gianfri
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venerdì 9 maggio 2008
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la lucida follia di bardem è troppo anche per il v
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Non è un paese per vecchi e da quanto si vede neanche per giovani visto che in questo film non si salva nessuno e di bambini non se ne vedono. Bardem è uno psicopatico che usa come arma una pistola ad aria compressa come quella che usano per macellare i buoi. Un texano tutto d’un pezzo s’imbatte per caso in un bell’osso (20 milioni di dollari) frutto di una vendita di droga degenerata in una carneficina e non lo vuole mollare per nessun motivo. Ma l’osso è di gente molto cattiva specialmente di uomo dai lineamenti indio e da un improbabile pettinatura stile beat anni sessanta. Così inizia la sfida, per la verità giocata molto bene anche dal rude texano, che da bravo cacciatore sa come difendersi; fa scappare la moglie e con il valigione pieno di soldi inizia la fuga.
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Non è un paese per vecchi e da quanto si vede neanche per giovani visto che in questo film non si salva nessuno e di bambini non se ne vedono. Bardem è uno psicopatico che usa come arma una pistola ad aria compressa come quella che usano per macellare i buoi. Un texano tutto d’un pezzo s’imbatte per caso in un bell’osso (20 milioni di dollari) frutto di una vendita di droga degenerata in una carneficina e non lo vuole mollare per nessun motivo. Ma l’osso è di gente molto cattiva specialmente di uomo dai lineamenti indio e da un improbabile pettinatura stile beat anni sessanta. Così inizia la sfida, per la verità giocata molto bene anche dal rude texano, che da bravo cacciatore sa come difendersi; fa scappare la moglie e con il valigione pieno di soldi inizia la fuga. Ma lo psicopatico, caratterizzato anche da un stivaletto cow-boy a punta da cineteca, non gli toglie il fiato dal collo ammazzando lungo il percorso tutti quelli che incontra compreso il biondo Harlesson ormai non più cattivo come ai tempi di “Natural Born Killer” che si improvvisa il risolutore della situazione ma fallisce. Tutto scorre sotto l’occhio esperto del vecchio sceriffo (Tommy Lee Jones) che ricordando i bei tempi andati di quando gli sceriffi non avevano neanche la pistola capisce che è giunta l’ora di andare in pensione.
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easy
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sabato 3 maggio 2008
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parte bene finisce male
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Per quanto Tommy Lee Jones risulti solo uno specchietto per le allodole, così poco appare, il film parte in quarta con suspance elevata e colpi di scena, inchiodando lo spettatore sulla poltrona. Arrivato a tre quarti però le cose precipitano troppo in fretta, senza spiegazioni e con alcune scene ambigue che dovrebbero lanciare un messaggio che non ho raccolto. Non approfondisco per non rovinare la visione ma è come un ottimo pranzo che si chiude con un caffè col sale al posto dello zucchero.
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kato
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martedì 29 aprile 2008
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un film inutile
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come appassionato di cinema trovo questo film una caccata inutile che potrebbe piacere solo a kaka'... mi avete tolto 2 ore di vita...e le rivoglio...! coen!!!
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paleutta
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lunedì 28 aprile 2008
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non è un film per tutti
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un road movie di classe, una storia coinvolgente ed emozionante che ti dispiace che prima o poi finisca. Personaggi e dialoghi brillantissimi, cinema di alto livello. Chi ha visto il film e lo ha apprezzato sa di cosa sto parlando. Ha quel tocco di pulp tipico del cinema di tarantino, ma rispetto a questo ha sicuramente una marcia in più, i personaggi, pur nella loro bizzarria sono più credibili ed hanno uno spessore maggiore. Un ritratto tra lo spietato ed il malinconico condito con grande gusto cinematografico. Ometto di esaltare la figura del killer psicopatico per non dire cose scontate.
Bello. Come al solito qualche critica arriva da quelli che reclamano i finali che abbiano senso o pretendono di capire quello che il regista voleva dire.
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un road movie di classe, una storia coinvolgente ed emozionante che ti dispiace che prima o poi finisca. Personaggi e dialoghi brillantissimi, cinema di alto livello. Chi ha visto il film e lo ha apprezzato sa di cosa sto parlando. Ha quel tocco di pulp tipico del cinema di tarantino, ma rispetto a questo ha sicuramente una marcia in più, i personaggi, pur nella loro bizzarria sono più credibili ed hanno uno spessore maggiore. Un ritratto tra lo spietato ed il malinconico condito con grande gusto cinematografico. Ometto di esaltare la figura del killer psicopatico per non dire cose scontate.
Bello. Come al solito qualche critica arriva da quelli che reclamano i finali che abbiano senso o pretendono di capire quello che il regista voleva dire. Come ho espresso nel titolo della recensione, non è un film per tutti e questo gli da sicuramente del valore aggiunto.
