nicola 78
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sabato 2 agosto 2008
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qualche piccola precisazione...
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Volevo solamente mettere qualche puntino sulle "i":
1)è evidente che Moss è stato ucciso dai messicani che avendo rintracciato moglie e mamma malata, le seguono fino al motel dove lui le stava aspettando, e dove c'è una gran sparatoria, dove lo sceriffo arriva solamente alla fine.
2)la valigia col denaro non sparisce, nè tantomeno i registi se ne "dimenticano". Moss non fa altro che ripetere ciò che veva fatto in uno dei primi motel in cui aveva pernottato, e cioè la nasconde in una griglia d'areazione della sua stanza, nel motel in cui i messicani lo trovano e uccidono. Il fatto è che in mezzo a tutto quel caos, e con l'arrivo dello sceriffo, i messicani non hanno il tempo di cercarla, e la valigia rimane dov'è.
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Volevo solamente mettere qualche puntino sulle "i":
1)è evidente che Moss è stato ucciso dai messicani che avendo rintracciato moglie e mamma malata, le seguono fino al motel dove lui le stava aspettando, e dove c'è una gran sparatoria, dove lo sceriffo arriva solamente alla fine.
2)la valigia col denaro non sparisce, nè tantomeno i registi se ne "dimenticano". Moss non fa altro che ripetere ciò che veva fatto in uno dei primi motel in cui aveva pernottato, e cioè la nasconde in una griglia d'areazione della sua stanza, nel motel in cui i messicani lo trovano e uccidono. Il fatto è che in mezzo a tutto quel caos, e con l'arrivo dello sceriffo, i messicani non hanno il tempo di cercarla, e la valigia rimane dov'è. sarà Chigur, che nella notte entra nella stanza ormai posta sotto sequestro dalla plizia, con i vari nastri gialli ecc.., a trovarla, appena prima che lo sceriffo abbia la stessa idea ed arrivi anche lui al motel...Questo lo si capisce perchè in un'inquadratura si vede il condotto con la griglia smontata e i segni nella polvere del condotto che la valigetta trascinata fuori ha lasciato.
Quindi per concludere, è vero che il film, nella sua ultima parte subisce una virata, un rallentamento per così dire di quel ritmo sostenuto che la caccia all'uomo aveva fino a quel momento fornito, ma solo perchè la caccia è finita e la valigetta recuperata dal gelido e carismatico Chigur...
E qualche metafora strampalata dello sceriffo, con il suo sogno indecifrabile, secondo me, ci sta..
Gran film.
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marco
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venerdì 1 agosto 2008
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entomologia del pensiero
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Ed Tom Bell (T. Lee Jones), Anton Chigurh (J. Bardem), Llewelyn Moss (J. Brolin) e Carson Wells (W. Harrelson) prediligono la linearità degli accadimenti, ma secondo prospettivediverse. Bell ha conseguito negli anni una certa chiarezza di ragionamento. Il suo lavoro di sceriffo, tramandato dal padre, è il testimone ereditario di uno spirito preomerico capace di «ordinare» il mondo. Nel tempo ha sperimentato un'amara disillusione nell'attesa di un ordine e di un Dio che non sono mai arrivati e mai arriveranno. Ciò che osserva tutti i giorni è il caos che anima le ingiustizie. Il caos è per lui un fantasma, una realtà completamente alogica e nei confronti della quale egli si sente impotente. La linearità del ragionamento di Bell nasconde un disagio interiore stemperato da una simpatica dose di umorismo cristiano.
