shady
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venerdì 19 settembre 2008
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bellissimo film, oscar meritatissimi. soliti coen!
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OTTIMO FILM! Uno dei migliori dei Coen, Consigliatissimo!
Finale imprevedibile che ti fa restare a bocca aperta e ti fa dire:
- I soliti Grandissimi fratelli Coen -
Dopo Lady Killers (Commedia dei Fratelli Coen) esce un
Western - drammatico che vi lasciera a fiato sospeso!
Consigliatissimo!
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mgk333
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giovedì 18 settembre 2008
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soddisfatto a metà
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Film da cui mi aspettavo molto, molto interessante nelle scene d'azione in cui la cura nei particolari è elevatissima, come le sensazioni dei personaggi ad altre + pesanti con dialoghi intelligenti ma non interessanti. Non c'è l'inizio e la fine e questo mi ha lasciato molto l'amaro in bocca...
Recitazione degli attori elevatissima, Bardem spettacolare per personalità!!
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carlitos
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lunedì 15 settembre 2008
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sopravvalutato
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Questo film non mi ha lasciato nulla dentro.
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oscar
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sabato 13 settembre 2008
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mha
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E' vero che è un film ma la storia è davvero assura gira tutto intorno ad una valigetta che nessuno riuscirà a trovare.... un pò assurdo credo...
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the stan
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venerdì 12 settembre 2008
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uno dei migliori film dell'anno
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GRANDE FILM...javier Barden ha meritato l'oscar..grande interpretazione.
da vedere e rivedere...peccato il finale.
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teo
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mercoledì 10 settembre 2008
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la violenza vista dalla mente geniale dei coen
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La principale qualità dei fratelli Coen è sempre stata quella di avere e conservare intatta nel tempo la voglia e il coraggio della sperimentazione. Dopo il noir de "L'uomo che non c'era" e la sophisticated comedy de "Prima ti sposo poi ti rovino" è ora la volta del "western" di frontiera. Tratto dal crudo e realistico romanzo del geniale Cormac McCharty, il film si presenta come uno sguardo spietato e amaro di un mondo che sembra ormai governato dalla follia, un mondo dove solo i più forti riescono a sopravvivere. Il paesaggio sterminato in cui è ambientata la storia è un luogo senza confini in cui i personaggi si muovono come anime sperdute, un "paese" (il termine non si limita esclusivamente all'America) in cui tutto è ormai privo di una logica.
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La principale qualità dei fratelli Coen è sempre stata quella di avere e conservare intatta nel tempo la voglia e il coraggio della sperimentazione. Dopo il noir de "L'uomo che non c'era" e la sophisticated comedy de "Prima ti sposo poi ti rovino" è ora la volta del "western" di frontiera. Tratto dal crudo e realistico romanzo del geniale Cormac McCharty, il film si presenta come uno sguardo spietato e amaro di un mondo che sembra ormai governato dalla follia, un mondo dove solo i più forti riescono a sopravvivere. Il paesaggio sterminato in cui è ambientata la storia è un luogo senza confini in cui i personaggi si muovono come anime sperdute, un "paese" (il termine non si limita esclusivamente all'America) in cui tutto è ormai privo di una logica. I personaggi non sono mai presentati direttamente al pubblico, in realtà si sa ben poco di loro; ed è proprio questa la genialità della pellicola: ciascuno di essi è la pedina di un gioco interminabile e perverso, un inseguimento che non può volgere al termine finchè una delle due parti non perde. E' questa, ahimè, la triste realtà dei nostri giorni, a cui non possiamo sottrarci, una realtà che neanche la dura legge del Texas riesce a debellare. A detta dell'amico paraplegico dello sceriffo Tom Bell "non si può fermare quello che sta arrivando", parole che riecheggiano con glacialità nel cuore dello spettatore già turbato dallo sviluppo della vicenda. Tuttavia esiste una via per sterminare questa aberrazione; e ciascuno la deve trovare dentro di sè. Il racconto finale che tronca inaspettatamente il film (da molti incompreso) lascia il cuore e la mente dello spettatore come sospesi per qualche secondo; l'immagine del padre che cavalca nella notte avvolto in una coperta per andare ad accendere un fuoco in mezzo a tutto quel buio e a quel freddo è una straordinaria metafora di speranza per chi, come noi, vive il mondo attuale. Di notevole efficacia è la decisione di non inserire una colonna sonora. Nulla da aggiungere a quanto già detto circa la straordinaria interpretazione di Javier Bardem, "mimetizzatosi" perfettamente nel ruolo di un personaggio che non rappresenta il classico assassino che pratica violenza, più che altro è la violenza stessa. Grandissimo Tommy Lee Jones, con quella sua eterna aria da cow-boy tormentato a causa del suo tempo, di cui non riesce ad accettare le numerose ingiustizie.
