il killer non teme trasgredire alcuna regole per perseguire il proprio obiettivo, il caso regola gran parte delle vicende umane.
Non è un paese per vecchi! denunciano i due (cinquantenni) registi, vero. Ma dove sono i giovani?
Rottura col passato? Sicuramente tutto ciò che è stato va considerato e tenuto nella memoria, ma non bisogna essere troppo legati ai canoni di un cinema indubbiamente affascinante, ma che ormai non è più attuale.
Comprendo sicuramente il disappunto di chi si aspetteva un Fargo o un Crocevia della morte o addirittura un Grande Lebowski o L'uomo che non c'era o di chi è stato trascinato in sala da un amico/parente/amante ed è stato sviato dalla voce "Thriller" posta sulla locandina all'ingresso del cinema, ma il film non è da liquidare dopo una superficiale prima visione: ne vanno assorbiti tutti i temi con calma, ne va apprezzato il valore estetico (davvero elevatissimo, fotografia e regia esemplari) e vano raccolte le finezze dei Coen, tra i registi più rappresentativi del cinema contemporaneo. é un film da osservare, comprendere, non un semplice intrattenimento da week-end piovoso (A mio avviso il pubblico dovrebbe tener presente questa differenza)
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silva5
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giovedì 26 giugno 2008
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gli oscar vengono dati dagli americani....
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....agli Ameriacni, sicchè si può non essere d'accordo. E scegliendo tra i film dell'anno in corso. Forse il romanzo è migliore. Bravi gli attori, no? Il film va sicuramente rivisto. Il finale non è poi così male...lascia un po' così, con gli occhi sbarrati ad aspettare che dopo i titoli di coda ricompaiano i personaggi con tutto l'ambaradan di inseguimenti e ammazzamenti vari...Se mi trovassi davanti uno psicopatico filosofeggiante come questo, che cavolo pterei mai rispondergli per tenerlo buono? Acc!...Mi è piaciuto il film, leggerò il romanzo. Film 'strano', ma che presenta una realtà quasi da cartoon fumato giapponese, quelli tipo 'KEN il guerriero'...allucinante!
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gericho
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martedì 24 giugno 2008
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americanata texana travestita da cineforum
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amanti del cineforum, statene alla larga, talmente lontano dalla realtà del mondo che perde anche il suo forzato vecchio stampo, antipatico anche ai "vecchi", il finale pretenzioso di sollecitare emozioni.... un buco nell'acqua TOTALE, Fratelli Coen! Che succede!?!?
[+] mm...
(di xo)
[ - ] mm...
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