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simo
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domenica 27 aprile 2008
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spettacolari coen e bardem
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I COEN RIESCONO ANCORA A FARE FILM DI OTTIMA QUALITA E GIUSTAMENTE HANNO VINTO L'OSCAR MA IL MIGLIORE A MIO PARERE E STATO JAVIER BARDEM CHE HA INTERPRETATO BENISSIOMO LA SUA PARTE E INFATTI ANCHE LUI SI E GUADAGNATO L'OSCAR.GIUSTO ANCHE L'OSCAR PER IL MIGLIOR FILM.
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domenica 27 aprile 2008
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spettacolari coen e bardem
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I COEN RIESCONO ANCORA A FARE FILM DI OTTIMA QUALITA E GIUSTAMENTE HANNO VINTO L'OSCAR MA IL MIGLIORE A MIO PARERE E STATO JAVIER BARDEM CHE HA INTERPRETATO BENISSIOMO LA SUA PARTE E INFATTI ANCHE LUI SI E GUADAGNATO L'OSCAR.GIUSTO ANCHE L'OSCAR PER IL MIGLIOR FILM.
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domenica 27 aprile 2008
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spettacolari coen e bardem
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I COEN RIESCONO ANCORA A FARE UN CINEMA DI QUALITA E SI SONO MERITATI GIUSTAMENTE IL PREMIO OSCAR MA IL PIU BRAVO A MIO PARERE E' STATO JAVIER BARDEM CHE E RIUSCITO A INTERPRETARE BENISSIMO IL SUO PERSONAGGIO E ANCHE LUI GIUSTAMENTE HA VINTO L'OSCAR.
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medz
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sabato 26 aprile 2008
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anche fargo non era un paese per vecchi
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Premettendo di non aver letto il celebre libro da cui il film è tratto e premettendo anche che sono un ammiratore dei fratelli Coen, devo fermarmi a riflettere su questo film e sulla reazione non totalmente positiva che ho avuto alla sua conclusione.
Non sapendo bene i temi trattati dal romanzo, mi sorge comunque un dubbio: o i due fratelli statunitensi hanno "coenizzato" il romanzo (trasponendo in esso le loro tematiche portanti) o McCarthy è il terzo fratello Coehn. Rimango infatti stupito nel notare che nessuno ha fatto presente la totale somiglianza di "Non è un paese per vecchi" con "Fargo", film di cui questo sembra il rifacimento in versione più cruda e spietata; la questione del degrado sociale, della perdita dei valori (a favore di soldi e droghe), di assenza di speranza e di una certa ingenuità del male contro un ingenuità tenera del bene, erano temi già presenti in quel precedente film; a voler essere pignoli, in quest'ultimo c'è pure una battuta identica, ovvero nel momento in cui un collega dello sceriffo dice "Tutto questo per soldi.
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Premettendo di non aver letto il celebre libro da cui il film è tratto e premettendo anche che sono un ammiratore dei fratelli Coen, devo fermarmi a riflettere su questo film e sulla reazione non totalmente positiva che ho avuto alla sua conclusione.
Non sapendo bene i temi trattati dal romanzo, mi sorge comunque un dubbio: o i due fratelli statunitensi hanno "coenizzato" il romanzo (trasponendo in esso le loro tematiche portanti) o McCarthy è il terzo fratello Coehn. Rimango infatti stupito nel notare che nessuno ha fatto presente la totale somiglianza di "Non è un paese per vecchi" con "Fargo", film di cui questo sembra il rifacimento in versione più cruda e spietata; la questione del degrado sociale, della perdita dei valori (a favore di soldi e droghe), di assenza di speranza e di una certa ingenuità del male contro un ingenuità tenera del bene, erano temi già presenti in quel precedente film; a voler essere pignoli, in quest'ultimo c'è pure una battuta identica, ovvero nel momento in cui un collega dello sceriffo dice "Tutto questo per soldi... non ha senso" che è la stessa battuta di chiusura del film "Fargo". Premessa quindi la somiglianza (che di per sè non ha colpa, poichè un regista porta avanti ovviamente la sua poetica), cè da constatare che il film è sicuramente leggermente sopravvalutato, non portando assolutamente nulla di nuovo e non essendo a mio avviso un film innovatore e sensazionale; nello svilupparsi di trama e tematiche il film è piuttosto ripetitivo e banale, adirittura noioso nei confusionali monologhi di un personaggio alquanto indefinito come quello dello sceriffo Tommy Lee Jones, l'ultimo dei quali è interrotto dai titoli di coda; soprattutto dopo un finale del genere, l'impressione è (come è già stato detto) che i Coen abbiano voluto giocare troppo a fare gli autori, spingendo troppo sul tema morale e sul virtuosismo tecnico (e di sceneggiatura) che rende alcuni punti fastidiosi e lascia piuttosto perplessi nel finale. Il film vale appare come un film d'azione interrotto da tirare moraleggianti (e poi non è che questi temi siano tutti 'sta gran originalità...) e alterna noia a scene comunque ben costruite; l'ondata di sangue che ha pervaso il cinema da Croenenberg a Burton negli ultimi tempi ha portato i due fratelli ha essere crudi e sanguigni come non lo sono mai stati, ma per spiegare ciò che tentano di dire, c'era bisogno di scomodare una trama del genere, che riesce solo fino ad un certo punto ad essere "universale"? La domanda rimane aperta, come tante altre.