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gianluca5
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martedì 9 settembre 2008
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è da capire...
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cè ne di gente che non capisce un cazzo!!!! e si permette di fare critica!!!...certo è piu semplice vedere il solito film, dove il buono indistruttibile, alla fine, se la cava alla grande e il cattivo muore dopo aver perso tempo con il solito monologo!.
io ho letto il libro e poi visto il film...mi è piaciuto.
non si tratta di un sogno.
bensi..un racconto a qui ,l'autore, si ispira alla nuova violenza che ha investito il west al confine con il messico,dovuta hai trafficanti di droga messicani...una vicenda, agli occhi di un vecchio sceriffo e sulla sua riflessione sui cambiamenti che stanno cinvolgendo il suo stato....una nuova violenza a volte esagerata e inspiegabile...dove il "buono" ,per i soldi, innesca una caccia a qui per sottrarsi dovra diventare a sua volta violento,pur di non mollare il bottino e rifiutare l'aiuto della polizia, mettendo in pericolo anche la moglie.
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jimmycorgan
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domenica 7 settembre 2008
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il cinismo coehniano
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Non sono mai stato un grande amante del cinema dei Coen ("Fratello dove sei?" lo considero un prodotto discreto), ma con la loro ultima fatica mi hanno fatto ricredere..."No Country For Old Men" è un capolavoro.Punto e basta. A metà tra il commerciale e l’autore, riesce a descrivere (attraverso tutte le tecniche possibili),in appena due ore di pellicola, che cosa sia diventata la nostra società. Questo film non è che un elogio totale al cinismo (certe volte mascherato da puro nichilismo) che oramai permane tutto, dalla giustizia alla famiglia,dalla fede alle relazioni interpersonali, il tutto descritto in modo sublime attraverso l’uso di ettolitri di sangue e preziose quanto profonde inquadrature (soprattutto al volto, come solo il buon vecchio Leone riusciva a fare,ed è proprio al maestro italiano a cui i due registri hanno voluto fare un omaggio).
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Non sono mai stato un grande amante del cinema dei Coen ("Fratello dove sei?" lo considero un prodotto discreto), ma con la loro ultima fatica mi hanno fatto ricredere..."No Country For Old Men" è un capolavoro.Punto e basta. A metà tra il commerciale e l’autore, riesce a descrivere (attraverso tutte le tecniche possibili),in appena due ore di pellicola, che cosa sia diventata la nostra società. Questo film non è che un elogio totale al cinismo (certe volte mascherato da puro nichilismo) che oramai permane tutto, dalla giustizia alla famiglia,dalla fede alle relazioni interpersonali, il tutto descritto in modo sublime attraverso l’uso di ettolitri di sangue e preziose quanto profonde inquadrature (soprattutto al volto, come solo il buon vecchio Leone riusciva a fare,ed è proprio al maestro italiano a cui i due registri hanno voluto fare un omaggio)...la crudeltà e la violenza del killer (interpretato dall’incredibile Javier Bardem) viene contrapposta all’umanità rassegnata dello sceriffo (un’altro grande Tommy Lee Jones)...un film che non ha un protagonista vero è proprio...e nemmeno un finale vero e proprio...racconta semplicemente uno strascico di vita del mondo pessimistico e cinico dei grandi (adesso lo posso dire) fratelli Coen...un mondo che assomiglia sempre di più a quello che ci troviamo ogni giorno di fronte...
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kka05
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sabato 6 settembre 2008
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viva i coen!
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Davvero un gran bel film! All'inizi mi faceva un po' ribrezzo ma poi è andata sempre meglio...gli attori sono magnifici e perfetti per il ruolo assegnatoli!
Comunque bisogna ammettere che Javier Bardem è uno dei migliori attori di questa generazione!!! Ottimo anche in L'amore ai tempi del colera...dove, mi duole ammetterlo...la Mezzogiorno stona completamente...!
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mac-pat
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mercoledì 3 settembre 2008
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il violinista
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"Non è un paese per vecchi" può sembrare un film seriale;un uomo trova una valigetta piena di soldi che appartengono alla malavita e quindi perseguitato da sicari che vogliono riappropiarsene.Ma il tema che affronta il film è ben al di là della trama che può sembrare banale e inflazionata.In un crescendo di delitti,dove il "male" è personificato da un killer senza anima e il veicolo che lo muove è il denaro e la sete di potere che esso fa illudere, l'uomo è collocato in un sistema senza valori dove il denaro assume il principale fine,non lascia scampo alla decadenza a cui andiamo inesorabilmente incontro.Emblematica, alla fine del film,l'offerta di denaro a dei bambini(innocenza e futuro della società) che con senso civico avrebbero comunque soccorso Barden;sembra un'iniziazione,un'ipoteca del male per il futuro.
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