Non è un paese per vecchi |
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Un film di Ethan Coen, Joel Coen.
Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald.
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Titolo originale No Country for Old Men.
Thriller,
durata 122 min.
- USA 2007.
- Universal Pictures
uscita venerdì 22 febbraio 2008.
MYMONETRO
Non è un paese per vecchi ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Dunque il Male vince sempre?
di chi2003@tin.itFeedback: |
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sabato 26 luglio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Visto in ritardo, visto fuori tempo, visto in "vacanza", e forse proprio per questo l'effetto è dirompente. Già i Fratelli Cohèn mi allarmano a priori, e non per pregiudizio, ma per giudizio ormai confermato e quasi assiomatico. E' dei F.Choèn, dunque ci sarà da stringere i denti. E si stringono, e parecchio. No, non è un Western, non è un film sulla droga, e bisogna avere molto ottimismo per vederci la volontà di fare un film di azione, di spuntare la profonda filosofia che, dicono , è protagonista del libro originario. Non l'ho letto, ma certamente una filosofia forte percorre la storia, le modalità del raccontarla (rappresentarla) e soprattutto si afferma nell'ultima parte e nel finale. Filosofia oscura, mortifera, nichilista, negativa, insomma :il Male trionfa e trionferà. Sempre? Pare di sì, il Bene, nelle figure del coraggioso e determinato arcangelo che per soldi e per giustizia non si scoraggia in una caccia senza pietà, nello Sceriffo, sopravvalutato Lee J.che solo nell'interno di una tesi di "impotenza del Bene" è spiegabile,in molte figure tenere, patetiche, sbocconcellanti parole senza concretezza, gemiti di irrilevanza,ecco, il Bene è altrettanto irrilevante. Il Male, reso con una evidenza di terribilità, è inattaccabile : ferito, costretto, circondato, temporaneamente messo in difficoltà, mentre tutte le potenzialità del Bene si alleano, e dovrebbero potenziarsi, non fosse che per l'ovvietà delle ragioni, della giustizia, ecco che si autoripara, non teme, non dubita mai della vittoria finale. Tante le frasi "celebri", le sottolineature, gli accenni che pèossono essere intesi come "morali". L'unica certezza che i F. Cohèn ci regalano ad ogni loro film, che diventa sempre più un evento culturale, è che il Male è forte, fortissimo, invincibile. Che il Male è fra noi, in noi, crudo, spietato, vittorioso. Chi potrebbe dargli torto (ai F.C.)? Ma non erano meglio i film di Frank Capra, che ci davano speranza, senso della giustizia, dolore per il dolore, sentimenti insomma di umanità con davanti un futuro? Non amo affatto i F. C., credo che incarnino il Male, amodo loro. Da BO. A. chi2003@tin.it
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