Più che una recensione classica, vorrei sottolineare, sperando di non cedere a facili illusioni, come alcuni aspetti del film possano ricordare i film western di Sergio Leone. Citerò solo alcuni aspetti. Il ritrovamento di millioni di dollari si verifica nel deserto in mezzo ad un gruppo di cadaveri, di cui uno ancora vivo che chiede l'acqua; ciò innesca un lungo inseguimento attorno ai soldi (Il buono, il brutto ed il cattivo). Il killer psicopatico assomiglia all'Indio Volontè, psicopatico pure e che gioca con la sue vittime, lasciando loro l'illusione di poter scegliere il proprio destino (per qualche dollaro in più: anzichè la moneta, usava l'orologio-carillon). La scena del killer che arriva al Motel e di Moss che lo aspetta: dominata dal rumore dei passi (in Leone era il rumore degli speroni: mi aspettavo che Bardem entrasse all'improvviso dalla finestra....!). Solo la convinzione finale che il mondo "possa essere diviso in due" viene ribaltata: in fondo è una persona comune che, per soldi, decide di entrare in un gioco pericoloso mettendo a rischio anche la vita dell'unica persona che lo ama, sua moglie, venendo meno a quelli che doveno essere saldi principi di vita. All'opposto, il gelido killer non abbandoma mai le sue "regole"....
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gus da mosca
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mercoledì 12 marzo 2008
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sssso, nnnniii, no... direi di no!
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Direi di no! (rispondendo alla domanda-titolo). Che Leone abbia ridefinito definitivamente i nuovi stilemmi del cinema moderno e' indubbio. Che i Coen come molti altri registi contemporanei parlino un linguaggio che si e' formato soprattutto nel cinema dagli anno 70 e' altrettanto indubbio. Ma un'ispirazione diretta non la vedo, neanche a cercarla col discutibile metodo che tu usi: frammentare i film come puzzles (ovvio che qualche pezzo a forza s'incastra). Io ho visto grande affinita' con un SINGOLO film di Corbucci: un western atipico, da sempre considerato fuori-schema e per alcuni aspetti antagonista dello stile "Leone".
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gus da mosca
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mercoledì 12 marzo 2008
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----dimenticavo il titolo.
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Non ti ho detto il titolo: Il Grande Silenzio (1968). Trovi poco indientro, la mia recensione dove ne faccio un confronto con i Coen. (Questo film dovrebbe essere uscito in DVD anche in Italia, io l'avevo trovato hanni fa in Germania, terra con una grande passione per i western italiani, dove molti titoli sono stati ristampati prima che da noi)
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(di matteo rugolotto)
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ye viga
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sabato 15 marzo 2008
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colto nel segno (a parte leone)
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non sono abbastanza documentato per giudicare il tuo parallelo Leone/Coen però credo che tu abbia colto nel segno il significato del film, cioè come siano più labili i valori quali amore, affetti, ecc. rispetto al denaro e alla sete di sangue alla quale i protagonisti nn possono rinunciare. Inoltre l'unica "buona azione" di tutto il film è "dumber'n hell" cioè un'enorme sciocchezza, che porta alla catastrofe. Decadentismo puro? O angosciante realismo? Forse entrambi.
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