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Ed Tom Bell (T. Lee Jones), Anton Chigurh (J. Bardem), Llewelyn Moss (J. Brolin) e Carson Wells (W. Harrelson) prediligono la linearità degli accadimenti, ma secondo prospettivediverse. Bell ha conseguito negli anni una certa chiarezza di ragionamento. Il suo lavoro di sceriffo, tramandato dal padre, è il testimone ereditario di uno spirito preomerico capace di «ordinare» il mondo. Nel tempo ha sperimentato un'amara disillusione nell'attesa di un ordine e di un Dio che non sono mai arrivati e mai arriveranno. Ciò che osserva tutti i giorni è il caos che anima le ingiustizie. Il caos è per lui un fantasma, una realtà completamente alogica e nei confronti della quale egli si sente impotente. La linearità del ragionamento di Bell nasconde un disagio interiore stemperato da una simpatica dose di umorismo cristiano. Colui che torna sul luogo del delitto non è uno spettro ma un uomo in carne ed ossa; un insieme coerente di sangue, carne e follia, una entità biologica (Chigurh) perfettamente aderente alle caratteristiche «intelligenti» di una fenomenologia probabilistica non soggetta ad alcuna legge
(il denaro è solo uno strumento occasionale, a volte salvifico, dei rapporti).Anche Wells è lineare ma il filo dei suoi pensieri, delle sue osservazioni, scorre su un'algebra deterministica e apparentemente inoppugnabile. La sovrastruttura di tale pensiero è intrisa di una vanità che porta ineluttabilmente in grembo la morte. Il caso non è un numero (Wells), non è un Dio mancato né un simbolo onirico veicolato da una figura edipica (Bell), né un’opportunità di rivalsa (Moss). Il Caso è il Caos, ovvero una metatesi dei ruoli, un'essenza impalpabile (Chigurh) che viaggia attraverso le dimensioni, attraverso il tempo, condensandosi in una
semplice moneta. Paradossalmente il caos è quanto di più ordinato si possa immaginare. Il suo ordine intrinseco, quantistico, perfettamente logico, sfida e mortifica qualsiasi forma di libero arbitrio e la sua dimora giace unicamente nel seme della follia. La vera linearità è dunque negli umori e solo in essi è la soluzione dell'enigma della vita. Chiunque tenti di capire cade in un ragionamento disorientato e «sporco» e si agita in un cancro feroce che gli corrode ogni centimetro della carne. La verità è nella follia, nella macabra pulizia della sua struttura cristallina.
Marco Bracciale
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liuk
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giovedì 31 luglio 2008
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il finale in un altro film
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Bello, bellissimo per 115 minuti. Veramente intenso, divertente, splendidamente recitato e chi più ne ha più ne metta. Poi quando tutti i nodi devono venire al pettine, ecco i titoli di coda. Probabilmente il mio dvd era rotto e saltava, qualcuno ha il finale giusto???
Peccato.
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titilla
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lunedì 28 luglio 2008
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mah!!
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Un film decisamente ben fatto, ma non riesco veramente a capire come possa essere stato definito il miglior film dell'anno.. Scene infinite, dialoghi a volte profondi a volte insensati.. credo che i coen siano dei grandi registi, ma questo film non è stato, per me almeno, neanche minimamente all'altezza delle aspettative.. 4oscar?? ma per favore..
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(di maio)
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chi2003@tin.it
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sabato 26 luglio 2008
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dunque il male vince sempre?
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Visto in ritardo, visto fuori tempo, visto in "vacanza", e forse proprio per questo l'effetto è dirompente.
Già i Fratelli Cohèn mi allarmano a priori, e non per pregiudizio, ma per giudizio ormai confermato e quasi assiomatico. E' dei F.Choèn, dunque ci sarà da stringere i denti.
E si stringono, e parecchio. No, non è un Western, non è un film sulla droga, e bisogna avere molto ottimismo per vederci la volontà di fare un film di azione, di spuntare la profonda filosofia che, dicono , è protagonista del libro originario. Non l'ho letto, ma certamente una filosofia forte percorre la storia, le modalità del raccontarla (rappresentarla) e soprattutto si afferma nell'ultima parte e nel finale.
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Visto in ritardo, visto fuori tempo, visto in "vacanza", e forse proprio per questo l'effetto è dirompente.
Già i Fratelli Cohèn mi allarmano a priori, e non per pregiudizio, ma per giudizio ormai confermato e quasi assiomatico. E' dei F.Choèn, dunque ci sarà da stringere i denti.
E si stringono, e parecchio. No, non è un Western, non è un film sulla droga, e bisogna avere molto ottimismo per vederci la volontà di fare un film di azione, di spuntare la profonda filosofia che, dicono , è protagonista del libro originario. Non l'ho letto, ma certamente una filosofia forte percorre la storia, le modalità del raccontarla (rappresentarla) e soprattutto si afferma nell'ultima parte e nel finale.
Filosofia oscura, mortifera, nichilista, negativa, insomma :il Male trionfa e trionferà. Sempre?
Pare di sì, il Bene, nelle figure del coraggioso e determinato arcangelo che per soldi e per giustizia non si scoraggia in una caccia senza pietà, nello Sceriffo, sopravvalutato Lee J.che solo nell'interno di una tesi di "impotenza del Bene" è spiegabile,in molte figure tenere, patetiche, sbocconcellanti parole senza concretezza, gemiti di irrilevanza,ecco, il Bene è altrettanto irrilevante.