Tuttavia bisogna considerarne anche i lati positivi, che ne fanno comunque un film da vedere; la tensione ininterrotta che pervade il film per tutte le due ore (altro che cavolatine Horror), sequenze intense e ben costruite, alcuni dialoghi travolgenti (altri invece troppo pomposi e finti; non mi riferisco a quelli dello sceriffo, chiaramente ricercati, ma ad altri, come quelli affidati a Josh Brolin); un Bardem grandioso.
E' un film che ricalca il cinema già fatto dei Coen, unendolo con un po' di tradizione Western e postWestern (la fine del mito della frontiera) e conseguente decadimento e degrado di tutti gli eroi; un film a mio avviso poco sentito e molto costruito e "truccato"; un film fatto comunque da due registi che (più nella messa in scena che nella poetica) dimostrano ancora di saper uscire dagli schemi, creando un cinema che non può non affascinare.
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[+] ma non sforzarti
(di aldo ferro)
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pirromarlon
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venerdì 25 aprile 2008
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come pulp
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commovente per certi versi, comico per altri... invertendo le sequenze, dalla fine all'inizio, probabilmente avrebbe conquistato qualche statuetta in più! Se cerchi di capire qualcosa, apparentemente perdi tempo, ma poi, chiaramente perdi tempo...Finale mozzafiato, sono rimasto seduto sulla poltrona in attesa che il film continuasse, ma era proprio finito. I fratelli Coen hanno provato a rifare Pulp Fiction alla loro maniera, ma non ci sono riusciti.
Buona visione...portatevi l'i pood
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lafcadio
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giovedì 24 aprile 2008
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il grottesco come metafora
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I fratelli Coen nella realizzazione della pellicola hanno inserito, come principale linea guida alla trama, il grottesco. La morte è una questione di numero e di figure che riempiono la scena. Il meccanismo descrittivo procede al pari di un riquadro in cui ognuno recita la parte inscritta nel proprio tassello. All'interno di questo discorso si vede un Tommy Lee Jones, sono più d'effetto le pieghe del suo volto, che aspetta il finale per chiudere con una nostalgica riflessione su quanto la saggezza sia inutile di fronte alla gratuità d'una violenza che reifica se stessa:le comparse non sono persone che muoiono ma soggetti già predisposti a quel ruolo:riempiono meglio lo schermo come corpi inerti che il contrario -questo il sarcarsmo dei Coen-.
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I fratelli Coen nella realizzazione della pellicola hanno inserito, come principale linea guida alla trama, il grottesco. La morte è una questione di numero e di figure che riempiono la scena. Il meccanismo descrittivo procede al pari di un riquadro in cui ognuno recita la parte inscritta nel proprio tassello. All'interno di questo discorso si vede un Tommy Lee Jones, sono più d'effetto le pieghe del suo volto, che aspetta il finale per chiudere con una nostalgica riflessione su quanto la saggezza sia inutile di fronte alla gratuità d'una violenza che reifica se stessa:le comparse non sono persone che muoiono ma soggetti già predisposti a quel ruolo:riempiono meglio lo schermo come corpi inerti che il contrario -questo il sarcarsmo dei Coen-. Magistrale invece l'interpretazione del killer Bardem (si colga l'espressione esaltata durante lo strangolamento dell'agente all'inizio del film), che fa suo il personaggio:il solo che acquisti uno spessore psicologico risaltante nel contesto e che affascina col suo particolare "codice morale". All'opposto il ruolo interpretato da Brolin, già scontato nella figura e nelle azioni:retorica d'un prototipo d'americano vecchio west,ormai anacronistico. Sembra la recita d'una figura a fumetti. Sin dall'inizio si fa il tifo per Bardem che, malgrado la bella fotografia e la bravura dei Coen, assolve tutti con la sua autenticità. Il messaggio della Regia è che proprio il non senso del suo codice a regolare il quotidiano:l'inaspettato è inserito per ultimo -il tamponamento finale- come sberleffo allo spettatore che conosceva le scene ancor prima di vederle sullo schermo.
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