Il Male, reso con una evidenza di terribilità, è inattaccabile : ferito, costretto, circondato, temporaneamente messo in difficoltà, mentre tutte le potenzialità del Bene si alleano, e dovrebbero potenziarsi, non fosse che per l'ovvietà delle ragioni, della giustizia, ecco che si autoripara, non teme, non dubita mai della vittoria finale.
Tante le frasi "celebri", le sottolineature, gli accenni che pèossono essere intesi come "morali". L'unica certezza che i F. Cohèn ci regalano ad ogni loro film, che diventa sempre più un evento culturale, è che il Male è forte, fortissimo, invincibile. Che il Male è fra noi, in noi, crudo, spietato, vittorioso.
Chi potrebbe dargli torto (ai F.C.)?
Ma non erano meglio i film di Frank Capra, che ci davano speranza, senso della giustizia, dolore per il dolore, sentimenti insomma di umanità con davanti un futuro?
Non amo affatto i F. C., credo che incarnino il Male, amodo loro.
Da BO. A. chi2003@tin.it
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carlo - 34anni
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venerdì 25 luglio 2008
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delusione
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Mi aspettavo chissa' quale capolavoro....Il film e' fatto bene, bravi gli attori, mah....non mi ha trasmesso niente, ben poche emozioni e in alcuni momenti noioso, il finale probabilmente non l'ho capito ( per me brutto e troppo filosofico ). Finito il film non ci pensavo piu'. Insomma, sara' fatto bene, ma se non mi dice nulla non lo reputo un bel film. Piutto sto consiglio Le tre sepolture sempre con ( anche regista ) tommy lee jones.
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fabrizio
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martedì 22 luglio 2008
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finale
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il finale?quale finale? sono stato due ore davanti ad un film che non ha senso.
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vale
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sabato 19 luglio 2008
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non è un paese per vecchi
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Non è un paese per vecchi perchè lo psicopatico killer Anton Chigurh uccide tutti prima che possano diventare vecchi!! Se questo è il miglior film dell'anno... figuriamoci gli altri!!
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giuseppe
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venerdì 18 luglio 2008
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un film con un messaggio finale.
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Gran film? 4 Oscar?
Per 3/4 del film, ho pensato: "guarda un po', i Coen si sono liberati degli orpelli e delle inutili stravaganze che si sono sempre portati dietro nei loro film", e mi godevo un film bello, lineare, scorrevole, divertente, con ottimi motivi di riflessione, ben fatto, ben diretto, sceneggiato e girato. Profondo e adrenalinico allo stesso tempo.
Poi il patatrack... L'impalcatura non regge più e vengono fuori come fantasmi usciti da un incubo i fumi della confusione e dell'irrazionalità. Un paio di dialoghi al cloroformio, e il film crolla al tappeto.
Il messaggio più forte che trasmette (questi sono film fatti APPOSTA per trasmettere MESSAGGI...) potrebbe essere: se passi col rosso ad un semaforo, potresti far fuori un killer psicopatico.
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Gran film? 4 Oscar?
Per 3/4 del film, ho pensato: "guarda un po', i Coen si sono liberati degli orpelli e delle inutili stravaganze che si sono sempre portati dietro nei loro film", e mi godevo un film bello, lineare, scorrevole, divertente, con ottimi motivi di riflessione, ben fatto, ben diretto, sceneggiato e girato. Profondo e adrenalinico allo stesso tempo.
Poi il patatrack... L'impalcatura non regge più e vengono fuori come fantasmi usciti da un incubo i fumi della confusione e dell'irrazionalità. Un paio di dialoghi al cloroformio, e il film crolla al tappeto.
Il messaggio più forte che trasmette (questi sono film fatti APPOSTA per trasmettere MESSAGGI...) potrebbe essere: se passi col rosso ad un semaforo, potresti far fuori un killer psicopatico. Ma anche no.
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subcrow
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giovedì 17 luglio 2008
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i coen segnano un'altro punto!
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Premetto che dei f.Coen prima di entrare in sala e di vedere "non è un paese per vecchi" avevo visto veramente poco... ora li ho "ris-polverati" praticamente tutti (o quasi).
La bellezza della pellicola parte dall'ambientazione quasi western del film;
un western dei nostri tempi però, senza far west.
I Personaggi (come sempre nei film dei 2 fratelli) sono curatissimi e ricercati; in "primis" fantastica interpretazione di Javier Bardem.
Il film Violento, potente, aggressivo, porta comunque il suo bel messaggio.
CONSIGLIATISSIMO! I Coen segnano un'altro punto a favore del cinema!
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